Coronavirus: 3 nuovi tamponi positivi nel Lecchese, 32 nella Bergamasca
L'epidemiologo Demicheli “I debolmente positivi hanno una carica virale molto bassa”
Coronavirus: 3 nuovi tamponi positivi nel Lecchese e 32 nella Bergamasca. Questi il dati forniti oggi dalla Regione . Analizzando i dati su scala regionale i nuovi positivi sono invece 157, a fronte di 10.464 tamponi analizzati (ieri erano stati 216, con 11.475 tamponi processati). La percentuale tra tamponi effettuati e casi positivi è quindi pari all’1,5 per cento (ieri era dell’1,9 per cento), mentre i lombardi contagiati dal virus salgono a 92.675.
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Le presenze nei reparti di terapia intensiva restano stabili, con un totale di 60 pazienti, mentre prosegue la diminuzione del numero dei malati ricoverati nei reparti di degenza ordinaria, pari a 1.537 persone (136 in meno di ieri).
Su scala regionale calano anche i dati riferiti agli attualmente positivi, in totale 14.045 (602 in meno) e ai nuovi decessi. Le vittime di oggi sono 18 (ieri erano state 36), un numero che porta il totale dei lombardi morti ufficialmente a causa del Covid a 16.534 persone.
"Dei 157 casi positivi riscontrati oggi – specifica l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera -, 94 sono riferibili a tamponi eseguiti in seguito ad una positività allo screening sierologico. Si tratta quindi di persone con sintomatologia pregressa, il cui esito del tampone è risultato “debolmente positivo”. Ulteriori 8 casi riguardano ospiti delle Rsa e 4 operatori socio sanitari".
I casi per provincia
I casi per provincia con la differenza rispetto a ieri
Milano 24.061 (+43) di cui 10.230 (+22) a Milano citta’
Bergamo 14.065 (+32)
Brescia 15.415 (+21)
Como 4.043 (+8)
Cremona 6.574 (+6)
Lecco 2.811 (+3)
Lodi 3.554 (+2)
Mantova 3.437 (+12)
Monza e Brianza 5.719 (+7)
Pavia 5.533 (+7)
Sondrio 1.557 (+3)
Varese 3849 (+7)
e 2.057 in fase di verifica.
Il parere dell’epidemiologo Demicheli
“I nuovi casi positivi riscontrati negli ultimi giorni sono frutto dell’intensificarsi dell’attivita’ di screening avviata dalle Regioni”.
Lo sostiene Vittorio Demicheli, epidemiologo e direttore sanitario dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Citta’ Metropolitana di Milano, e membro della Cabina di Regia del monitoraggio Covid del Ministero della Salute.
La situazione in Italia
“Questa settimana – spiega Demicheli – abbiamo riscontrato qualche leggero aumento probabilmente legato al fatto che molte regioni, come la Lombardia, hanno cominciato la ricerca attiva di casi tramite screening della popolazione, soprattutto attraverso test sierologici”.
“Contemporaneamente pero’ – precisa – si sono registrati alcuni nuovi focolai. in Lombardia sono microscopici, altrove invece sono piu’ grandi. Ne deriva che, per quanto il lockdown sia stato efficace, e’ meglio essere prudenti perche’ il virus e’ ancora in grado di trasmettersi”.
La situazione in Lombardia
A proposito dei numeri della Lombardia, Demicheli spiega che il sistema nazionale che non e’ ancora in grado di distinguere quanti casi derivano dagli screening e quanti sono veramente nuovi. “In Lombardia, invece, sappiamo quanto sono attribuibili al primo caso e quanti al secondo. Negli ultimi giorni abbiamo assodato che piu’ della meta’ dei nuovi casi deriva da positivita’ riscontrate da test sierologici. Li definiamo casi ‘vecchi’, ‘debolmente positivi’ e con una carica virale cosi’ bassa che probabilmente non e’ piu’ in grado di
trasmettere l’infezione. Da un punto di vista della pericolosita’ quindi, non sono come i ‘nuovi casi’ che invece hanno bisogno di essere rapidamente rintracciati e messi in quarantena”.
Secondo Demicheli e’ anche fondamentale valutare il continuo e costante calo dei ricoverati in terapia intensiva e degli accessi ai Pronto soccorso.
Per quanto riguarda la capacita’ di ricoverare nel caso l’epidemia riprendesse, Demicheli rassicura:
“questo versante, che tecnicamente chiamiamo della resilienza, nella nostra Regione e’ assolutamente rassicurante. La nostra capacita’ di far fronte ad una seconda, eventuale, ondata in questo momento e’ senz’altro buona”.
L’attenzione, secondo Demicheli, deve comunque rimanere alta. “Non e’ ancora arrivato il momento – spiega – di abbassare la guardia sul distanziamento fisico, non su distanziamento sociale. Le persone possono frequentarsi e avere rapporti soddisfacenti, bisogna pero’ tenere sempre un’adeguata distanza fisica”.
Infine un commento al numero di tamponi effettuati in Lombardia:
“I nostri numeri dicono che quantitativamente ne facciamo tanti, poi sono sinceramente un po’ infastidito dai tanti professori che ci fanno la lezione. Ci devono dire quali sono i test che dovremmo fare e che non stiamo facendo per esserci di utilita’, senno’ sono polemiche sterili”.