in bergamasca

Chiama i carabinieri per lite, trovate armi illegali

Aveva chiesto l'intervento delle forze dell'ordine dopo una violenta rissa con il figlio, ma a processo, ci è finito G.B., 61enne di Carvico, dopo che in casa gli hanno trovato tre fucili non dichiarati

Chiama i carabinieri per lite, trovate armi illegali
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Chiama i carabinieri per una violenta lite, ma sono state trovate armi illegali: sequestrati tre fucili. A processo un 61enne di Carvico per armi non dichiarate: tutto nasce da un episodio singolare. Le armi sono state sequestrate e l'imprenditore agricolo adesso è in libertà.

Chiama i carabinieri dopo una violenta lite

Aveva chiamato i carabinieri dopo una violenta lite con il figlio, ma mai si sarebbe aspettato un epilogo del genere: a processo, infatti, ci è finito G.B., 61enne di Carvico, dopo che in casa gli hanno trovato tre fucili non dichiarati.

All’udienza l’imputato, imprenditore agricolo, nella giornata di ieri, giovedì 5 gennaio 2023, aveva avuto una discussione con il giovane mentre si trovavano nella sua abitazione, a causa di un paio di chiavi per aprire il solaio. Stando alla testimonianza del genitore, a un certo punto l’altro lo avrebbe aggredito, provocandogli anche un’escoriazione sul viso. Tuttavia, l’uomo sarebbe infine riuscito a bloccarlo contro il muro, mentre la moglie chiamava le forze dell’ordine per evitare che la situazione degenerasse.

Dalla lite alla detenzione di armi illegali

In seguito, però, è venuto fuori un altro problema: gli hanno chiesto se avesse armi in casa, al che lui ha risposto che effettivamente ne aveva. Due fucili che in origine appartenevano al padre, ora deceduto, intestati poi al fratello ma rimasti lì. Oltre a quelli, un Flobert (un’altra arma da caccia) ricevuto da un bresciano circa 39 anni prima. Tuttavia, non erano mai stati denunciati e per questo ne ha dovuto rispondere davanti a una corte.

Nel corso della discussione con il figlio, avrebbe anche pronunciato due frasi poi contestate: «Se viene gli passo sopra con il trattore» e «Ti uccido con il fucile», quest’ultima mai proferita secondo l’imputato. Il pm aveva concordato con la Difesa sei mesi, da convertire in lavori socialmente utili, ma la Corte si è riservata di posticipare la decisione in attesa di approfondimenti dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna). Il 61enne è libero, ma gli oggetti non dichiarati, le armi illegali, sono stati sequestrati dai militari.

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