Racconta il Covid che ha colpito la sua famiglia e vince un premio letterario
Giulia Paris, studentessa della scuola media «Don Angelo Arrigoni» di Cisano Bergamasco, ha saputo usare la scrittura come forma di speranza.
La storia di una famiglia che è stata duramente colpita dal Covid, ma che ha saputo trovare nell’unione la forza di reagire. Una forza simbolica racchiusa in maniera profonda e intensa dalle parole di Giulia Paris, studentessa della scuola media «Don Angelo Arrigoni» di Cisano Bergamasco, vincitrice del concorso letterario «Covid-19: un’esperienza da raccontare», promosso dal Gruppo di lavoro sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ordine degli psicologi della Lombardia e rivolto agli studenti delle medie di Bergamo, Lodi e Cremona.
La sofferenza e la solitudine provocate dal Covid
La giovane è stata premiata mercoledì scorso in videoconferenza grazie al tema intitolato «Pensieri in lockdown», nel quale Giulia racconta la solitudine e le difficoltà affrontate durante il primo lockdown di marzo. «Il racconto è autobiografico, anche se ho cercato di esprimere quello che mi stava accadendo in terza persona – ha spiegato – Nel testo racconto della solitudine, un sentimento che ho provato quando vedevo mia mamma uscire fuori di casa per andare a fare la spesa ma anche la preoccupazione di avere mio padre e mio zio in ospedale».
Papà Silvano venne ricoverato al Mandic di Merate
Una storia non comune a quella dei ragazzi della sua età: prima la morte dell’amata nonna Ines Teani, poi il ricovero dello zio don Luigi Paris e soprattutto quello di papà Silvano in terapia intensiva al Mandic di Merate (a cui seguirà anche la scomparsa dello zio Patrizio). «È stato un periodo molto difficile, da Cisano mi sono dovuta trasferire a Suisio a casa di mia zia con mia mamma Jenni per continuare a tenere aperta l’agenzia di assicurazioni di papà – ha confidato – Mi ero chiusa in me stessa, anche guardare la televisione non era un gran sollievo, dato che si parlava in tutte le ore del giorno di questa situazione e per di più essere rinchiusi in casa a seguire le lezioni da uno schermo, senza poter uscire e vedere i miei compagni e con quello che stava succedendo nella mia famiglia, non è stato semplice».
La scrittura come forma di speranza
La scrittura come forma di protezione e speranza, a cui Giulia ha dato seguito grazie alla proposta della sua professoressa di Italiano Nazzarena Comi. «La proposta era illustrare le emozioni e i sentimenti provati dai ragazzi durante il lockdown, non a caso nelle tre province più colpite dal virus – ha spiegato la docente – Giulia aveva già scritto a metà marzo il tema e poi a settembre lo abbiamo rimaneggiato. Inoltre voglio complimentarmi con tutti gli altri ragazzi perché hanno dimostrato bravura e sensibilità: probabilmente ci sarà una pubblicazione con tutti i temi scritti e inoltre il Garante Riccardo Bettiga si è ripromesso di visitare le scuole dei tre vincitori (insieme a Giulia Anna Bresciani di Fara Gera d’Adda e Francesca Pasquali di Lodi, ndr)».
Un'alunna fantasiosa
Sul profillo della giovane cisanese, invece, la professoressa non ha dubbi. «Giulia è sempre stata un’alunna fantasiosa e amante della scrittura: in prima media al premio letterario “Salvatore Quasimodo” ricevette una menzione particolare grazie a una fiaba».
Figlia unica con la passione per la danza e prossima al liceo scientifico, Giulia nel frattempo si gode i suoi genitori con cui ha «un bellissimo rapporto», e in particolare quello con suo papà, oggi ancora più stretto dopo il suo ritorno a casa, vissuto con la trepidante attesa di riabbracciarlo.