Una bella storia

Ragazzino rinuncia ai regali per donarli ai senzatetto

Il gesto di generosità compiuto da un 13enne brianzolo che nei giorni scorsi ha seguito i City Angels.

Ragazzino rinuncia ai regali per donarli ai senzatetto
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Ha rinunciato ai regali di Natale per aiutare i senzatetto. Un ragazzino brianzolo di 13 anni di nome Jordi, adottato dall’Africa, ha chiesto di poter fare qualcosa per chi si trova in difficoltà come lo era stato lui prima di trovare il calore e l’amore di una famiglia. E così ha trascorso la notte del 17 dicembre 2020, poco prima del Natale, con i City Angels di Monza. Per ironia della sorte lo stesso giorno di otto anni fa era atterrato in Italia per iniziare una nuova vita. Una storia bellissima, quella raccontata da Primamonza.it, accaduta nella nostra Brianza che ci insegna il valore dell’altruismo e della riconoscenza.

La storia di Jordi

Il ragazzino, che oggi ha 13 anni, è stato adottato nel 2012 quando di anni ne aveva appena cinque. Era piccolo, ma non abbastanza per non ricordarsi quello che deve aver patito in Congo per la povertà. Di questo ha sempre raccontato poco, i suoi genitori sanno solo che viveva per le strade di Kinshasa e che dopo essere stato trovato al mercato era stato portato in orfanotrofio. E qui aveva avuto la fortuna di trovare una famiglia che lo aveva adottato e portato in Italia. Forse è stato questo o semplicemente il suo animo gentile e generoso lo ha spinto a chiedere a mamma e papà (che non sono avvezzi al volontariato) di poter fare qualcosa per i senzatetto. E non si è accontentato di comprare dei panettoni da portare alla Caritas come gli hanno suggerito i suoi genitori. “Jordi voleva  andare personalmente a portare cibo a chi si trova in difficoltà”, spiega con tenerezza mamma Michela.

Il giro coi City Angels tra i senzatetto

Così i genitori di Jordi hanno deciso di aiutarlo a realizzare il suo desiderio e hanno preso contatto coi City Angels di Monza perché potesse andare con loro per una sera. Jordi ha fatto esattamente il turno dei volontari assieme ai City Angels e a mamma Michela, girando i luoghi di Monza dove si trovano i clochard, tra cui la stazione. “Ha voluto fare la spesa personalmente – hanno raccontato i genitori che sono stati coinvolti assieme ai suoi parenti nel preparare i doni – Ha scelto barrette proteiche, vitamine, cose dolci e calde che potessero essere adatte a chi vive per strada”. E lui la sensazione che si prova la conosce molto bene. In un tema aveva raccontato così la sua infanzia, prima dell’adozione: “Quando ero bambino non ho avuto una bella infanzia come gli altri bambini che sono nati in famiglie più ricche o anche benestanti, fui abbandonato a soli quattro anni  e mi dovevo arrangiare da solo, a volte non ho mangiato per giorni, ho rischiato la morte, ho quasi visto in faccia la guerra e giocavo a calcio a piedi scalzi senza niente per coprirsi i piedi, poi ebbi la fortuna che un signore mi trovò e mi portò in orfanotrofio. E’ per questo che voglio diventare a tutti i costi una celebrità perché voglio che la mia storia venga raccontata a milioni di bambini per non arrendersi mai davanti agli ostacoli, io sarò sempre grato al buon Signore Gesù che non mi ha mai abbandonato, anzi mi ha dato una famiglia bellissima e grande d’amore”.

La lettera ai clochard

Jordi ha deciso anche di allegare qualche lettera ai doni portati, scegliendo di aprire il suo cuore e di raccontare qualcosa di sè. E così ha lasciato anche qualche biglietto, in cui tra le altre cose scrive: “Ormai io nella mia vita ho tutto, mentre tu purtroppo hai bisogno di molte cose. Io non so come sei, ma ti voglio un bene dell’anima e spero che Dio ti faccia prendere quel treno, quel treno che ti possa cambiare la vita”. Lo stesso “treno” che lo ha portato in Italia. Ora Jordi ha gli stessi sogni dei suoi coetanei (vuole diventare calciatore). Ma anche qualcuno in più: “Con i soldi che guadagnerò voglio aiutare gli altri”.

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