L'intervento

Morti sul lavoro: emergenza nazionale

L'intervento di Riccardo Cutaia, Roberto Scotti, Veronica Versace per FENEALUIL Alta Lombardia, Filca Cisl Mb –Lc, Fillea Cgil Lecco

Morti sul lavoro: emergenza nazionale
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Di  Riccardo Cutaia, Roberto Scotti, Veronica Versace per FENEALUIL Alta Lombardia, Filca Cisl Mb –Lc, Fillea Cgil Lecco
A più di un mese dalla Manifestazione Unitaria di Cgil, Cisl e Uil a Roma del 13 Novembre 2021, non si arresta la strage di morti sul lavoro. La notizia dell’ultima tragedia arriva sabato 18 dicembre da Torino, dove crollano 2 gru in un cantiere edile, provocando 3 morti e 3 feriti. Il settore edile è indubbiamente il comparto più colpito e più a rischio in tema di sicurezza sul lavoro. E’ soprattutto la corsa al superbonus 110% a far abbassare la guardia sul rispetto delle norme: di fronte a un poderoso +54% di crescita economica del settore nel 2021 rispetto all’anno precedente – un ritmo che nel Paese si era visto solo negli anni Cinquanta della ricostruzione post bellica -, per le imprese risulta quasi impossibile rinunciare a contratti che in futuro potrebbero sparire. Si registra così un aumento dell’occupazione nelle costruzioni, ma stiamo parlando di lavoratori “assunti” tramite voucher, di false partite IVA, di impieghi a tempo pieno mascherati da part-time. Conseguenza della precarietà lavorativa sono gli scarsi investimenti in formazione: se bisogna fare in fretta e approfittare della bonaccia fiscale, infatti, non c’è né il tempo né la volontà di garantire un’adeguata conoscenza dei comportamenti da tenere e delle strumentazioni da utilizzare nei luoghi di lavoro. Rabbrividiamo nell’ascoltare le parole degli ispettori del lavoro, i quali certificano il fallimento delle politiche di sicurezza nel settore del mattone. In Lombardia, ad esempio, il 64% delle realtà controllate nel 2021 sono risultate irregolari. Il problema, però, sta anche nel numero assoluto di ispezioni, che hanno riguardato solo 5000 delle 460mila aziende lombarde; e come potrebbe andare diversamente, visto che negli ultimi 10 anni il numero degli ispettori Inail è stato dimezzato? Per contrastare l’emergenza nazionale delle morti bianche, che quest’anno hanno superato i 1000 casi, c’è bisogno innanzitutto di alzare il livello culturale in tema di sicurezza sul lavoro, affinché questa sia considerata un investimento e non un costo. Tradotto, le istituzioni pubbliche devono investire di più nei controlli e nei servizi di medicina del lavoro, attraverso l’assunzione di ispettori e medici. Feneal, Filca e Fillea, poi, chiedono da tempo l’introduzione di una patente a punti in edilizia, per premiare nell’accesso agli appalti pubblici e alle agevolazioni le aziende virtuose che si impegnano nella sicurezza dei propri dipendenti, e sanzionare pesantemente, anche con la chiusura dell’attività, quelle che invece non rispettano le regole. Serve applicare il contratto nazionale dell'edilizia a tutti i lavoratori in cantiere come presidio di legalità del territorio, in particolare per garantire il rispetto degli orari di lavoro e contrastare il ritorno al cottimo, che spesso rappresentano le principali cause degli infortuni nelle costruzioni. Bisogna infine applicare in edilizia quanto chiesto dalla Commissione tecnica sui lavori gravosi in tema di pensione, ovvero il requisito dei 30 anni di contributi (a fronte degli attuali 36) e dei 63 anni di età anagrafica per poter usufruire dell’anticipo pensionistico, la cosiddetta Ape Sociale. Il governo ha dato delle prime risposte con il decreto fiscale, ma non bastano. Continuiamo a sostenere che la ripresa economica deve produrre lavoro sicuro e di qualità, altrimenti la logica di fare sempre di più e più presto per massimizzare il profitto rischia di mettere la sicurezza di lavoratori dei cittadini in secondo piano.

Riccardo Cutaia, Roberto Scotti, Veronica Versace per FENEALUIL Alta Lombardia, Filca Cisl Mb –Lc, Fillea Cgil Lecco

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