Catturata dopo cinque anni con l'Isis, ora è in carcere a San Vittore I DETTAGLI DELL'OPERAZIONE

Nel 2015 aveva lasciato la sua casa di Bulciago per partire, insieme al marito Mohamed Koraichi (a novembre lanciò un appello disperato per tornare a casa), italiano di origini marocchine che in passato aveva vissuto a Valmadrera, e i loro tre bambini (oggi di figli ne ha quattro), per arruolarsi nello Stato Islamico in Siria. Alice Brignoli è stata catturata nella giornata di ieri, lunedì 28 settembre 2020, e trasferita quest'oggi in carcere a San Vittore, dove domani verrà interrogata.

I dettagli dell'operazione

"Non ha mostrato resistenza". Così Alberto Nobili, a capo della sezione antiterrorismo della Procura a Milano ha raccontato durante la conferenza stampa di questa mattina i dettagli dell'operazione, che ha visto il lavoro fianco a fianco tra i Carabinieri del Ros e degli agenti dell'Fbi americana. La Brignoli è stata catturata nel campo profughi di Al Hawl, nella Siria settentrionale, controllato ormai da mesi dalle milizie curde. Pare che la bulciaghese, che è stata definita "una vera e propria combattente" e dunque fermamente convinta delle idee estremiste islamiche, svolgesse la funzione di "guardiana" nei confronti di altre donne partite per il sedicente Califfato.

La morte del marito

Sempre nel corso della conferenza stampa di questa mattina è stata data la notizia della morte del marito Mohamed Koraichi. Nello scorso mese di novembre, intervistato dalle telecamere di Studio Aperto, aveva chiesto disperatamente di poter tornare a casa, quasi pentito della sua folle scelta compiuta con la moglie nel 2015. Non sarebbe dunque deceduto da martire, come probabilmente aspirava quando è partito per la Siria, ma a causa di problemi intestinali.