Esame del Dna sulle cacche dei cani per rintracciare i proprietari
E' una delle ipotesi al vaglio dell'Amministrazione comunale di Imbersago per arginare un fenomeno fastidiosissimo.
Slalom tra le deiezioni canine sui marciapiedi di Imbersago. L’Amministrazione comunale propone una soluzione drastica (e stravagante...): esame del Dna sugli escrementi per rintracciare i padroni “sporcaccioni”.
Un fenomeno fastidioso
Una polemica, quella relativa all’accumularsi di escrementi di cani sulle strade pedonali di Imbersago, che è stata nuovamente alimentata negli scorsi giorni anche attraverso le pagine social. Sono molti gli imbersaghesi che non hanno esitato ad esprimere il proprio disagio sottolineando la sporcizia causata da padroni di cani indisciplinati. Un problema che è stato ammesso anche dall’Amministrazione comunale che sta però lavorando ad una ricetta ad hoc per risolvere la questione definitivamente. «Molti hanno notato quello che succede, a dimostrazione che non è la fantasia di un sindaco talebano - ha scherzato il primo cittadino Fabio Vergani - Stiamo studiando alcune soluzioni che possono fare da deterrente per educare le persone, tra queste una viene dal comune di Marnate, nel Varesotto».
Esame del Dna ai cani
In particolare, nel piccolo Comune poco distante da Busto Arsizio, da qualche tempo i cani vengono sottoposti a prelievo del Dna: uno strumento che permette agli amministratori di analizzare le deiezioni canine e risalire in questo modo al proprietario colpevole. «E le multe sono molto salate, si aggirano intorno ai mille euro. Per cui è un ragionamento che è stato fatto, anche se penso abbia senso soprattutto se dovesse diventare intercomunale», ha proseguito Vergani.
Controlli a tappeto
Il sindaco ha comunque promesso ulteriori controlli. «Noi procederemo in ogni caso con controlli a tappeto per cercare di limitare il fenomeno. In ogni caso pare che a Marnate l’espediente abbia funzionato. Lo scopo non è solo multare, ma proprio cercare di far crescere una sensibilità nuova», ha aggiunto. «Ci eravamo anche informati e sembra sia possibile richiedere una sorta di patentino ai proprietari di cani. Sicuramente le sanzioni anche quando impugnate, hanno resistito. Il Dna verrebbe inserito nel regolamento di Polizia urbana», ha concluso.