Solidarietà

"Una protesi per una vita migliore", la raccolta fondi per Manuel

Il ragazzo, 22 anni, ha perso la gamba sinistra 5 mesi fa in un incidente in moto

"Una protesi per una vita migliore", la raccolta fondi per Manuel
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«Sembrerà strano, ma dopo l’incidente la mia vita è migliorata. E ora le mie forze sono concentrate per raccogliere fondi per poter acquistare una protesi per la mia gamba». E’ con grande serenità che Manuel Bortolotti, 22 anni e originario di Brivio anche se residente a Stezzano (Bg) da diverso tempo, racconta dell’incidente in moto che cinque mesi fa gli è costato la gamba sinistra e che lo ha spinto oggi, su consiglio dell’infermiera Giulia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, a dare il via a una raccolta fondi dal titolo «Una protesi per una vita migliore» sulla piattaforma online Go Fund Me.

"Una protesi per una vita migliore", la raccolta fondi per Manuel

«Non sono abituato a chiedere aiuto agli altri - racconta - Di solito sono io che do una mano, a costo di fare un passo indietro per ciò che serve a me. Sono quasi imbarazzato e non so come ringraziare le persone che donano. Le protesi però sono veramente costosissime e senza la raccolta fondi non saprei cosa fare».

Il costo complessivo è di ben 40mila euro, con la consapevolezza che dopo 8 anni la protesi non potrà più essere riparata in caso di bisogno. «Quello delle protesi è un mondo poco conosciuto, ci tengo a fare sensibilizzazione. I costi sono fin troppo elevati: solo per il ginocchio si parla di 33mila euro, a cui si aggiungono 7mila euro per portare la garanzia a 6 anni invece che 3. Ho intenzione di lasciare la raccolta fondi aperta perché dopo 8 anni, anche se si è disposti a pagare, le protesi non vengono più riparate, ma si è costretti ad acquistarne una nuova. E sto parlando di protesi di medio livello, ce ne sono alcune che costano anche più di 100mila euro. Ne vorrei acquistare una elettronica perché quelle meccaniche sono troppo basilari: ho visto un ragazzo che era stato amputato sopra il ginocchio, proprio come me, e con una protesi meccanica era comunque costretto a stare sulla sedia a rotelle. Io sono ancora giovane e vorrei avere una vita il migliore possibile».

Dopo un primo intervento, nei giorni scorsi Manuel è dovuto tornare in ospedale per una nuova operazione in cui gli è stato amputato ancora un pezzo d’osso sopra il ginocchio, per poi essere dimesso venerdì.

«Non do la colpa al medico, che anzi è gentilissimo, ma nel primo intervento l’osso è rimasto un po’ sporgente e non si riusciva a formare bene il moncone. Non posso dire che spero che con la protesi la mia vita torni com’era prima, perché è cambiata ed in meglio. Ora ho capito quali sono le cose veramente importanti e sono persino più legato di prima ai miei genitori. Ricordo che dopo il primo intervento mi sono svegliato in ospedale, ho visto la mia famiglia, mia mamma Giliola, mio papà Giovanni e mio fratello Thomas, e ho pianto con loro. Mi sentivo davvero in colpa perché mi dicevano sempre di andare piano in moto e non li ho ascoltati».

L’incidente è ancora ben chiaro nella memoria del 22enne. «Era circa l’una di notte e stavo tornando a casa da Sarnico. Ho sbagliato, andavo troppo veloce e ho visto una curva all’ultimo. Ho sbattuto contro un camion in sosta e sono finito in mezzo alla strada, quindi sapevo di essere grave. Ho visto la gamba sinistra quasi staccata: sapevo esattamente quello che stava accadendo, ma ho pensato ai miei genitori, a mio fratello e ai miei amici e ho avuto una scarica di adrenalina che mi ha salvato la vita. Sono riuscito a spostarmi della strada mentre continuavo a ripetermi a bassa voce “Respira, stai calmo”. Ho avuto la fortuna che il ragazzo dietro di me in auto ha chiamato subito i soccorsi, ma guardando la mia gamba aveva lo sguardo terrorizzato, mi stava a diversi metri di distanza».

E la «fortuna», come la chiama Manuel, è continuata anche dopo l’intervento di amputazione. «Dopo due settimane ho conosciuto la mia ragazza, Elena. Ci sentivamo qualche volta su Instagram: dopo l’incidente ha voluto assolutamente conoscermi ed è andata bene, è lei a darmi la forza quando sono giù, come la mia famiglia. Vorrei che i ragazzi giovani come me capiscano le cose importanti delle vita e si ricordino sempre di non allontanare i genitori, perché quando qualcosa va male siamo i primi ad andare da loro».

Chiunque volesse contribuire alla raccolta fondi potrà donare attraverso l’apposita pagina Go Fund Me «Una protesi per una vita migliore», per permettere a Manuel di poter tornare a camminare e vivere nel modo migliore possibile.

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