Lupo nel Parco di Montevecchia, l'esperto: "Scarse possibilità di incontrarlo, ma nel bosco tenete i cani al guinzaglio"
L'esperto Mauro Belardi fa chiarezza sui comportamenti da evitare quando si passeggia nei boschi.
Non c’è dubbio, quello che si aggira nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone è un lupo e con ogni probabilità si muove da solo. Parola dell'esperto, che ammonisce: "Tenete i cani al guinzaglio".
Lupo nel parco, la parola all'esperto
Che si tratti di un lupo lo confermano, oltre alle varie testimonianze audio raccolte, i risultati dell’analisi del Dna dei campioni risalenti al mese di ottobre, quando si è verificato il primo incidente che ha visto delle pecore sgozzate dal predatore. «Per essere precisi, stiamo aspettando i risultati delle analisi dei campioni rilevati nella seconda predazione di qualche giorno fa, in cui sono state aggredite sempre delle pecore. Possiamo, tuttavia, essere ragionevolmente certi che si tratti dello stesso lupo» ha spiegato Mauro Belardi, presidente della cooperativa Eliante, che si occupa di conservazione della biodiversità e di sostenibilità ambientale a livello italiano ed europeo, cercando di fare chiarezza sugli eventuali pericoli per gli animali e per le persone che vivono quotidianamente il Parco.
Perché, dopo così tanto tempo, un lupo è tornato nel nostro territorio?
«Le ragioni sono soprattutto di carattere ambientale. In realtà la presenza di un lupo ha degli aspetti positivi, perché significa che l’ambiente è sano. Inoltre svolge un ruolo ecologico molto importante: ad esempio mangia le nutrie e tiene sotto controllo le malattie degli ungulati. Ad ogni modo, dal momento che le nostre zone non sono soggette alla presenza di lupi, potrebbe darsi che magari tra un anno questo esemplare decida di andare altrove. È improbabile che in quel bosco si formi un branco di quattro o cinque lupi».
Se dal punto di vista ambientale è positivo, per quanto riguarda invece la convivenza con l’uomo potrebbero esserci delle criticità?
«In effetti sì, principalmente per quanto riguarda le attività economiche legate alla pastorizia, anche se fortunatamente in questa zona non sono molto diffuse. Comunque, la Regione rimborsa eventuali danni».
Quali sono i comportamenti da evitare?
«In primis, anche se può sembrare banale dirlo, non andare a cercarlo. Molti usano dei richiami per attirarlo e poterlo fotografare, ma questo è fonte di enorme stress per il lupo, che diventa così più aggressivo. Inoltre, è importantissimo non passeggiare nel bosco con i cani domestici liberi, senza guinzaglio: oltre ad essere di per sé illegale e a danneggiare la fauna selvatica, diventano facile preda per un lupo. Sempre per quanto riguarda i cani, un’altra cosa da non fare è tenerli incatenati nei cortili di notte… un comportamento simile è praticamente un invito per il predatore. In questi casi, il proprietario della vittima potrebbe non avere nemmeno diritto a un risarcimento, trattandosi di comportamenti non conformi alla legge».
Può capitare di incontrare il lupo di giorno nel bosco?
«A meno che non lo si attiri in qualche modo, comportamento che ovviamente sconsiglio, è molto poco probabile. Di giorno il lupo tende a stare nascosto, anche perché il cibo non gli manca. Come già detto, il rischio vero lo corrono i cani lasciati liberi».
Eppure ci sono persone che affermano di averlo avvistato. Il sindaco di Santa Maria Hoè, Efrem Brambilla, ha detto di averne sentito l’ululato.
«È un classico di quando si viene a sapere della presenza di un esemplare. In realtà, il lupo è paragonabile a un cane di media taglia ed è molto difficile distinguere le impronte delle due specie, come nel caso del cane lupo cecoslovacco. Servono degli esperti per fare censimenti accurati e spesso pure loro fanno fatica ad individuare un lupo vero e proprio».
Quindi chi passeggia nel Parco o nel bosco può stare tranquillo.
«Sì, probabilmente non si incontra nemmeno con il lupo. Paradossalmente, nel bosco è più facile farsi male in altro modo, per cui bisogna prestare attenzione a prescindere».