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La voce preoccupata di Telethon Lecco: “Vogliamo tornare a dare speranza”

Il contributo di tutti può risultare ancora decisivo, ma i primi a dirsi molto preoccupati sono Michele Casadio, Renato Milani e Gerolamo Fontana.

La voce preoccupata di Telethon Lecco: “Vogliamo tornare a dare speranza”
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La ricerca scientifica è un percorso che non può portare a risposte immediate, ma aggiunge progressivamente frammenti di conoscenza che si sedimentano nel tempo. Queste conoscenze sono preziose perché possono avere un impatto in campi molto diversi da quello in cui sono nati, con un effetto domino spesso inimmaginabile. La ricerca però non può fermarsi e non possono fermarsi tutti quei bandi che erano già vicini alla fatidica parola cura. A parlare è il team di Telethon Lecco.

La voce preoccupata di Telethon Lecco: “Vogliamo tornare a dare speranza”

Il contributo di tutti può risultare ancora decisivo, ma la prima voce a dirsi molto preoccupata è quella del direttore artistico provinciale Telethon, Michele Casadio: “Abbiamo chiuso il 2019 con un record di raccolta fondi di 320.300 € superando ancora una volta le aspettative. Questo perché la nostra credibilità, la trasparenza, l’efficienza della raccolta sono sotto gli occhi di tutti, ed il territorio ogni anno è l’artefice di una specie di miracolo. Di questa cifra una buona parte è sempre rappresentata dagli introiti raccolti durante spettacoli, concerti, esibizioni di carattere artistico e culturale, un mondo costituito da associazioni che purtroppo si sono fermate e faticano sia a ripartire che a riprogettare la propria attività. È chiaro che sia una delle conseguenze peggiori di questa lunga pausa e che si riversa su tutte quelle raccolte fondi solidali che prima potevano contare sulla generosità, la disponibilità e la preparazione di questi gruppi. Lecco, fra le altre iniziative, si è distinta per il progetto pro-Telethon “Coralmente. Voci di cori per la ricerca”, una rassegna lunga un anno, che ho avuto il piacere di condurre, e che ha visto la partecipazione di moltissimi cori e corpi musicali. Vogliamo esprimere a tutti costoro la nostra vicinanza e la voglia di tornare quanto prima a collaborare insieme, per ridipingere di solidarietà, bellezza e armonia la nostra bella città”.

“Siamo abituati a resistere, seminare e lottare”

E quindi la voce di Renato Milani, coordinatore provinciale di Telethon Lecco: “Siamo abituati a resistere, seminare e lottare. È la nostra indole, dettata sia dallo spirito nazionale di Fondazione Telethon, che dalla nostra associazione madre, la U.I.L.D.M. (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), rappresentata a Lecco dal nostro presidente Gerolamo Fontana, motore indiscusso delle più brillanti raccolte fondi e delle varie campagne sociali di sensibilizzazione che da oltre trent’anni sono conosciute sul territorio lecchese. Mentre tutto il mondo, impotente, si è fermato in ginocchio di fronte al Coronavirus, le malattie genetiche rare sono andate avanti imperterrite, e con loro, i problemi e le sofferenze delle famiglie che ogni giorno si trovano a combattere contro questi nemici invisibili”.

“L’emergenza ha reso più fragili le persone affette da una malattia genetica rara”

“L’attuale emergenza – conclude Gerolamo Fontana – ha reso infatti ancora più fragili le persone affette da una malattia genetica rara ma ha fatto anche comprendere il valore universale e l’importanza della ricerca. Ecco perché Fondazione Telethon ha risposto all’emergenza sanitaria attuale con un bando dedicato a progetti che utilizzino le malattie genetiche come modello per far luce sul Covid19. In questi mesi in cui la comunità scientifica di tutto il mondo ha iniziato a studiare questo nuovo agente infettivo sono emersi infatti diversi punti di contatto con l’ambito di studio della Fondazione e in particolare sui sistemi di trasporto che il virus sfrutta per riprodursi una volta infettata la cellula, che sono gli stessi notati già in alcune malattie genetiche. Ricordiamo che siamo sempre a disposizione di chi abbia bisogno una nostra consulenza e non vediamo l’ora di tornare in scena per dire a gran voce la nostra voglia di stare al fianco di chi soffre e donare speranza attraverso i nostri gesti”.

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