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Fuggita con la figlia in Costa Rica, il papà: «Non mi arrendo»

Cora, 11 anni, era stata portata in Costa Rica nel marzo 2022: la madre, che risiedeva a Olgiate Molgora, ha ottenuto per sé e per la bambina asilo politico

Fuggita con la figlia in Costa Rica, il papà: «Non mi arrendo»
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Fuggita con la figlia in Costa Rica da Olgiate Molgora, il papà non si arrende e chiede di rivedere la sua bambina. Cora, 11 anni, era stata portata in Sudamerica nel marzo 2022: la madre, che risiedeva in paese, ora ha ottenuto per sé e per la bambina asilo politico.

Fuggita con la figlia in Costa Rica, il papà: "Non mi arrendo"

Sperava di poterla riabbracciare presto e nella sua casa a Somma Lombardo aveva già preparato una cameretta per lei.

Cora, fuggita con la mamma Annalisa Lucifero nel marzo del 2022 da Olgiate, invece resta in Costa Rica. La madre, 41 anni, ha infatti ottenuto per sé e per la figlia asilo politico, evitando così il rimpatrio della ragazzina, 11 anni, in Italia.

Annalisa Lucifero e la figlia Cora

La notizia a papà Stefano, che ha sia l’affidamento dei figli più grandi, 16 e 14 anni, che di Cora, è arrivata mercoledì. «Annalisa ha ottenuto lo status di rifugiata politica e questo ha portato alla fine del processo per sottrazione di minore con un non luogo a procedere - ha spiegato il padre, che da ormai quasi due anno cerca senza successo di riportare la figlia in Italia - La prima richiesta era caduta nel nulla per la scadenza dei termini di presentazione dei documenti, mentre la seconda è stata incredibilmente accolta».

Già, perché sia l’avvocato del padre che i diplomatici italiani in Costa Rica erano convinti che l’istanza sarebbe stata rigettata. «Annalisa ha dichiarato di essere stata vittima in Italia di maltrattamenti domestici e persecuzioni, non so se parlasse di me o meno - ha proseguito l’uomo - Per quanto mi riguarda sono tutte falsità: io e lei non avevamo alcun tipo di contatto né di dialogo da anni. Anche dalle carte processuali si evince che non ci sono prove che attestino che quello che ha dichiarato Annalisa sia la verità, eppure ora gode di asilo politico e mia figlia non può tornare in Italia».

In questi mesi papà Stefano e i figli maggiori hanno sentito la bambina al telefono in diverse occasioni, sempre con la supervisione della madre: «Pare che Cora sia stata sentita per la richiesta d’asilo. Non so cosa abbia dichiarato, ma anche al telefono non sembra in grado di parlare liberamente. Dice che sta bene, va a scuola e fa sport, ma è lontana dal suo mondo».

Lontana dagli affetti, certo, ma anche dalle tante amicizie create a Borlengo, dove abitava con la mamma in una corte, dalla sua scuola e dalla Parrocchia, che frequentava abitualmente prima della partenza. Scoperta la decisione del tribunale di affidare la bimba al papà, mamma Annalisa aveva messo in vendita mobili e oggetti personali, aveva studiato lo spagnolo e acquistato dei biglietti aerei per il Centroamerica. Facendosi accompagnare da un amico in stazione a Olgiate, aveva poi fatto perdere le sue tracce.

«Io non mi arrendo, è giusto che Cora torni a casa sua. Con l’avvocato stiamo cercando di capire come muoverci. Contatterò l’ambasciata, i politici e persino trasmissioni televisive: com’è possibile questa situazione?» ha concluso abbattuto ma al tempo stesso determinato il papà della ragazzina che a Olgiate tutti ricordano con grande affetto.

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