Abusi sessuali sui bambini seguiti dalla moglie, a processo
La prima ad accorgersene la madre di una bimba di cinque anni. Poi un ragazzo, ora diciottenne, ha confessato quanto accaduto anni prima

Due vittime, stesso imputato. Due fatti gravissimi di abusi sessuali avvenuti nei confronti di due bambini a distanza di dieci anni l'uno dall'altro, ma perpetrati dalla stessa persona: il marito della babysitter alla quale le famiglie affidavano i figli.
Abusi sessuali, a processo marito di baby sitter
Sconvolta, telefona al marito e la piccola ripete quelle parole. Si scopre, inoltre, che il 67enne aveva spalmato la crema sulla bambina in altre occasioni. In aula ha anche raccontato di quell'episodio in cui la piccola ha visto una banana in tv e dice «È come il pipino», indicando in che modo lo avrebbe toccato.
La coppia, dopo le prime avvisaglie, ha telefonato all'uomo, che per tutta risposta avrebbe replicato: «È lei che mi segue in bagno, chissà cosa vede in casa vostra».
Incredula la babysitter, moglie di lui, che è scoppiata in lacrime. La madre della piccola ha poi spiegato di aver lasciato il lavoro per stare con i figli: «Non mi fido più di nessuno».
«Mi mancava l'aria, ho perso dieci chili. Pensavo che fosse colpa mia»
Il secondo caso è emerso due mesi più tardi, ma è avvenuto molto tempo prima, più di dieci anni fa. Il padre del giovane, da poco diciottenne, ha raccontato la vicenda: da tempo il figlio sentiva dolori al petto e allo stomaco, ma nessun medico riusciva a trovare la causa. Poi, la madre è riuscita a farlo parlare: lui ha raccontato di quanto avvenuto una decina d'anni prima, con lo stesso uomo.
Aveva sei anni quando il compagno della babysitter gli aveva prima mostrato un porno e poi avrebbe effettuato atti sessuali reciproci, di diversa natura, avvenuti in diverse occasioni: perfino in campagna, durante dei giri in bici, e nel garage della casa di famiglia del ragazzo. Il padre, rientrato dal lavoro dopo la confessione, ha affermato di averlo visto subito diverso, come se «si fosse tolto un peso».
Le due figlie dell'imputati si sono avvalse della facoltà di non rispondere. Tuttavia, in aula è stato fatto sentire un vocale mandato da una di loro alla madre del giovane: «Sono venuta a sapere delle cose di mio papà, è come non averlo mai conosciuto - ha detto con voce spezzata - Ho iniziato un percorso da uno psicologo e sto vicina alla mamma. Vorrei aiutarvi in questa situazione orrenda, ma so che vostro figlio saprà superarla».
L'ultimo a parlare è stato il giovane. Per certe domande, chiede che gli estranei lascino l'aula prima di rispondere. Conferma quanto raccontato dal padre e aggiunge che l'uomo gli diceva «Non ti devi preoccupare, sono cose che fa anche tuo padre». Sul perché non abbia mai raccontato nulla, ha spiegato che solo crescendo ha capito cosa gli era accaduto e perciò ha iniziato a stare male. «Mi mancava l'aria, ho perso dieci chili. Non lo dicevo a nessuno perché mi vergognavo e pensavo che fosse colpa mia».