Ladri di Land Rover arrestati grazie alla denuncia di un ex calciatore
Dalla denuncia di Cristiano Doni è partita l'indagine, che ha permesso di risalire a due uomini italiani (residenti a Cisano e a Pontida), portati in carcere con l'accusa di furto aggravato in concorso

Ladri di Land Rover arrestati grazie alla denuncia di un ex calciatore. Individuavano le vetture da rubare, principalmente Land Rover Defender e poi, nel giro di pochi minuti, le portavano via utilizzando dispositivi in grado di bypassare i sistemi di sicurezza dell'auto.
Ladri di Land Rover arrestati grazie alla denuncia di un ex calciatore
Una vera e propria rete criminale, sventata dai carabinieri di Bergamo che, con i colleghi di Zogno, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di due soggetti italiani accusati entrambi di furto aggravato in concorso di tre Land Rover Defender. I due, residenti nella Bergamasca, sono già noti alle forze dell'ordine. Uno è anche accusato di riciclaggio, per aver falsificato il numero di telaio di una Mercedes GLC oggetto di appropriazione indebita.

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Un sistema collaudato, che fruttava migliaia di euro
L'operazione è il risultato di un'indagine condotta dalla sezione operativa e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo, che ha portato alla luce un articolato sistema di furti di auto di lusso, in particolare Land Rover Defender, verificatosi nel 2024 in provincia di Bergamo.
È anche grazie alla segnalazione di Cristiano Doni, ex capitano dell'Atalanta, che le forze dell'ordine sono riuscite a risalire e poi ad arrestare due uomini per il furto di tre Land Rover Defender e l'appropriazione indebita di un quarto mezzo. Uno dei fuoristrada rubati, infatti, era proprio il suo: gli era stato portato via il 29 settembre 2023. Doni aveva parcheggiato la propria Range Rover Vogue in via dei Celestini, poco lontano dall'oratorio di Borgo Santa Caterina a Bergamo.
Al suo ritorno, tuttavia, la macchina era sparita. L'ex capitano, che era andato a denunciare il furto ai carabinieri, aveva spiegato di aver avuto sempre con sé il telecomando. È quindi molto probabile che i malviventi fossero in possesso di strumentazioni in grado di bypassare i sistemi di sicurezza dell'auto, rinvenute poi nel capannone intercettato dalle forze dell'ordine.
Dalla denuncia di Cristiano Doni è partita l'indagine, che ha permesso di risalire a due uomini italiani (residenti a Cisano e a Pontida), portati in carcere con l'accusa di furto aggravato in concorso. Uno è anche accusato di riciclaggio per aver falsificato il numero di telaio di una Mercedes GLC, oggetto di appropriazione indebita.
Grazie a un'analisi dei sistemi di videosorveglianza e attraverso tecniche investigative, gli agenti hanno identificato e fermato i presunti responsabili di questa serie di colpi che, secondo quanto emerso, si svolgevano sempre secondo un modus operandi preciso e collaudato.
I ladri individuavano le vetture di interesse, le pedinavano per diversi chilometro e, una volta certi delle condizioni favorevoli, entravano in azione con strumenti altamente tecnologici. Tra questi, un dispositivo in grado di oltrepassare i sistemi di sicurezza delle auto e un rilevatore di frequenze per individuare eventuali dispositivi di tracciamento.
Potrebbero esserci altri coinvolti
Una serie di operazioni di pedinamento hanno condotto gli inquirenti a un capannone dove le auto venivano occultate, modificate e preparate per l'esportazione. Qui, durante una perquisizione, sono stati rinvenuti strumenti per la riprogrammazione delle centraline, targhe false e documenti alterati. Un business che, secondo le prime stime, fruttava decine di migliaia di euro.
L'indagine, tuttavia, non è terminata con l'arresto dei due soggetti: gli inquirenti stanno infatti verificando se ve ne siano altri coinvolti e se il giro d'affari non sia ancora più esteso di quanto emerso finora.