Omicidio di Viviana Caglioni, condannato il fidanzato di Terno d'Isola
Cristian Michele Locatelli dovrà scontare 18 anni di carcere, così la sentenza di primo grado.

Il pubblico ministero Paolo Mandurino aveva chiesto la condanna all’ergastolo, mentre l’avvocato difensore Luca Del Bue l’assoluzione e, in subordine, la riqualificazione del reato in omicidio preterintenzionale. Questa mattina, venerdì 29 ottobre, come scrive primaBergamo.it, Cristian Michele Locatelli, 42 anni, di Terno d’Isola, a processo per la morte della fidanzata Viviana Caglioni, è stato condannato a 18 anni di reclusione.
Omicidio di Viviana Caglioni, condannato il fidanzato di Terno d'Isola
Per i giudici della Corte d’Assise la vittima sarebbe morta in conseguenza dei maltrattamenti subiti.
Viviana, 34 anni, per gli amici Vivian, è morta all’inizio di aprile del 2020 dopo aver trascorso una settimana in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Arrivata al pronto soccorso presentava segni di violenza al volto, all’inguine, all’addome, al viso e alla nuca. Per gli inquirenti era deceduta proprio a causa delle botte dell’imputato (in carcere da allora) con il quale conviveva in un’abitazione in via Maironi da Ponte, nel quartiere di Valverde a Bergamo.
La difesa: "Non aveva motivi per ucciderla"
Per la difesa, invece, Locatelli non sarebbe un omicida e non aveva motivi per ucciderla. Viviana, come sostenuto dall’imputato, sarebbe morta dopo essere caduta dalle scale perché ubriaca e aver sbattuto la testa contro un mobile.
Una versione opposta a quella resa dallo zio della ragazza, Giampiero Roncoli, che ha raccontato di un pestaggio a calci e pugni che sarebbe terminato con un colpo violento alla nuca, che ha fatto cadere a terra la donna lasciandola priva di sensi al piano terra della palazzina dove lui abita.