La storia

Dopo il congedo alleva Golden Retrievers

Dal 2018 Antonio Sartor si è trasferito a Travo, in provincia di Piacenza, in seguito all’incontro con Giovanni Monteverde

Dopo il congedo alleva Golden Retrievers
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È stato direttore finanziario della Spreafico di Dolzago, assessore nella Giunta di Italo Bruseghini e ora, su indicazione della Provincia, fa parte del CdA di Lariofiere. Antonio Sartor, 61 anni, da quando nel novembre 2018 è andato in pensione, e dopo aver conosciuto Giovanni Monteverde si è trasferito a Travo, in provincia di Piacenza, nella Val Trebbia, ed è diventato un allevatore di Golden Retrievers.

Dopo il congedo alleva Golden Retrievers

Non un allevamento qualunque, ma un’attività che ha scritto la storia del Golden Retrievers  in Italia conquistando i più importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. “Ho sempre amato i cani, ma quando nel 2018 sono entrato in contatto con Giovanni Monteverde dell’allevamento Olvinglay mi si è aperto un mondo - ci ha confidato Sartor - i Golden Retrievers sono cani stupendi, di una dolcezza unica, e così quando sono andato in pensione mi sono trasferito qui, anche se continuo ad avere rapporti con Valgreghentino dove abita mia figlia, con Olginate dove sono ancora presidente dell’Aido e con il territorio in generale avendo questo incarico in Lariofiere”.

Ma è una passione o un’attività economica?

“Una passione. Nel nostro allevamento abbiamo solo otto Golden Retrievers, che curiamo con grande attenzione, che vivono con noi, che ogni giorno portiamo a camminare per circa sei chilometri… Sono tutti campioni e hanno bisogno di molte accortezze e cure. Qui a Olvinglay non abbiamo box, alleviamo un numero limitato perché puntiamo sulla qualità e non sulla quantità, facciamo solo due cucciolate all’anno e consegnamo i piccoli solo quando compiono 60 giorni. In questo periodo a casa ci sono anche 18 cuccioli i quali hanno già tutti un’amorevole famiglia che li attende”.

Giovanni Monteverde, 26 anni, è sempre stato a contatto con la natura e gli animali sin da piccolo, e i suoi genitori avevano una grande azienda agricola. Poi a soli 14 anni è esplosa la passione per i Golden Retrievers. “Sono cani da caccia eleganti, hanno la dote innata di essere straordinari compagni di vita, dolcissimi e hanno una grande necessità di contatto umano. Con il passare del tempo questa passione è diventata uno stile di vita”.

Ma come si crea un campione?

“Serve molta pazienza, un grande lavoro di selezione, unire le giuste linee di sangue per avere soggetti che rispecchino lo standard di razza alla perfezione, uno studio accurato dei pedigree, la corretta scelta dello stallone, una sana e curata alimentazione, un programma per tenere il cane in condizioni fisiche perfette… Ho imparato tutti questi segreti quando dal 2012 sono stato ospite per diverso tempo di un’allevatrice inglese, la quale con grande amorevolezza mi ha trasmesso tutto il suo pluriennale sapere, è stata la mia mentore”.

L'allievo, però, ha superato il maestro visto che ha conquistato 10 titoli italiani di bellezza, 2 campionati inglesi terra dove è nata la razza, 1 titolo di campione mondiale per il migliore di razza e l’anno scorso il migliore di razza al Crufts, l’esposizione più rinomata al mondo. Il top. Ma c’è un altro sogno dopo tutti questi straordinari successi che fanno di Olvinglay un’eccellenza internazionale? “Certo - conclude Monteverde - Vincere la gara di bellezza assoluta, quella non solo del Golden Retriever come l’anno scorso, quando abbiamo comunque toccato il cielo con un dito, ma di tutte le razze su un lotto di almeno 22 mila concorrenti”. E, ne siamo certi, Giovanni Monteverde e Antonio Sartor, centreranno anche questo successo.

 

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