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Ecco perché la Lombardia resterà in zona rossa o arancione almeno fino a maggio

Con il decreto che entrerà in vigore da dopo Pasqua, l'Esecutivo terrà l'intero Paese in zona rossa o arancione per almeno un altro mese

Ecco perché la Lombardia resterà in zona rossa o arancione almeno fino a maggio
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L’ufficialità dovrebbe arrivare martedì 30 marzo, dopo l’incontro fissato per il pomeriggio di lunedì tra i ministri Speranza e Gelmini con i presidenti delle Regioni. Qui verrà comunicata la decisione presa dal Governo dopo l’ultimo monitoraggio di ieri, venerdì 26: fino a fine aprile non ci sarà alcuna zona gialla in Italia.

Lombardia rossa e arancione almeno fino a maggio

Una linea decisamente rigorosa, quella scelta dall’Esecutivo. E figlia principalmente di tre valutazioni: la prima è che i dati ancora non sono abbastanza buoni da pensare di mollare un po’ la stretta; la seconda è che, con la volontà di accelerare la campagna vaccinale nel prossimo mese, è fondamentale evitare “ritorni di fiamma” del contagio; la terza è fare in modo che il combinato di chiusure, arrivo del caldo e vaccinazioni permetta finalmente di guardare al futuro con maggiore ottimismo, senza una nuova altalena tra chiusure e aperture.

Unica “concessione” voluta fortemente dal premier Draghi, come sappiamo, è la riapertura, dal 7 aprile, delle scuole, almeno fino alla prima media, anche nelle zone rosse.

Le motivazioni al di là dei numeri

La Lombardia, dunque, da qui alle prossime settimane potrà al massimo aspirare al passaggio in zona arancione. Una misura che darà un minimo di fiato ai negozi, che potranno riaprire, e alle persone, che almeno nei Comuni di residenza o domicilio potranno muoversi con maggior libertà. Comprensibilmente delusi baristi e ristoratori invece, che si vedranno costretti, almeno per un altro mese, a fare affidamento solo su asporto e consegne a domicilio.

Intanto, fino almeno a Pasqua, si resta in zona rossa. Perché sebbene l’Rt lombardo sia effettivamente sceso sotto la soglia critica di 1.25, arrivando a 1.08, gli altri parametri regionali restano ancora preoccupanti. L’incidenza ad esempio, ovvero il numero di casi settimanali ogni centomila abitanti, è ancora superiore a 250, pari a 289. E anche i carichi ospedalieri, sebbene in calo, restano elevati. Del resto, abbiamo imparato che, purtroppo, il virus riempie molto più velocemente i reparti (di terapia intensiva e ordinari) rispetto a quanto questi si svuotino.

Possibili correzioni si valuteranno nel tempo

In quest’ottica, la speranza è di diventare almeno arancioni dal 6 aprile. Significherebbe che anche questi parametri, oltre all’Rt, hanno continuato la loro discesa. Parallelamente, il 7 aprile entrerà in vigore il nuovo decreto del Governo. Quello, appunto, che dovrebbe tenere l’Italia intera tra il rosso e l’arancione almeno fino all’inizio di maggio. Una scelta che non piace al centrodestra e a diversi governatori. Ma, come ha detto Mario Draghi rispondendo a Matteo Salvini, sono i dati a parlare.

Nulla esclude che delle correzioni possano essere fatte in corsa proprio sulla base di eventuali e importanti miglioramenti della situazione epidemiologica, consentendo ad esempio ai ristoranti di aprire almeno a pranzo come in zona gialla, ma di certo gli spostamenti resteranno il più possibile bloccati per tutti.

Spostamenti e seconde case

A proposito di spostamenti. Al di là delle regole relative alle singole zone colorate, verrà prorogato anche il divieto di spostamento tra Regioni se non per motivi di lavoro, urgenza o necessità. Nel fine settimana di Pasqua (3, 4 e 5 aprile) il Governo ha concesso la deroga per andare a trovare parenti e amici nella stessa Regione e non è escluso che possa prevederla anche per il 25 aprile e l’1 maggio, quando l’Italia tornerà interamente rossa.

Dovrebbe restare valido, infine, lo spostamento verso le seconde case, anche fuori Regione. In questo caso, però, sono già diverse Regioni ad aver bloccato questa possibilità con delle apposite ordinanze (Toscana, Valle d’Aosta, Puglia, Alto Adige e Campania).

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