Caos vaccini all'ospedale, le Rsu: "Non serve il Nobel per la pace ma assunzioni"
"Vogliamo turni meno massacranti, il rispetto, più sanità pubblica e una classe dirigente all’altezza della situazione"
"Non vogliamo la candidatura al premio Nobel della pace, vogliamo semplicemente più assunzioni, turni meno massacranti, il rispetto, più sanità pubblica e una classe dirigente all’altezza della situazione". Così le Rsu dell'Asst di Lecco hanno commentato il caos vaccini verificatosi al punto vaccinale dell'ospedale di Merate.
Caos vaccini: "Vergognosa incapacità della classe politica e dirigenziale"
"Leggiamo dai vari organi di stampa la vergognosa incapacità dei rappresentanti dell’istituzione della classe politica/dirigenziale di gestire anche la fase della vaccinazione, sia per quanto riguarda la logistica, sia per quanto riguarda la gestione operativa - scrivono le Rsu dell'Asst di Lecco nella nota stampa diffusa poco fa - Soprattutto rimaniamo sempre più basiti dal fatto che non si coinvolgano i rappresentanti dei lavoratori, che ormai da un anno sono in trincea nei vari presidi sanitari, stremati dai contagi, dall’assenza di personale e dalla pressione che subiscono sia dal punto di vista psicologico e professionale da turni massacranti e mancate sostituzioni".
"Senza nuove assunzioni e sostituzioni non si va da nessuna parte"
"Spiace ancora una volta dover ripetere che senza infermieri, medici, amministrativi, tecnici sanitari e senza vaccini non si va da nessuna parte; anche in questa vicenda dei vaccini da somministrare alla popolazione, si constatano le lacune organizzative e operative da parte dei vari enti competenti ASST ATS e RL. Ci permettiamo di proporre come metodo di lavoro per pianificare la vaccinazione, di partire dalle forze umane e professionali, che si possono mettere in campo per poi allestire i luoghi e le logistiche, perché senza il personale e senza vaccini rimarranno vuote e inutilizzate. Senza nuove assunzioni e sostituzioni, non possiamo accettare di continuare a spremere professionisti che stanno supplendo da un anno alle carenze del sistema sanitario lombardo".
"Così non va bene e si vede ogni giorno che passa"
"Cosi non va bene e si vede ogni giorno che passa, i nostri colleghi, abbandonano l’ASST di Lecco per approdare in altre realtà private o pubbliche. Riproponiamo quindi di dare priorità all’utilizzo dei servizi sanitari distrettuali e ospedalieri presenti in tutte le aree Bellanese Meratese e Lecchese, molto più vicini alla popolazione per la somministrazione dei vaccini, servizi che nonostante i tagli subiti e le chiusure possono essere utilizzati e rivalorizzate per quest’operazione vaccinale".
Il personale decimato e stremato dalla pandemia
"Chiediamo pubblicamente perché ormai siamo esclusi da ogni tavolo decisionale e avendo proclamato uno sciopero il 14 maggio 2021, una corretta trasparenza, che possa tutelare i lavoratori di quest’ASST per non aggravare e far ricadere ancora una volta tutto sul personale, ormai decimato e stremato dalla pandemia. Siamo molto preoccupati; ci troviamo di fronte ad una ripresa dei contagi, ad una terza ondata che porterà e sta già portando ad un aumento dei ricoveri, a cambiamenti logistici; l’incremento necessario dell’attività vaccinale, e delle ordinarie attività stanno producendo un pressione che sarà micidiale senza l’adeguamento degli organici".
"Si apra un tavolo con tutte le istituzioni e le parti sociali"
"Questo metodo di lavoro, verticista è deleterio, le passarelle mediatiche e gli annunci mediatici ci hanno stancato; si apra un tavolo con tutte le istituzioni e le parti sociali, che sia capace di condividere e programmare, non di imporre soluzioni improvvisate e faraoniche destinate al fallimento. Forse è ora di ascoltare chi da più di un anno chiede un tavolo di coordinamento prefettizio con le istituzioni, sindaci, forze sociali, organizzazioni sindacali, vertici ASST ATS rappresentanti della Regione. Spiace costatare che il fai da te e l’improvvisazione senza nessuna programmazione porta al caos, finalmente consideriamo positivamente la scesa in campo dei sindaci che protestano per incapacità ormai conclamata di una classe dirigente che dovrebbe farsi da parte. Infine è lodevole lo sforzo dei comuni mettendo a disposizione spazi risorse e volontari ma rimane inconcepibile che si debbano sostituire alla Regione Lombardia e alle ASST /ATS per rispondere al sacrosanto diritto di essere vaccinati dei loro cittadini".
"Non serve il Nobel, servono assunzioni"
"Non vogliamo la candidatura al premio Nobel della pace vogliamo semplicemente più assunzioni, turni meno massacranti , il rispetto e il giusto riconoscimento della professione, del nostro lavoro, più sanità pubblica e una classe dirigente all’altezza della situazione".