Omicidio suicidio Osnago, Francesco Iantorno e le battaglie per la figlia disabile
Rossana era la sua unica ragione di vita: nel 2015 scrisse una lettera al presidente di Regione Lombardia per sollevare il tema delle vacanze sollievo per i disabili adulti.
Chi conosceva Francesco Iantorno e sua figlia Rossana li definisce come inseparabili. Vivevano insieme in un appartamento che si affaccia su piazza della Pace a Osnago e insieme facevano tutto, in una vita semplice e fatta di passeggiate e di piccole commissioni quotidiane: la spesa, il cimitero, un caffè al bar e poco più.
Per quella figlia disabile, che alle prime ore del mattino di ieri, martedì 25 ottobre 2022, l'ex messo comunale di Osnago ha probabilmente sedato e poi ucciso con un coltello da cucina, per poi togliersi a sua volta la vita con un fendente al petto, Iantorno ha combattuto numerose battaglie.
Le battaglie di Francesco Iantorno per la figlia Rossana
Era il 2015 quando Iantorno portò all'attenzione pubblica, con un'intervista al Giornale di Merate, il tema delle vacanze sollievo per i disabili adulti. Se l'era presa con Retesalute e con l'ex Asl di Lecco e aveva scritto una lettera indirizzata direttamente all'ex governatore di Regione Lombardia Roberto Maroni per raccontare la sua personale esperienza.
Aveva raccontato di come le cose fossero cambiate profondamente dai tempi in cui la figlia Rossana venne presa in carico dall'ex Cse di Merate, diventato poi Cdd. "Ai tempi, in cambio di una piccola tassa, coloro che erano iscritti al centro godevano di diversi benefici, venivano portati in piscina, venivano offerte diverse terapie e soprattutto ai genitori venivano garantiti dei giorni di “sollievo marino”, cioè un periodo durante il quale i disabili venivano portati in villeggiatura al mare dando così qualche giorno di respiro alle famiglie".
Un servizio che secondo quanto aveva raccontato Iantorno, nel corso degli anni, aveva subito pesantissimi rincari, arrivando a costare fino a 1.600 euro. Scelse di mandare sua figlia in una breve vacanza sollievo organizzata dall'Unitalsi, ma la cifra non gli venne rimborsata dalle istituzioni preposte (ricevette un rimborso parziale soltanto dopo un anno) e decise dunque di "scomodare" addirittura il presidente della Regione.
Omicidio suicidio, Osnago è un paese sconvolto
Un episodio come tanti, che però dimostra quanto Rossana per papà Francesco Iantorno fosse di fatto l'unica ragione di vita. "Era tranquillo, tranquillissimo, non c'era niente che facesse immaginare quello che è successo - ha raccontato ieri un residente della zona e conoscente di Iantorno riassumendo lo sgomento di un'intera comunità - Con la figlia andava spesso in giro, andavano al cimitero, Francesco era una brava persona. Io abito da 43 anni a Osnago e tutti lo conoscevano".
Quella di Osnago è una comunità sconvolta dal dolore e incredula. Nessuno avrebbe immaginato che l'ex messo comunale di Osnago, 80enne, potesse arrivare a uccidere la figlia Rossana, 47enne, e disabile, accoltellandola al petto, prima di togliersi la vita. Nei prossimi giorni è attesa l'autopsia sui due corpi che potrà definire con certezza la causa della morte.