Maghi della truffa online in manette, svuotavano conti correnti in tutta Italia: vittime anche a Merate
Sette persone sono finite in manette nell'operazione "Fortnite", contestate almeno 28 truffe per un bottino illecito di circa 200mila euro.
Maghi della truffa online in manette, svuotavano conti correnti in tutta Italia: in azione anche a Merate.
Maghi della truffa online in manette
Nella mattinata di ieri, lunedì 26 gennaio 2021, a Genova, Sanremo, Napoli e Roma, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del capoluogo ligure, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare scaturita dall’indagine convenzionalmente denominata “Fortnite” nel corso della quale gli investigatori genovesi hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli appartenenti ad un’associazione criminale dedita alla commissione di numerose truffe ai danni dei titolari di conti correnti postali e bancari, mediante fraudolenta sottrazione delle credenziali di accesso ai siti on line e alle applicazioni di home banking.
Come riportano i colleghi di primavenezia.it Sette persone sono finite in manette (5 in carcere – 2 agli arresti domiciliari), altre sette sono state colpite da provvedimenti meno afflittivi (3 obblighi di dimora – 4 obblighi di presentazione alla PG). Ulteriori perquisizioni in corso anche a Taranto, Modena e Cagliari.
L’indagine
In particolare, a maggio del 2019 i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno avviato una complessa indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, tesa a delineare e neutralizzare un sodalizio criminale dedito alla commissione di numerose truffe on line attraverso l’acquisizione fraudolenta delle credenziali di accesso ai conti.
Dalla costante attività di analisi dei reati predatori i Carabinieri avevano infatti rilevato una preoccupante tendenza, di fatto concomitante con la crescente diffusione delle attività di home banking, che vedeva un incremento esponenziale delle truffe perpetrate agli ignari titolari di conti on line, i quali, in numero sempre crescente, stavano cadendo nella trappola di arguti truffatori che riuscivano a farsi consegnare subdolamente le chiavi d’accesso ai siti e svuotavano in tempi rapidissimi i depositi.
La collaudata tecnica di raggiro
In pratica i truffatori, avevano realizzato una stabile organizzazione che si avvaleva di un modus operandi oramai consolidato e ripetitivo, basato su una notevole padronanza degli strumenti informatici. Alle vittime venivano inviati sms o mail contenenti un link che reindirizzava ad un sito clone delle poste italiane o di altri istituti di credito, dove i malcapitati declinavano ingenuamente le credenziali di accesso ai profili di home banking e i dati personali.
Talvolta invece era un finto operatore degli istituti bancari, che contattava telefonicamente il truffato e simulava problemi tecnici inesistenti sul conto on line, riuscendo a carpire i preziosi dati. Con le informazioni raccolte i malviventi si recavano negli store degli operatori di telefonia mobile, muniti di documenti falsi, ed effettuavano il cd “sim swap” chiedendo la duplicazione delle sim giustificata da falsi malfunzionamenti o furti.
Così il legittimo titolare del numero telefonico veniva artificiosamente escluso dal rapporto con l’operatore ed i malviventi potevano ricevere i codici di protezione di secondo livello necessari ad autorizzare i bonifici on-line dai
conti correnti delle vittime o a perfezionare gli acquisti su siti di e-commerce.
on mirabile tempismo, quindi, i malviventi erano già in grado di eludere tutti i sistemi di protezione che proprio in quei mesi erano stati adottati per garantire la sicurezza delle transazioni, anche in recepimento di specifiche direttive comunitarie. L’attività d’indagine ha ricostruito le responsabilità per 28 truffe consumate e 10 tentate, realizzate da dicembre 2018 a febbraio del 2020 sul territorio nazionale e in Francia, per un profitto illecito di quasi 200 mila euro.
Operazione “Fortnite”, ecco perché
Risultano inoltre accertati numerosi acquisti di lingotti in oro, collane e strumenti tecnologici. Alcuni tentativi di truffa sono falliti grazie al tempestivo intervento delle vittime, in altri casi, sono stati gli stessi Carabinieri che hanno impedito il prosciugamento dei conti, informando per tempo i malcapitati, che, sinceramente commossi hanno ringraziato i militari per aver preservato i risparmi di una vita.
All’indagine è stato assegnato il nome convenzionale “Fortnite” perché nel corso delle attività è emerso che alcuni degli indagati erano appassionati del mondo virtuale del popolare videogioco. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti e sequestrati:
- CIRCA 40.000 EURO, IN CONTANTI
- NUMEROSA DOCUMENTAZIONE RELATIVA A CRIPTOVALUTA (BITCOIN), IN CORSO DI VALUTAZIONE
- 1 KG DI SOSTANZA STUPEFACENTE (MARIJUANA)
- INGENTE QUANTITÀ DI MATERIALE INFORMATICO, DA SOTTOPORRE A SUCCESSIVI ACCERTAMENTI
- NUMEROSI DOCUMENTI, VEROSIMILMENTE FALSI, AFFERENTI AI REATI PER CUI SI PROCEDE, NONCHÈ ATTREZZATURE/APPARATI DIGITALI