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Insulta la Polizia locale sui social, sarà querelato
Dopo essere stato fermato alla guida della propria automobile senza la cintura di sicurezza, ha dato sfogo alla propria rabbia con un post polemico
Insulta e offende gli agenti della Polizia locale di Calolziocorte attraverso il gruppo Facebook «Sei di Calolzio se...», sarà queralato. Protagonista dell'episodio è un calolziese che, nei giorni scorsi, dopo essere stato fermato alla guida della propria automobile senza la cintura di sicurezza, ha dato sfogo alla propria rabbia attraverso le pagine social con un post polemico e sopra le righe rivolto agli agenti.
Diffama la Polizia locale: sarà querelato
Come riporta Prima Lecco, oltre ad alcuni insulti irripetibili, il calolziese ha tacciato i vigili di «rompere le scatole ai cittadini per le cinture di sicurezza, ma di non avere il coraggio di andare a fare il loro vero lavoro, magari in stazione». Offese che la Polizia locale guidata dal comandante Andrea Gavazzi ha ritenuto diffamatorie e meritevoli di una querela.
Ad annunciare, sempre a mezzo social, l’azione legale è stato l’amministratore del gruppo Facebook, nonché assessore alla Polizia locale del Comune, Luca Caremi: «Questo post sarà oggetto di querela, con risvolti penali, da parte del comando dei vigili. Ci sono state svariate denunce negli scorsi anni per commenti e post fuori dalle righe. E’ giusto e doveroso ricordare che su Facebook, come su qualunque altro social network, tutti i post (anche quelli passati, ndr) vengono conservati e l’anonimato di fronte a una denuncia non esiste. Post come questi non saranno più tollerati e saranno oggetto di ban dal gruppo e di querela penale».
Nei prossimi giorni, quindi, al diretto interessato sarà notificata l’azione legale nei suoi confronti da cui sarà tenuto a difendersi. «Nonostante sia stato ribadito più volte, ci sono ancora persone che non hanno capito che scrivere offese o castronerie su Facebook equivale alla diffamazione a mezzo stampa – ha ricordato Caremi – Come amministratore del gruppo ho fissato alcune semplici regole in evidenza e richiamato più di una volta gli utenti del gruppo. Tuttavia, si continua ad "attaccare" corpi appartenenti alle forze dell'ordine con frasi diffamatorie».
Senza entrare troppo nello specifico, l’articolo 595 del Codice Penale prevede che «se l'offesa è recata a mezzo stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro. Se l'offesa è recata a un Corpo giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate».
«Visto che a quanto pare ancora non si è capito, per evitare ulteriori problematiche, che potrebbero anche ricadere sugli admin, d'ora in poi chi si ravviserà in queste casistiche sarà bannato direttamente dal gruppo e non si esclude la possibilità di procedere con una querela come in questo caso», conclude Caremi.