La Valletta Brianza, la riflessione del sindaco: "Siamo di fronte al primo Dopoguerra del millennio"
Roberta Trabucchi ha scritto un lungo e interessante messaggio ai suoi cittadini.
Durante tutta l'emergenza Coronavirus c'è un sindaco che, per inclinazione e in parte deformazione professionale (opera da sempre nell'ambito bibliotecario), non si è limitato a snocciolare semplici cifre relative a contagi e decessi, ma ha sempre offerto una lettura profonda del fenomeno che la sua cittadinanza stava vivendo. Roberta Trabucchi, primo cittadino de La Valletta Brianza, anche quest'oggi, domenica 10 maggio 2020, ha voluto analizzare questa prima settimana di Fase 2 ragionando sulle immagini simbolo che hanno accompagnato l'emergenza Covid dagli inizi di marzo a oggi.
La pandemia per immagini
La pandemia per immagini: così ha titolato il suo lungo messaggio di oggi Roberta Trabucchi. "Uno o due mesi fa l’immagine che al meglio esplicava la pandemia era quella vista sulle mura dell’Ospedale di Bergamo: una dottoressa o un’infermiera che teneva tra le sue braccia il nostro bel Paese, un’Italia totalmente infetta e in sofferenza. Il numero dei contagi anche da noi in Valletta soltanto un mese fa non era molto alto, ma da lì in poi avrebbe subìto un’impennata, soprattutto per numero di decessi. Questa settimana è iniziata l’attesissima Fase 2, la fase detta della Responsabilità individuale e a tradurre questo periodo in immagini è stato Bansky. Il famoso street artist ha ritratto un bambino in bianco e nero, che sceglie dalla cesta dei giochi - da cui spuntano supereroi come Batman e l'Uomo Ragno - la bambola dalle sembianze di un’infermiera, con tanto di mascherina. L’opera si intitola ‘Game Changer’ e con questo murales l'artista inglese vuole rendere omaggio a medici e operatori sanitari, impegnati nella lotta al coronavirus".
La Fase 2
"Di fatto nella Fase 2 non cambiano molto le possibilità di movimento - ha aggiunto il sindaco - decadono sì i confini comunali per la spesa, ad esempio, ma resta fermo il fatto che ogni spostamento debba avvenire per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. In più rispetto a prima si considerano necessari anche gli spostamenti per incontrare congiunti ed è consentita l’attività sportiva anche oltre i 200 metri di distanza da casa. Al di fuori di questa casistica, nessuno spostamento può essere giustificato. Restano tuttavia alcune zone d’ombra nella normativa, quale la definizione di “congiunti” che tanto ha fatto discutere. Mi rendo conto che il quadro normativo di riferimento non sia semplicissimo, tra decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, faq del Governo, ordinanze regionali e disposizioni comunali, ma una sola cosa deve stare alla base di ogni atto, a prescindere dal livello legislativo di emanazione: l’emergenza non è finita, ritornare ai livelli di un mese fa è davvero un attimo se non continuiamo a rispettare le regole. Abbiamo imparato ad indossare le mascherine (anche senza far appannare gli occhiali!), ci siamo abituati a passare gel igienizzante in continuazione sulle nostre mani, anche le nostre case sono più pulite e “sanificate” che mai, però non rendiamo vani tutti gli sforzi fatti fino ad ora. E quindi aspettiamo ancora qualche settimana per andare al lago o in montagna: i nostri sentieri ora sono aperti, andiamo a fare una corsa o una passeggiata nel nostro Parco ma non in gruppo".
Riaprono i servizi
Anche la vita amministrativa sta lentamente tornando a una sorta di normalità. "Stiamo riaprendo i vari servizi del Comune e dell’Unione a piccoli passi, dal centro raccolta rifiuti ai cimiteri, e continueremo con questa linea - forse un po’ rigida - ma sicuramente cautelativa. Nelle scorse settimane abbiamo capito cose significhi perdere il bene più importante che è quello della Salute: adesso che sappiamo come difenderci, cerchiamo di farlo sempre con attenzione e tuteliamoci il più possibile".
L'andamento del contagio
Due parole il primo cittadino le ha volute spendere anche sull'andamento del contagio nel paese che amministra. "In tutto questo arriviamo al nostro contesto attuale: se il 7 aprile avevamo 19 contagi in crescita e ancora non si erano verificati tutti i decessi che hanno colpito alcune famiglie del nostro territorio, ora dei contagi annunciati la scorsa settimana ne contiamo 14 e vi posso dire che ormai quasi tutti sono a casa. Queste persone stanno bene e per la maggior parte sono in attesa dell’esito del secondo tampone che possa decretare una volta per tutte la loro guarigione. Solo pochissime sono quelle ancora ospedalizzate mentre 8 persone sono ufficialmente guarite. Si tratta quindi di un quadro rassicurante e molto positivo, che evidenzia chiaramente come i nostri sforzi siano serviti per evitare una diffusione ancora maggiore del contagio".
Il nostro Dopoguerra
"Ora sta a noi: il nemico è sì il Covid, ma siamo anche noi, ogni qualvolta ci verrà la tentazione di bruciare le distanze, sfidando la nostra sorte e quella del vicino. Se il 7 maggio abbiamo ricordato la fine della Seconda Guerra Mondiale, oggi, 75 anni dopo, siamo di fronte al primo “dopoguerra” del millennio. La ricostruzione attuale è un’architettura che non consente errori e mattoni fuori posto e impone davvero a ciascuno di fare la propria parte" ha concluso Trabucchi.