Truffe agli anziani, la campagna degli artigiani
La fraudolenta attivazione di servizi per via telefonica (6%) o con visite al domicilio (15%) e le frodi online (20%) registrano una percentuale di denuncia inferiore ad un caso su cinque
Continua anche per il 2024 la campagna contro le truffe agli anziani di ANAP Confartigianato Persone “Più sicuri insieme”, che da anni si occupa di sensibilizzare la popolazione anziana sul tema della sicurezza, fornendo informazioni e consigli utili per difendersi dai malintenzionati e per prevenire i reati.
Il tutto grazie alla collaborazione con Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia criminale e al contributo della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza. Quest’anno ANAP si avvale anche dei dati di un’indagine svolta da ANCoS APS prevalente su over 65, con l’obiettivo di esplorare le varie tipologie di reati e raggiri in cui l’aspetto di vulnerabilità dell’anziano gioca un ruolo importante.
Ai tentativi criminosi subiti sono stati affiancati i dati dell’effettiva riuscita e della successiva denuncia e i risultati sono poco incoraggianti: il 50% dei tentativi di truffa va a buon fine e solo il 47% degli over 65 colpiti si rivolge alle autorità.
Lecco, artigiani in campo contro le truffe agli anziani
La fraudolenta attivazione di servizi per via telefonica (6%) o con visite al domicilio (15%) e le frodi online (20%) registrano una percentuale di denuncia inferiore ad un caso su cinque. Va sottolineato che la percentuale di truffe colpisce gli anziani abbastanza in ugual maniera, anche se inseriti in contesti familiari allargati con coniugi o figli. Per questo è importante, far crescere la consapevolezza del rischio e degli strumenti per prevenirlo o denunciarlo. Gli intervistati hanno espresso il livello di fiducia massima verso i propri amici e familiari, anche per il sostegno psicologico che ricevono in queste situazioni, così come nelle associazioni quali ANAP e ANCoS APS e nelle forze di polizia.
“Ci troviamo di fronte ad un’emergenza sociale che non si può ignorare, per il suo danno su categorie fragili e sulla percezione diffusa di insicurezza. Infatti, da non sottovalutare – spiega Fabio Menicacci, Segretario Nazionale ANAP – è l’impatto psicologico che le truffe o i tentativi di raggiro producono sulle persone che le subiscono, in termini di atteggiamento nei confronti del mondo esterno, di diffidenza, ostilità, rabbia, frustrazione e disagio, anche verso i propri familiari ed amici più stretti. Un quarto degli intervistati, infatti, dopo aver subito una truffa, ha modificato i propri comportamenti e ridotto le occasioni di incontro e di rischio, per il timore di poter essere nuovamente vittime di reati di questo genere”.
“L’indagine condotta da ANCoS APS ci mostra una fotografia sufficientemente lucida, specifica e chiara di una situazione diffusa e a tratti allarmante, che richiede interventi di protezione, informazione, solidarietà ed inclusione sociale, soprattutto nei confronti delle categorie più fragili“, ha dichiarato il presidente ANAP Guido Celaschi. “Le condizioni psico-fisiche spesso precarie, ma anche la frequente solitudine e la frammentazione dei nuclei familiari, che rende le persone anziane ancor più soggette al rischio di cadere vittime di questo e di altre tipologie di reato, ci rendono ancora più responsabili, come associazione, nella quotidiana lotta ad ogni forma di truffa e malversazione nei confronti degli anziani”.
“I dati parlano di una riduzione dei reati nel Lecchese, ma sappiamo bene che gli anziani sono sempre nel mirino dei malintenzionati – ha commentato Giovanni Mazzoleni, presidente di ANAP Lecco – Per questo motivo la campagna nazionale di ANAP e le attività informative che svolgiamo regolarmente a livello territoriale rappresentano un elemento fondamentale per tutelare i pensionati e, più in generale, le famiglie. Le ripercussioni che si subiscono, infatti, vanno al di là del danno economico ma vanno a incidere pesantemente sulla sfera emotiva delle vittime, che spesso scelgono di non denunciare per vergogna. Chi si dovrebbe vergognare, invece, sono solo i truffatori che prendono di mira soggetti deboli”.