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Un nuovo ritratto storico per Patrizia Figini

La presidente del Comitato Gemellaggio pronta a volare in Sud America per la trilogia

Un nuovo ritratto storico per Patrizia Figini
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La ricerca storica si fa sul campo, non solo sui libri, e questo lo sa bene la scrittrice Patrizia Figini, che una decina di giorni fa ha pubblicato il suo quarto libro, il primo di una trilogia che la porterà presto in Sud America.

Quarantasette anni, lavora come commerciale ed è una grande appassionata di arte, letteratura e lingue straniere (parla inglese, francese, tedesco, russo, giapponese e un po’ di polacco), nonché presidente del Comitato Gemellaggio di Olgiate.

Patrizia Figini, appassionata di arte, letteratura e lingue straniere

«La scrittura e le parole in generale mi appassionano fin da piccola: vedevo le insegne dei negozi e volevo che mio nonno me le leggesse, notavo le scritte in giapponese nei cartoni animati e sognavo di riuscire a decifrarle, un giorno» racconta l’autrice.

«Stella Polare», primo volume della trilogia «Il fiore del Pacifico», è ambientato nel 1875 e racconta la prima tappa del percorso di un bergamino, che verso gli 11-12 anni intraprende un viaggio dalle valli bergamasche fino al Sud America. «Per ricostruire tutte le tappe sono andata direttamente nei luoghi che racconto, in questo caso la Bergamasca, Morterone, Maggianico e poi Milano, ricostruendo con fatica anche luoghi che ora non ci sono più. Ho imparato tante cose, per esempio ho incontrato un maniscalco che mi ha illustrato tutti gli attrezzi che si usano nel mestiere, ed è una cosa che faccio sempre perché mi piace che nei miei libri non manchi mai la verità storica dei luoghi o della vita dell’epoca» ha spiegato l’autrice.

Tutti i suoi libri (ha già pubblicato «Resta con me», «L’escluso» e «Traditori») sono ambientati in epoche diverse e raccontano le vicende di un’unica linea di discendenza, intrecciate con episodi storici e battaglie più o meno note. «Ho avuto la fortuna di entrare in contatto con diversi enti che mi hanno dato una mano, come la Biblioteca Reale di Torino che mi ha permesso di utilizzare delle foto risalenti a quel periodo storico e molto utili per raccontare le condizioni di vita della gente dell’epoca, per guardare negli occhi quelle persone» prosegue l’autrice, che è già al lavoro sul secondo volume della trilogia. Per il terzo, invece, che riguarderà la vita del protagonista in Sud America, ha già in mente un viaggio oltreoceano, previsto per il 2023 o al più tardi per il 2024. «Sono già in contatto con il Consolato di Buenos Aires e con il console onorario dell’Uruguay, ma anche con uno scrittore e membro dell’Accademia militare del Cile che mi aspetta per visitare i campi di battaglia più significativi della guerra del Pacifico. Mi sento con frequenza anche con la Pro loco di un piccolo paesino dell’Argentina, la cui popolazione ha per la maggioranza origini italiane e non vede l’ora di leggere in un libro il nome del proprio paese» racconta con entusiasmo Patrizia Figini, che scrive tutti i suoi libri la sera dopo il lavoro, di solito dalle 22.30 all’una di notte.

«Ad affascinarmi sono le storie e le realtà meno conosciute, ma soprattutto le esperienze delle persone, che vanno raccontate e ricordate. Basti pensare a tutti i bambini impegnati nelle guerre in quegli anni, sono storie che hanno un peso umano che non va dimenticato» conclude l’autrice, che proprio seguendo le tracce storiche per un’altra sua opera, quest’estate ha fatto visita a Oisterwijk, in Olanda, e ora sta gettando le basi per un gemellaggio con Olgiate. Nel tempo libero, tra un’appassionante vicenda storica e l’altra.

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