S8S, il dispositivo "salvavita" di Giancarlo Gobbi
Il meratese è l’ideatore del triangolo del futuro che protegge gli automobilisti con l’auto in panne
Si chiama S8S ed è un dispositivo in grado di segnalare la presenza di automobili a bordo strada in panne, o comunque in una situazione d’emergenza, con il principale obiettivo di mettere in sicurezza conducente e passeggeri.
S8S, il dispositivo salvavita ideato dal dirigente in pensione
L’ideatore è Giancarlo Gobbi, meratese doc di 70 anni, cittadino benemerito dal 2015 e una stella al merito del lavoro guadagnata tre anni prima per la lunghissima esperienza come dirigente del Gruppo Fomas di Osnago e Direttore dello stabilimento Bay Forge Chennai (India) durante negli ultimi cinque prima di lasciare l’azienda.
Ora che è in pensione, si divide tra Stati Uniti, Madrid, Parigi e Merate (che rimane il suo quartier generale) in qualità di liaison dell’American Society of Mechanical Engineers Asme - una sorta di ordine degli ingegneri, però a stelle e strisce – e partner della società Normadoc di Parigi. Da sei anni risiede inoltre anche ad Albenga, dov’è presidente della commissione Rotary Foundation.
Gobbi nel suo ruolo di Liaison dell’Asme, con Agenzie d’Ispezione Autorizzate Aia, si occupa di coordinare le esigenze delle industrie e delle associazioni di categoria in Europa inerenti le attività dei Codici Americani per la progettazione, la fabbricazione, i controlli e le certificazioni di recipienti in pressione, lo sviluppo di progetti internazionali dei futuri impianti nucleari di nuova generazione gli Small Modular Reactors (Smr) e l’impiego dell’idrogeno nella transizione energetica. Tra una call intercontinentale e l’altra, Gobbi sta cercando di intercettare imprenditori italiani disposti a produrre e commerciare il suo S8S, dispositivo che, se vogliamo, è peraltro previsto dal Codice delle strada, all’articolo 72 comma 3. «Solo in Italia ci sono 50 milioni di potenziali clienti, gli automobilisti – ha sottolineato Gobbi – Se anche applichiamo il principio di Pareto, e cioè che di questi l’80% sicuramente non acquisterà il prodotto, perché non obbligatorio, ma il 20% molto probabilmente sì, significa che 10 milioni di persone dovrebbero essere interessate».
Acronimo di Safety&Security
L’S8S®, che è l’acronimo di Safety&Security e richiama il segnale di Sos, è nei fatti un dispositivo che potrebbe letteralmente salvare la vita degli automobilisti in caso di emergenze. L’ex dirigente del Gruppo Fomas lo ha interamente sviluppato nel garage della sua abitazione meratese in collaborazione la società Ori di Rovasenda (Vc) per la parte delle componentistiche elettroniche. Consiste, in buona sostanza, in un pannello composto da centinaia di led che formano vari segnali, a seconda del tipo di emergenza. Attraverso delle calamite o ventose poste alla base, l’S8S si affranca alla scocca dell’auto, rendendo visibile il segnale già da diverse centinaia di metri di distanza. In pratica, è il triangolo del futuro.
Per di più, l’S8S è frutto di un lavoro certosino di progettazione da parte dell’ex dirigente, il quale ha dovuto rispettare tutte le specifiche obbligatorie (limiti di dimensioni, dalla prova di resistenza a un vento di 60 km/h, al test di luminanza, alla prova di compatibilità elettromagnetica, alla prova Ip di protezione all’acqua e alla polvere) previste dal Codice della strada. Ci sono poi i prototipi, tre in tutto, con i relativi brevetti: due in Italia, due in Germania e la registrazione del marchio S8S® con lo studio Perani & Partners di Milano.
Manca solo l’omologazione e qualcuno che creda nel progetto e abbia le risorse per produrlo e lanciarlo sul mercato, a beneficio degli automobilisti che lo acquisteranno. «L’idea nasce il 12 maggio 2018 – ha raccontato Gobbi – Ero in viaggio verso il Kazakistan con l’architetto Paolo Maggi. Pochi giorni prima avevo letto l’articolo di una donna che perse la vita mentre chiedeva aiuto con l’auto in panne. Eravamo in volo e pensai: qui sotto il sedile abbiamo il giubbotto d’emergenza, nell’auto serve un dispositivo come l’S8S®. Ne parlai con il mio amico a cui piacque l’idea e insieme iniziammo a progettarla».
Da allora sono passati esattamente cinque anni. Un percorso che ha portato, come accennato, a tre diversi prototipi dell’S8S® (tra i quali uno pensato come dotazione per le Forze dell’ordine) che Gobbi, oltretutto, ha sottoposto al Ministero dei Trasporti a più riprese, ottenendo il consenso dai diversi funzionari con i quali si è interfacciato. Al triangolo del futuro dell’ex dirigente meratese mancherebbero pochi passaggi per passare da brillante ipotesi a efficace realtà. «In questi anni ho investito parecchie risorse, soprattutto economiche, nel progetto – ha concluso – A motivarmi è stato questo mantra: “Nulla ha valore se non è portato a termine”. Infatti, il mio obiettivo primario non sono i soldi tuttavia. Se riuscissi a rientrare della spesa sarei contento chiaramente, infatti S8S non è da considerarsi un accessorio, bensì un dispositivo di indubbia utilità sociale, utile per l’immediata messa in sicurezza e la protezione delle persone e dei mezzi in quelle situazioni di circolazione stradale in particolare quando un veicolo si arresta per una emergenza causata da un incidente stradale, o per una avaria, o per un malore del conducente».