Ponte di Paderno: indiscrezioni sulla chiusura
"Occorre attivare la procedura d’urgenza per i lavori del Ponte San Michele. Questo accorcerebbe i tempi. Spetta a Rfi".
Politica lombarda in agitazione. Oggi l'improvvisa chiusura del Ponte di Paderno d'Adda, che ha spezzato il principale collegamento stradale e ferroviario fra Bergamasca e Brianza, è stata oggetto di una seduta del Consiglio regionale nel corso della quale sono state votate importanti mozioni al fine di trovare soluzioni per mitigare i disagi di residenti e pendolari. Durante la riunione l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi ha dichiarato: "Occorre attivare la procedura d’urgenza per i lavori di ripristino del Ponte San Michele. Questo permetterebbe di accorciare i tempi. Spetta a Rfi".
Le indiscrezioni sulla chiusura del ponte
Ma attorno al convegno fra i gruppi politici è stato febbrile lo scambio trasversale d'informazioni. E da più parti è emerso scetticismo soprattutto riguardo alla "chiusura in fretta e furia del Ponte San Michele".
Infatti Rfi (Reti ferroviarie italiane) ha rilevato tramite sensori installati sul ponte anomalie tali da suggerire l'interruzione immediata della circolazione su ferro e gomma.
Ma è proprio vero? Nei corridoi del Pirellone ciò è stato messo in dubbio. Ma allora è possibile che Rfi abbia deciso unilateralmente la chiusura senza elementi "forti"? E se sì, perché? E il monitoraggio condotto dall'Università di Bergamo, quindi, su cosa s'è basato?
In ogni caso, l'assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi (dopo aver preso parte anche a un vertice in prefettura a Bergamo convocato in merito alla chiusura del Ponte) nell'aula del Consiglio regionale ha categoricamente smentito che fossero in programma lavori di consolidamento della struttura con inizio il 15 ottobre. Si parlava comunque del 2019, al massimo. Sicuramente non del 2018 (anche perché l'ultima modifica al progetto di restyling era stata notificata alla Regione dalla Provincia di Lecco solo nel marzo scorso).
Chi sperava in una "soluzione rapida e indolore", probabilmente dovrà rassegnarsi: dalla Sovrintendenza alle Belle arti sarebbero tutti molto più sereni, per fattori di tutela “artistica” del bene, se i lavori fossero studiati senza inopportuna fretta.