Coronavirus: le cinque proposte di Api Lecco per ripartire
Inviati ieri a Roma i suggerimenti per rimettere in moto il sistema industriale: liquidità immediata, abbassamento dei costi e nuove linee produttive.
L’emergenza che sta affrontando il nostro Paese in queste settimane vede il sistema sanitario nazionale in prima linea, ma subito dietro c’è il mondo delle imprese che in questo periodo di pausa forzata sta cercando di trovare la strada per rimettersi in moto appena sarà possibile. "Il nostro è un mondo rappresentato non solo dagli imprenditori, ma anche da migliaia di lavoratori del nostro territorio e dalle loro famiglie che oltre dall’emergenza sono giustamente preoccupati per il futuro lavorativo" spiegano da Api Lecco.
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Coronavirus: le cinque proposte di Api Lecco per ripartire
L'associazione dell piccole imprese lecchesi, attraverso il suo Presidente Luigi Sabadini, la giunta e i direttori Marco Piazza e Mario Gagliardi, è in contatto costante con i vertici di Confapi per cercare una soluzione immediata a questo periodo di incertezza, appena sarà possibile ritornare al lavoro, e soprattutto fornire proposte concrete e utili per il mondo industriale italiano.
"Proprio ieri abbiamo inviato a Roma i nostri suggerimenti per far ripartire il sistema industriale italiano che vi riassumiamo:
- Congelamento dei pagamenti tra le parti: proroga dei termini di pagamento fra tutti i soggetti economici di 60-90 giorni. Così da congelare la situazione, facendo fronte comune alle difficoltà a prescindere dal potere contrattuale.
- Garantire il futuro pagamento tramite le agenzie governative: Sace, Simest, Mediocredito Centrale e Cassa Depositi e Presiti assumano il ruolo di sostenitori, ma anche garanti del pagamento.
- Incentivare la riconversione delle linee produttive: creare le condizioni ideali per tornare a produrre in Italia articoli che fino a prima dell’emergenza erano stati dismessi perché economicamente poco vantaggiosi, come ad esempio le mascherine o il gel disinfettante.
- Ripristino di una tipicità e sostenibilità di alcune produzioni: guardare oltre il periodo emergenziale creando nuove produzioni che porterebbero così vantaggi a breve e lungo termine in ambito occupazionale.
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Abbattere i costi di produzione: in particolare quelli relativi al personale, che, solo per determinate linee produttive, potrebbe beneficiare di particolari sgravi fiscali e contributivi che non incidano sul costo del prodotto stesso".