Anziana fatta a pezzi con una sega e lasciata nella vasca bagno. Ascoltata una delle figlie
La figlia della vittima in caserma fino a tarda notte
Anziana fatta a pezzi con una sega e lasciata nella vasca bagno. Ascoltata una delle figlie. Il giallo di Melzo si infittisce. Dopo il macabro ritrovamento del cadavere di Lucia Cipriano, classe 1938, all'interno del suo appartamento al primo piano di una palazzina di via Boves, i Carabinieri continuano a indagare per ricostruire quanto accaduto. Come riportano i colleghi di primalamartesana.it sono state ascoltate le tre figlie, in particolare una rimasta in caserma sino a tarda serata.
Anziana fatta a pezzi con una sega e lasciata nella vasca bagno
Tutto è cominciato nella mattinata di ieri, giovedì 26 maggio 2022, quando una delle tre figlie della donna è tornata a casa da fuori Regione. Da tempo non aveva più notizie dirette della madre, così ha voluto vedere con i propri occhi le condizioni. Quando ha aperto la porta dell'appartamento la macabra scoperta: all'interno del bagno, avvolti in un telo, i resti del cadavere della donna in avanzato stato di decomposizione. Corpo mutilato e fatto a pezzi forse utilizzando una sega ritrovata dai militari all'interno dell'abitazione. A quel punto sarebbe sopraggiunta anche la seconda sorella, quella che solitamente si prendeva cura della madre in quanto risiedeva più vicino delle altre.
Ascoltata una delle sorelle
Proprio su quest'ultima si concentrano gli inquirenti. La donna è stata portata presso la Stazione dei Carabinieri di Melzo dove è stata ascoltata sino a tarda serata dal Pubblico ministero Elisa Calanducci che ha coordinato le operazioni. Nessuna ipotesi al momento è esclusa, ma a carico della donna, per il momento, non sono state formulate accuse. Anche grazie all'opera del Nucleo investigativo di Milano e agli esperti di Medicina legale si cerca di ricostruire le cause della morte di Lucia Cipriano, dettaglio fondamentale per fare chiarezza sulla vicenda.
Sconcerto della comunità
Una famiglia riservata e schiva che abitava da tempo all'interno della palazzina di via Boves. Sconcerto nella comunità di Melzo che ha visto gli inquirenti lavorare sino a tarda notte per completare i rilievi e le analisi all'interno dell'appartamento posto al primo piano della palazzina. La vittima era nota ai Servizi sociali che per un certo periodo l'avevano seguita nell'assistenza domiciliare, sino a quando il servizio era stato sospeso visto l'autosufficienza della signora. Che da tempo, però, non si faceva vedere. Anche i vicini di casa sono rimasti sconcertati nell'apprendere la notizia. Ieri, durante i primi sopralluoghi della Scientifica, molti di loro sono rimasti costretti fuori dalle proprie abitazioni. Nessuno di loro poteva immaginare quanto accadeva a un pianerottolo o una scala di distanza.