Ambiente

Studio sugli scoiattoli nel Parco del Curone: quello rosso è a rischio

Ci sono due diverse specie nel nostro territorio e una delle due lotta per la sopravvivenza

Studio sugli scoiattoli nel Parco del Curone: quello rosso è a rischio
Pubblicato:

Sono stati introdotti artificialmente e in breve tempo si sono moltiplicati, togliendo spazi e risorse alimentari a chi abitava nel Parco del Curone prima di loro.
Ci sono due diverse specie di scoiattoli nel territorio del Parco e uno di loro lotta per la sopravvivenza. Si tratta dello scoiattolo rosso, oggetto insieme al «cugino» ma non certo amico grigio di uno studio realizzato dall’Ente insieme all’Università degli Studi di Milano. Un vero e proprio monitoraggio delle due specie, per valutarne la presenza sul territorio.

Monitoraggio degli scoiattoli nel Parco del Curone

Le due tipologie di scoiattolo convivono nel territorio del Parco ormai da qualche anno, ma i primi a popolarlo sono stati gli scoiattoli rossi, autoctoni ma reintrodotti dall’uomo tra il 1998 e il 1999, dopo che erano andati scomparendo. I «cugini» grigi, di origine nordamericana, sono arrivati dopo, crescendo esponenzialmente di numero. Più socievoli e spavaldi rispetto ai timidi scoiattoli rossi, non hanno problemi ad avvicinarsi all’uomo per elemosinare cibo, hanno un letargo più breve e si riproducono con maggiore frequenza.

«Nel 2008 era stato fatto un censimento dal quale era emerso il numero crescente degli scoiattoli grigi, che sono quelli che è più frequente avvistare - ha spiegato il presidente Giovanni Zardoni - La loro diffusione è partita dal Parco di Monza e da una villa privata a Monticello e ora nel nostro territorio sono numerosi».
Di qui la decisione, lanciata dal suo predecessore Marco Molgora e dall’Università degli Studi di Milano, di avviare un monitoraggio con l’aiuto dei turisti e soprattutto di chi frequenta il Parco abitualmente. «Lo studio svolto nel 2008 aveva previsto il posizionamento di alcuni tubi e del successivo esame del pelo lasciato dagli scoiattoli - ricorda Zardoni - Questo invece si basa sulle segnalazioni di chi frequenta il Parco».

Lo scoiattolo grigio sta prendendo il sopravvento su quello rosso

Per dare il proprio contributo alla ricerca è infatti sufficiente possedere un cellulare e un account Google, da utilizzare per inviare alle Gev, parte attiva del progetto, le coordinate geografiche dell’avvistamento, precisando se si tratta di uno scoiattolo rosso o grigio. Distinguerli non è complesso: quelli rossi (Sciurus vulgaris) sono più piccoli, di solito tra i 20 e i 25 centimetri esclusa la coda, e hanno dei ciuffetti di pelo attorno alle orecchie. Tendono inoltre ad essere schivi e a passare la maggior parte del tempo sugli alberi. Gli scoiattoli grigi (Sciurus carolinensis), invece, possono misurare dai 40 centimetri fino a mezzo metro, hanno un pelo di colore meno omogeneo e non hanno ciuffi attorno alle orecchie, caratterialmente sono più socievoli e spesso si avvicinano per richiedere cibo.

Lo scoiattolo rosso
Lo scoiattolo grigio

Il monitoraggio potrebbe ampliarsi anche alle piante

«Lo studio è solo esplorativo, al momento non sono previste azioni di contenimento - precisa Zardoni - In base agli esiti sarà la comunità scientifica a dire se è necessario intervenire». Il progetto potrebbe servire da pilota per altri studi, come lo sviluppo invasivo delle palme da giardino che stanno crescendo con sempre più frequenza nei boschi del nostro territorio».

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali
Necrologie