Ritorno in Val Vannino a quarant'anni dalla posa della croce
Giuseppe Peppino Fumagalli, primo cittadino di Lomagna dal 1977 al 1985, Luigi Redaelli e Carlo Formenti di Lomagna misero a dimora la croce, emblema e «segno di uno stile di vita» di cui i tre erano testimoni nel 1984
Un percorso in salita fino alla croce, per sentire in qualche modo più vicini anche i tre volontari che quarant’anni fa la idearono e la costruirono.
La comunità di Lomagna torna in Val Vannino
La comunità di Lomagna è tornata oggi, sabato 7 settembre 2024, in alta val Vannino, con una gita organizzata e fortemente voluta dall’ex sindaco Stefano Fumagalli e da Sebastiano Redaelli, figli rispettivamente di Giuseppe Peppino Fumagalli, anch’egli primo cittadino di Lomagna dal 1977 al 1985, e Luigi Redaelli, che insieme all’amico Carlo Formenti misero a dimora la croce, emblema e «segno di uno stile di vita» di cui i tre erano testimoni.
Tra gli organizzatori anche l'ex sindaco Stefano Fumagalli
«Quest’anno cadono i 40 anni dalla posa della croce, installata il 14 luglio del 1984 - spiega Fumagalli - Negli anni, in alcuni periodi meno e in alcuni di più, diversi lomagnesi sono saliti in val Vannino, in provincia di Verbania. Negli ultimi anni questa consuetudine è un po’ venuta meno, l’ultima volta che ero andato con mio papà, mancato nel 2020, era nel 2013». Grazie ad alcuni colleghi di lavoro, che volevano andare nell’adiacente val Formazza, Fumagalli è tornato ad avvicinarsi a quei luoghi che spesso aveva frequentato con il padre da ragazzo: «Era il 2018 e da allora un paio di volte l’anno saliamo per segnare il percorso e far vivere un po’ quei sentieri. Nel 2020, poi, abbiamo posizionato una targa che ricorda mio papà, Luigi Redaelli e Carlo Formenti. Siamo saliti ed eravamo in tanti, sono venute anche le mie sorelle Marta, Claudia e Simona, i miei figli... E’ stato un bel momento e ho pensato che sarebbe stato bello organizzarne un altro».
Una Messa in alta quota
E così insieme all’amico Sebastiano e al circolo Acli di Lomagna, al quale Fumagalli è ancora legato e per il quale presta ogni tanto servizio come volontario al bar di piazza della Chiesa, ha organizzato questa gita, che ha avuto un’ottima accoglienza anche da parte della Parrocchia. «Ho chiesto al parroco don Andrea Restelli se avesse piacere di celebrare la Messa, come a suo tempo era solito fare don Carlo Millefanti, coadiutore dell’oratorio che spesso accompagnava gli adolescenti in gita al rifugio Myriam, e lui ha acconsentito con piacere - ha spiegato Fumagalli, per cui ricordo di quei luoghi è sempre vivo - Per me e per le mie sorelle è il posto del cuore, lo conosciamo benissimo e abbiamo bei ricordi lì, come tanti altri lomagnesi».
Il racconto della posa della croce nelle parole di Giuseppe Fumagalli
«La fatica affrontata, non indifferente, di fronte agli ostacoli di una collocazione di una pesante croce sulla cima in alta montagna, ha assunto il significato di un rito religioso e tutto si è svolto in un clima gioioso, nel silenzio di uno scenario di bellezze naturali indimenticabili, che solo i presenti hanno vissuto interiorizzandolo intensamente in un saluto finale che ha assunto le parole della preghiera del Padre Nostro».
Sono parole cariche di emozione quelle che lo storico sindaco di Lomagna Giuseppe Fumagalli, per tutti Peppino, utilizzava per raccontare l’impresa della costruzione e della posa della croce in alta val Vannino, in località Crocetta.
Era il 14 luglio 1984, quarant’anni fa, quando un gruppo di amici che era solito frequentare il rifugio Myriam con don Carlo Millefanti pensò di sostituire la croce in legno ormai rovinata dal tempo. «Il pensiero è stato quello di mantenere integro il ricordo di Helmut Campidell (17enne lomagnese precipitato dal Corno Medale, ndr) e di Elena Pirovano (concittadina 14enne scomparsa con gli zii in un disastro aereo a Olbia, ndr)» scriveva Fumagalli.
L’iniziativa si era poi concretizzata con la realizzazione, da parte di Carlo Formenti che di professione era fabbro, di una croce in acciaio inossidabile, alta 2.70 metri e larga 1.55 metri, per il peso di circa un quintale compreso il basamento con incisi i nomi dei due giovani e la scritta «Parrocchia di Lomagna, anno santo 1983/1984». La croce, divisa in tre pezzi, venne trasportata utilizzando un carrello della teleferica, messo a disposizione dall’Enel di Formazza, e poi «portata a spalla per circa due ore da un gruppo entusiasta di nove persone, composto da Massimo Brivio, Giancarlo e Carlo Formenti, la figlia di quest’ultimo Simona, Silvana Pirovano, Loris Sguazzin, Felice Sala e lo stesso Fumagalli e l’amico Luigi Redaelli».
Un’altra targa, negli anni successivi, venne apposta per ricordare Venanzio Bonanomi, lomagnese scomparso sull’Adamello, e una successiva venne posizionata nel 2020 in memoria dei tre fautori dell’impresa, definita dallo stesso Fumagalli «una realizzazione che stava a cuore a tutti».