Orrore in Brianza

Preso a cinghiate dal patrigno per aver risposto male: 14enne si rifugia dai Carabinieri

Portato in ospedale è stato dimesso con 25 giorni di prognosi

Preso a cinghiate dal patrigno per aver risposto male: 14enne si rifugia dai Carabinieri
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Preso a cinghiate dal patrigno 14enne scappa si rifugia presso la Caserma dei Carabinieri di Seregno in lacrime. I militari, non trovando posto nelle strutture per minori della zona, hanno tenuto il ragazzino in Caserma fino alla mattina seguente.

Preso a cinghiate dal patrigno per aver risposto male: 14enne si rifugia dai Carabinieri

Erano le 18.40 quando i carabinieri della Compagnia di Seregno hanno sentito suonare il campanello della caserma. A entrare, come riportano i colleghi di primamonza.it è un ragazzino in lacrime, ha solo 14 anni, è spaventato e visibilmente provato. È talmente dolorante che non riesce nemmeno a parlare ma ha gli occhi che raccontano tutto e, guardando i militari, mostra alcuni segni che ha sul corpo. I carabinieri capiscono che la situazione è delicata, calmano il ragazzo e gli fanno capire che è al sicuro. Lui a quel punto si apre e racconta di esser appena stato picchiato dal patrigno che lo ha preso a cinghiate davanti alla madre. Poi ha il coraggio di tirarsi su la maglia e mostrare delle numerose ferite e dei lividi che ha sulle braccia, la schiena e l’addome. I militari sono inorriditi nel vedere i segni di così tanta violenza su quel ragazzo.

Interviene l'ambulanza: il ragazzino viene dimesso dall'ospedale con 25 giorni di prognosi

Così fanno intervenire i soccorsi sanitari del “118” che trasportano il 14enne all’ospedale San Gerardo di Monza per verificare le condizioni del giovane e curare le ferite. Dal pronto soccorso il ragazzo viene dimesso quella sera stessa con 25 giorni di prognosi ma in quella casa non può più stare, è troppo pericoloso. Così i militari si mettono alla ricerca di un centro per minori per poterlo ospitare ma, tanto in provincia quanto fuori, non si trova disponibilità per quella sera. E così, mentre i militari continuano a cercare una struttura di accoglienza, il giovane viene riportato in caserma. Poi vista la tarda ora, i carabinieri decidono di farlo rimanere con loro, gli cucinano un piatto di spaghetti al pomodoro, gli allestiscono un letto di fortuna dove il 14enne ha trascorso la notte, per poi, il giorno dopo, essere, finalmente ricollocato in una comunità protetta.

Le indagini e le denunce

Al contempo i militari hanno avviato le indagini che hanno permesso di ricostruire un quadro che andava ben oltre quanto appena accaduto. In particolare i carabinieri hanno appurato che quella sera, per delle risposte “sbagliate”, il 14enne sarebbe stato picchiato dal patrigno, in accordo con la madre e davanti ai fratellini più piccoli e che, da tempo, analoghi atti di violenza erano compiuti proprio dalla donna in prima persona.

L’uomo è stato quindi denunciato per lesioni personali gravi e, insieme alla donna, anche per maltrattamenti contro familiari.

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