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Estorsioni a luci rosse: sgominata una banda criminale

L'operazione è iniziata a ottobre 2020, dopo la denuncia di un cittadino

Estorsioni a luci rosse: sgominata una banda criminale
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È partita da Cantù un’indagine per diversi episodi di estorsioni a luci rosse che ha portato a nove tra indagati e denunciati, uno dei quali già in carcere con precedenti specifici, e due misure cautelari agli arresti domiciliari. Il fascicolo è in capo alla procura di Lecco col sostituto procuratore della Repubblica, Andrea Figoni.  

Estorsioni a luci rosse: le indagini partite dalla denuncia di un canturino

L’operazione, come riportano i colleghi di primacomo.it è scattata a ottobre 2020, dopo la denuncia di un cittadino canturino alla Polizia locale di Cantù.

“Era stato vittima di tre episodi di estorsione con pagamenti che ammontavano a 2.500 euro. Si trovava alla vigilia di una nuova consegna, di ulteriori 600 euro, ed era esasperato dalla situazione”, ha spiegato Gabriele Caimi, vice comandante della Polizia locale canturina. Da lì sono quindi partiti accertamenti con l’analisi dei tabulati telefonici e delle conversazioni avvenute via whatsapp. La vittima era stata adescata su un social network da una ragazza, la quale risulta parte integrante della banda criminale. “La manovra estorsiva – ha continuato Caimi – si basava sull’imbarazzo della vittima nel vedere rilevate alla famiglia e al pubblico supposte attività erotiche”.

Su delega del dottor Figoni, superando quindi la competenza territoriale che si è estesa anche a Mariano, Nibionno, MonticelloBesana BrianzaCasatenovo e Missaglia, gli agenti sono intervenuti in un centro commerciale di Anzano del Parco con l’acquisizione di alcune immagini dell’episodio estorsivo e la targa del veicolo dei malviventi.

“Dalla targa siamo poi risaliti al proprietario, ricostruendone il tragitto, che passava anche da Cantù. Abbiamo poi ricostruito i legami di parentela e amicizia che legava gli esecutori materiali del fatto estorsivo. Da qui è infine emerso un piano più esteso con nove persone indagate”.

Gli agenti hanno effettuato pedinamenti e successivamente hanno simulato una consegna di denaro, cogliendo sul fatto gli autori.

Intercettazioni e perquisizioni

“Abbiamo individuato fisicamente alcuni dei complici e abbiamo ottenuto una serie di intercettazioni telefoniche (grazie anche alla collaborazione dei Carabinieri di Merate) a seguito della mancata consegna di denaro”, ha proseguito Caimi.

Sono poi scattate le perquisizioni, una della quali proprio, a Nibionno, a casa di uno degli autori materiali dell’estorsione, dove sono stati trovati 30 grammi di sostanza stupefacente di tipo marijuana, bilancini e un fucile ad aria compressa.

Diverse persone nella rete dei malviventi

Nella rete dei malviventi non era finito solo l’uomo da cui è partita l’indagine, nella sua stessa situazione infatti c’erano diverse altre persone, a loro volta vittime di estorsione. Le indagini sul caso proseguiranno anche nelle prossime settimane.

Coinvolti nell’operazione, che è stata denominata «Camelot», 12 tra agenti ed ufficiali della Polizia locale, tra cui personale in borghese. Tra questi anche quattro in rinforzo dal comando di Como e due equipaggi del nucleo cinofilo.

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