AstraZeneca, basso utilizzo in alcune regioni. La Lombardia: “Datele a noi”
Servono vaccini per far funzionare i centri a pieno regime e in diverse regioni ci sono centinaia di migliaia di dosi non utilizzate, che le persone non vogliono.
In Lombardia il vaccino di AstraZeneca viene utilizzato al 90% ma non in tutto il Paese è così. In Sicilia, ad esempio, rimane nel frigorifero la metà delle dosi disponibili.
Alcune regioni usano poco AstraZeneca. La Lombardia: “Datele a noi”
Alti tassi di rifiuto, carte false per non riceverlo e campagne vaccinali che non decollano perché, in sostanza, si ritrovano con “un’arma” in meno. Troppa la paura di reazioni avverse con AstraZeneca (che, ricordiamo, sono state registrate in percentuali ben inferiori allo zerovirgola) frenano la corsa alle immunizzazioni in diverse parti d’Italia. Quasi metà Paese infatti presenta tassi di utilizzo inferiori al 60%. La Lombardia invece li utilizza al 90%, al massimo di quanto richiesto dalla struttura commissariale. E piuttosto che lasciare quelle dosi nei frigo, se qualcuno non li vuole la Lombardia è pronta a prenderli.
Fontana: “Noi pronti a ricevere le dosi rifiutate”
La prima proposta era stata lanciata dal presidente della regione Attilio Fontana nei giorni scorsi, dal palco del Brixia Forum di Brescia.
“Se dovessero avanzare dosi rifiutate da utenti di altre regioni, noi saremmo pronti a riceverle per accelerare la campagna”.
Ieri la richiesta è stata rilanciata dal suo numero due Letizia Moratti, che ha dichiarato che a suo parere “il commissario (Figliuolo, ndr) debba favorire quelle Regioni che stanno rispettando i target dati. E noi li abbiamo anche superati”. Il tasso di rifiuto di AstraZeneca, riporta Moratti, sarebbe infatti inferiore all’1%. Niente spazio alla paura, c’è solo la voglia di uscire quanto prima dall’incubo del Covid. Un risultato questo che per la Vicepresidente è frutto anche dell’impegno dei medici nei centri vaccinali che “spiegano ai nostri cittadini che questo è un vaccino sicuro ed efficace”.
Proposte che hanno fatto subito scattare le polemiche, con il deputato Pd Filippo Sensi che critica il “doppio standard” a suo dire chiesto dalla Regione, che spingerebbe quindi per un vantaggio rispetto gli altri territori. Quale sia il “doppio standard” nel chiedere di poter utilizzare quanto altri non vogliono, non è chiaro.