LE INDAGINI

Offrivano case "sicure" agli 007 russi, nei guai due imprenditori

Indagati dalla Procura due imprenditori brianzoli: un 34enne residente a Lesmo e un 60enne di Carate Brianza, entrambi competenti in campo tecnologico e immobiliare e soci nella stessa azienda

Offrivano case "sicure" agli 007 russi, nei guai due imprenditori
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Offrivano case "sicure" agli 007 russi, nei guai due imprenditori. Le spie filoputin della Brianza puntavano a creare una rete di "case segrete e sicure" per ospitare cittadini russi in incognito: indagati dalla Procura di Milano due imprenditori che operano nel campo immobiliare.

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Come riporta Primamonza, sono un 34enne residente a Lesmo (sposato con una donna che vive in Moldavia) e un altro di 60 anni residente a Carate Brianza, a due passi dal Casatese. Entrambi sono competenti in campo tecnologico e soci nella stessa azienda della Brianza. L'accusa, formulata dalla procura, per i due, è quella di aver venduto informazioni "sensibili" agli 007 della Federazione Russa.

Nei giorni scorsi il pubblico ministero Alessandro Gobbis con l’aggiunto a capo dell’antiterrorismo, Eugenio Fusco, e il procuratore di Milano, Marcello Viola, hanno notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari, condotte dal Ros di Milano, in collaborazione con la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.

Le perquisizioni dei militari

Si tratta di una inchiesta partita nella primavera scorsa quando i militari hanno eseguito perquisizioni nelle case degli indagati, sequestrando dispositivi informatici e documentazione. É quanto emerge da un'indagine della procura di Milano. I due indagati "si erano fatti promotori di una collaborazione con i servizi di intelligence russi, al fine di fornire informazioni di natura sensibile" è l'accusa. Gli indagati devono rispondere di corruzione aggravata, in quanto commessa per finalità di terrorismo ed eversione.

Da quanto appreso i due imprenditori avrebbero agito per simpatie politiche nei confronti dello stesso Putin sposando, fin dall'inizio del conflitto bellico in Ucraina, la causa russa. In cambio della creazione di una rete sicura di case gli imprenditori indagati avrebbero ottenuto pagamenti di qualche migliaio di euro in crpitovalute.

L'indagine

Il progetto dei due indagati, dicevamo, era quello di costruire a Milano una rete di case sicure per ospitare cittadini russi in transito, omettendone la registrazione e tutelandone la privacy”. I due imprenditori, indagati per “corruzione del cittadino da parte dello straniero”, reato aggravato in quanto commesso per “finalità di terrorismo ed eversione”, potrebbero essere solo l’ultimo anello di una catena.

Inevitabilmente le indagini si sono già allargate a macchia d'olio per capire l'eventuale presenza di agenti russi in Italia e di una rete più ampia a libro paga degli 007 di Putin.

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