Gesto vergognoso

A scuola scritte che inneggiano all'assassino di Giulia Cecchettin

L'episodio, gravissimo, è avvenuto al liceo Zucchi di Monza

A scuola scritte che inneggiano all'assassino di Giulia Cecchettin
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Mentre sono tantissimi i momenti di riflessione sulla tragedia di Giulia Cecchettin (commemorata ieri nei Consigli comunali di Sirtori e Merate) e gli eventi dedicati alla Giornata contro la violenza sulle donne, in una scuola superiore compaiono scritte che inneggiano al suo assassino, Filippo Turetta.

L'episodio, gravissimo, è avvenuto al liceo Zucchi di Monza.

Scritte per l'assassino di Giulia Cecchettin

Come riporta Primamonza.it, mercoledì mattina (il 22 novembre) le studentesse del liceo classico Zucchi di Monza hanno trovato su una porta del bagno femminile dell’istituto di piazza Trento e Trieste la scritta «Turetta, salvaci tu» vergata con la bomboletta spray nera. Un chiaro riferimento alla vicenda di cronaca avvenuta in Veneto di cui sta parlando l’Italia intera da giorni e cioé la morte della 22enne Giulia Cecchettin avvenuta ad opera dell’ex fidanzato Filippo Turetta.

E proprio all’aggressore che ha perpetrato la violenza contro la ex dopo che lei lo aveva lasciato e voleva andare avanti con la sua vita, si è rivolto l’ignoto imbrattatore del liceo monzese, manifestando non solo vicinanza nei confronti del violento, ma inneggiando proprio al suo operato.

Immediato è stato l’intervento della dirigente scolastica Rosalia Natalizi Baldi non appena alcune ragazze hanno trovato la scritta e si sono recate in presidenza per denunciare l’accaduto. Ed è la preside a esprimere tutta la sua costernazione davanti a un episodio «di cui fatico anche a comprendere il senso, in un bagno femminile, per giunta», ha detto.

A scuola la mostra in corso

E ad aggravare la situazione il fatto che sarebbe accaduto il martedì nel pomeriggio, quando la scuola è rimasta aperta per consentire l’allestimento di una mostra che si ripete ogni anno per sensibilizzare proprio sul tema della violenza di genere. Spiega Natalizi Baldi: «Per la ricorrenza della giornata internazionale, organizziamo la mostra del filo: in pratica un filo rosso passa nei corridoi e nell’istituto e ogni classe può appendere disegni e pensieri sull’argomento».

Sembra strano quindi che possa essere uno studente dell’istituto l’autore del gesto, data la sensibilità dei ragazzi dello Zucchi che in passato si erano distinti presentandosi tutti in gonna a scuola (maschi e femmine) proprio «per manifestare il desiderio di vivere in un luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si è e di non essere definiti dai vestiti che si indossano».

Colpa di un esterno?

Di questo avviso è anche la preside: «Parliamo di un bagno vicino all’ingresso, nei pressi della cancellata, nessuno mi toglie il pensiero che possa essere stato un esterno a prendere di mira la porta dei bagni delle donne. Coi ragazzi ho parlato e c’è stata una ferma presa di distanza, la scritta è stata subito ripulita, ma resta il segnale che c’è ancora tanto da fare e cultura da diffondere e non solo dentro le scuole».

Intanto quello che è accaduto è diventato anche l’occasione per una riflessione più intensa, nell’ambito di un incontro su meet che già era in programma e che ha coinvolto tutte le classi oggi, venerdì 24 novembre 2023. «Avremmo comunque parlato del caso Cecchettin-Turetta e quindi abbiamo deciso di ampliare il discorso. Con la psicologa ci abbiamo già pensato, non ci fermiamo al minuto di silenzio, ma facciamo diventare quell’occasione un’ora di riflessione su un tema da tenere alto sempre».

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