18enne sopravvive al Covid grazie a un trapianto record di polmoni
Mentre a Lecco è ancora grande il dolore per la morte di Chiara Papini e altrettanto grande l'ammirazione nei confronti della sua famiglia che ha deciso di donare gli organi della studentessa di 19 anni, da Milano arriva una storia di speranza resa possibile grazie ad una donazione e un trapianto.
Mentre a Lecco è ancora grande il dolore per la morte di Chiara Papini e altrettanto grande l’ammirazione nei confronti della sua famiglia che ha deciso di donare gli organi della studentessa di 19 anni, da Milano arriva una storia di speranza resa possibile grazie ad una donazione e un trapianto record.
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Trapianto record di polmoni: salvato un 18enne al Policlinico di Milano
Un trapianto record effettuato al Policlinico di Milano ha permesso di salvare la vita a Francesco, un giovane di 18 anni perfettamente sano a cui però la pandemia aveva stravolto la vita. Il Covid gli aveva danneggiato irrimediabilmente i polmoni e il ragazzo aveva perso la capacità di respirare normalmente.
La storia di Francesco
Francesco inizia a sviluppare una febbre alta il 2 marzo scorso. Il 6 marzo viene ricoverato nella terapia intensiva realizzata nella tensostruttura all’Irccs ospedale San Raffaele di Milano per l’aggravarsi delle sue condizioni, e due giorni dopo, deve essere intubato. L’infezione ha compromesso i polmoni del ragazzo al punto che il 23 marzo i medici dell’unità di terapia intensiva cardiochirurgica del San Raffaele lo devono collegare alla macchina Ecmo, per la circolazione extracorporea. A metà aprile però il primo barlume di speranza: in un confronto con gli esperti della chirurgia toracica e trapianti di polmone del Policlinico di Milano, diretti dal dottor Mario Nosotti, i medici decidono di trapiantare nel giovane polmoni nuovi. Questa procedura non era praticamente mai stata tentata, ad eccezione di pochi rari casi in Cina e di un singolo caso a Vienna, eseguito la scorsa settimana.
La caparbietà dei medici
«Oltre alle competenze tecniche devo sottolineare la caparbietà e il coraggio dei colleghi del San Raffaele che, invece di arrendersi, ci hanno coinvolto in una soluzione mai tentata prima nel mondo occidentale – racconta il professor Nosotti, direttore della scuola di specializzazione in chirurgia toracica all’Università degli Studi di Milano -. La nostra esperienza prende spunto da quella del professor Jing-Yu Chen dell’ospedale di Wuxi in Cina, che conosciamo personalmente e con quale abbiamo discusso alcuni aspetti tecnici, dal momento che per ovvi motivi si è trovato a fronteggiare il problema prima di noi».
Dall’inizio del 2020 al Policlinico sono stati eseguiti già 9 trapianti, di cui 4 durante la pandemia. «Il nostro ospedale è tra centri più importanti d’Italia per l’attività trapiantologica, sia come volumi sia come capacità di innovazione – spiega Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano -. Nel 2019 abbiamo fatto ben 34 trapianti di polmone, siamo stati i primi a mettere in campo il ricondizionamento polmonare nel 2011, oltre che il primo prelievo da donatore a cuore non battente nel 2014».
Il commento di Attilio Fontana
«Riuscire a compiere quello che appare quasi un miracolo, in piena pandemia dimostra ancora una volta l’eccellenza della sanità lombarda – commenta il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana -. Esprimo a nome della Giunta e di tutti i lombardi le più vive congratulazioni a tutta l’equipe del Policlinico di Milano e al Centro Nazionale Trapianti, per essere stati pionieri di una pratica che potrà essere replicata in tutto il mondo, ma soprattutto per aver ridato la vita a questo giovane paziente, colpito in modo drammatico dal virus. A Francesco l’augurio più grande di tornare presto in forze»