La Bomar va all'asta: c'è speranza per lo smaltimento dell'amianto
Un milione di euro il valore stimato per l'ex allevamento nella frazione di Pianezzo.
La Bomar va all’asta. Un milione di euro, questa la cifra per aggiudicarsi la struttura di via Bagaggera, con un’asta senza incanto fissata per il prossimo 23 settembre alle ore 16.
La Bomar va all'asta per un milione di euro
L’ex allevamento di bovini della frazione di Pianezzo, abbandonato ormai da quasi quarant’anni e in evidente stato di degrado, è stato messo in vendita lo scorso 22 giugno: il prezzo base è di un milione e 200 euro e l’offerta minima è di 750.150 euro (con un rialzo minimo di mille euro). Un prezzo che tiene conto dei costi per smaltire l’amianto presente in tutta la struttura, che ammonta a circa 8mila metri quadri secondo le stime attuali, ma che qualora venisse confermata l’ipotesi di un doppio rivestimento del tetto potrebbe essere anche di più.
In vendita, come spiegato da un noto sito di vendite immobiliari, un appartamento al piano terra, composto da ingresso, cucina, locale pranzo, soggiorno, camera, un’altra camera con attiguo ripostiglio, bagno, lavanderia e magazzino, un’autorimessa posta al piano terra, un fabbricato al piano terra composto da uffici, ripostiglio, antibagno, due bagni, archivio, centrale termica, cucina latte, centrale di distribuzione automatica e tettoie, un edificio ad uso produttivo al piano terra, diversi edifici ad uso produttivo al piano terra, con dei locali adibiti a infermeria, uffici, abitazione del custode.
Un lungo percorso, fatto di ricorsi e fallimenti
Un lungo percorso quello che ha finalmente portato all’asta, iniziato con un’ordinanza di esecuzione in danno che risale ancora all’Amministrazione di Dorina Zucchi e proseguito poi con una serie di ricorsi e controricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, fino a quando, alla fine del 2018, la proprietà è stata pignorata ed è passata nelle mani del Tribunale.
L'assessore Fratangeli: "Siamo fiduciosi, è appetibile"
«Siamo soddisfatti di essere finalmente arrivati all’asta, eravamo in attesa da ormai quasi due anni. Il Tribunale ci aveva assicurato che l’asta sarebbe stata indetta con urgenza ma poi, con il Covid di mezzo, i tempi si sono dilatati - ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici Matteo Fratangeli - Probabilmente una o due aste andranno deserte, come accade spesso. Speriamo quindi che la proprietà venga venduta entro 6-9 mesi, considerando che tra un incanto e l’altro passano circa tre mesi». L’assessore, e con lui anche il sindaco Giovanni Battista Bernocco, è però fiducioso: «In questi anni abbiamo avuto alcune manifestazioni di interesse che fanno pensare che la struttura sia appetibile. Il Parco, nei cui confini si trova la Bomar, è sempre stato molto disponibile e le uniche richieste che ha avanzato è che vi sia una diminuzione dei volumi e una riqualifica che porti dei benefici ambientali. La nostra priorità, oltre allo smaltimento dell’amianto, è che la riqualifica si inserisca nel contesto paesaggistico; per il resto siamo aperti a tante soluzioni. L’area infatti è classificata come ambito agricolo, ma stiamo già ragionando con l’estensore del Pgt su diverse possibilità che siano compatibili con il contesto. Speriamo davvero di riuscire a risolvere questa situazione, anche se per i piccoli Comuni non è semplice. E’ difficile per una città come Lecco affrontare la situazione Leuci, figuriamoci cosa può significare ad Olgiate. In casi come questi dovrebbero intervenire gli Enti superiori».
Non resta altro da fare, quindi, che attendere il 23 settembre e incrociare le dita: Olgiate potrebbe presto liberarsi di un ecomostro nel cui stomaco si trovano 8mila metri quadri di amianto.
Una vera e propria "bomba ecologica" nel Parco del Curone
Una vera e propria bomba ecologica, che con i suoi 8mila metri quadri di eternit svetta nel bel mezzo del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone. Proprio per questa ragione il territorio meratese guarda con favore e fiducia all’asta indetta per la vendita dell’ex allevamento di bovini di Pianezzo, che potrebbe portare in breve tempo allo smaltimento dell’amianto.
Non c’è solo la Bomar, abbandonata da quasi quarant’anni, a rovinare l’immagine del polmone verde della Brianza. Poco più in là, nel territorio comunale di Lomagna e poco lontano dal confine con Osnago, anche l’area ex Rdb è piena di amianto (ben 13mila metri quadri): se lo smaltimento sembrava vicino grazie alla convenzione tra il Comune, il Parco e l’immobiliare Sernovella (proprietaria dell’area), dopo il dietrofront della Fiocchi Munizioni che avrebbe dovuto insediare in quel comparto i suoi depositi e la decisione della proprietà di recedere dalla convenzione, ora la vicenda è in stand-by.
Niente si smuove, invece, sul fronte della Fornace di Bagaggera, che detiene il triste primato di regina dell’eternit con ben 18mila metri quadri. L’ex Fornace, che si trova nel Comune della Valletta Brianza e a poca distanza dal confine con Olgiate, è per altro situata in un contesto abitativo, nelle vicinanze di un condominio e di diverse cascine.
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