Rientro a scuola, ma con tante novità

Rientro a scuola, ma con tante novità
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Rientro a scuola, ma con tante novità: la campanella suonerà il 12 settembre, ma per i ragazzi si annuncia un anno scolastico innovativo.

Rientro a scuola, ma con tante novità

Cambiano le disposizioni e le linee guida per l'insegnamento dell'Educazione civica. In particolare, viene rafforzato il nesso tra senso civico e Patria, intesa come comunità nazionale che genera un senso di appartenenza. Sono previste in totale circa 10 milioni di ore di lezione sull'argomento in tutta Italia, segno della grande importanza della novità introdotta.

Per 4 milioni e mezzo di alunni del primo ciclo delle scuole statali, dall’infanzia alla secondaria di I grado, il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con circolare 5274 dell’11 luglio scorso, ha posto il divieto tassativo di utilizzare il cellulare in classe, anche per scopi didattici ed educativi. Le scuole medie dovranno prevedere sanzioni disciplinari per gli alunni sorpresi con il cellulare in mano all’interno della classe

Prende forma il «capolavoro»: all'esame di Maturità 2025 gli studenti potranno presentare un elaborato che rappresenti i progressi e le competenze sviluppate durante l'anno. La scelta potrà riguardare un prodotto di qualsivoglia tipologia, realizzato senza limitazioni sotto i punti di vista della tecnica, dei mezzi realizzativi: la sua creazione, infatti, può avvenire anche fuori dell’ambiente scolastico, e può essere frutto di attività cooperative e collaborative». Importante specifica: non si tratta di un obbligo ma di un'opportunità offerta agli studenti.

Prende ufficialmente il via la sperimentazione del modello 4-2, diventato legge a luglio 2024. Grazie a questa modalità gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere direttamente ai corsi degli Its Academy. In alternativa, il percorso quadriennale conferisce un titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro al pari di un diploma quinquennale e consente di iscriversi all’università.

Sui giudizi alla primaria e sul voto di condotta (almeno per ora) non si cambia

Per quanto riguarda le novità riguardo ai giudizi e al voto in condotta tutti sembra rinviato al 2025/26. L'anno che sta per iniziare non vedrà la modifica del sistema di valutazione nella scuola primaria. Il Governo progetta il ritorno ai giudizi sintetici (insufficiente, sufficiente, buono, distinto, ottimo) in luogo delle formule attuali (in fase di apprendimento, base, intermedio, avanzato). La proposta, contenuta nella riforma scolastica, non è ancora stata approvata in via definitiva e dunque slitterà al prossimo anno.

Anche il voto di condotta è contenuto nella riforma in fase di approvazione. In caso di approvazione, alle medie il voto in condotta sarà espresso con valutazione numerica (in decimi) e farà media, mentre alle superiori inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di Stato. Il Ddl in fase di approvazione prevede anche la bocciatura per gli studenti che abbiano un voto insufficiente in condotta, indipendentemente da tutte le valutazioni nelle altre materie.

L'opinione degli esperti

Tante novità pronte a essere messe in pratica nelle aule, altre che invece sono rimaste ferme al palo. Cosa ne pensano gli addetti ai lavori? Come riporta Prima Lecco, la domanda è stata posta ai rappresentanti del settore scuola delle sigle sindacali di Lecco.

«Si poteva fare senza dubbio meglio». Laconico il commento di Francesco Fusco della Uil Lario. La sua valutazione, in particolare, fa riferimento al divieto dell’uso dei cellulari e alla educazione civica: «L'idea di vietare i telefonini è praticamente irrealizzabile anche perché sono diventati praticamente un tutt’uno con i ragazzi e sono anche uno strumento didattico. Era già stata diffusa una nota ministeriale in tal senso ma aveva letteralmente fatto cilecca. Ora siamo di fronte all’ennesimo tentativo, ma ho i miei seri dubbi che possa andare nella direzione sperata. Per quanto riguarda l’educazione civica mi sembra che ogni ministro che si insedia voglia dire la sua, ma è inutile. Io non sono un nostalgico ma in questo senso credo che serva un ritorno al passato, quando l’educazione civica era una materia che aveva delle ore autonome e non era legata alle materie prevalenti che di fatto devono “cedere” delle proprie  ore. Questa cosa è straniante per i ragazzi e non ha senso, lo dico da docente».

E per quanto riguarda le valutazioni alla primaria? «I sistemi di giudizio continuano a cambiare e questo mette in confusione le famiglie - spiega Mario Rampello, segretario generale scuola Cisl Lecco - Non vi è alcun dubbio sul fatto che il voto numerico era più chiaro, trasparente, immediatamente comprensibile. Esistono molte sigle che hanno necessariamente bisogno di una interpretazione.  Detto questo è importante dare una continuità per perseguire degli obiettivi che siano chiari per tutti. In ogni caso, al di là delle singole regole che vengono di volta in volta introdotte da ogni nuovo Governo, resta il fatto che la scuola continua a soffrire di un problema enorme: quello della mancanza di personale. Ci sono troppi posti vacanti, troppi supplenti e la maggior parte di questi, anche in provincia di Lecco, sono precari. Come si fa a garantire una continuità educativa in questo modo?».

Positiva la valutazione di  Massimiliano De Conca  della Cgil Lecco sulla tematica del voto in condotta. Sulle novità? No... sullo slittamento dell’entrata in vigore della riforma: «Siamo assolutamente felici che questo provvedimento non entri in vigore quest’anno perché a nostro parere era un tentativo di centralizzare l’autonomia delle scuole. Crediamo sia assolutamente opportuno uscire dal quel sistema che mette in stretta relazione il concetto di educazione con quello di punizione. Il voto in condotta non può e non deve essere il frutto sistematico di una media aritmetica, ma deve basarsi su una visione olistica. Esiste un accanimento da questo punto di vista già dalla scuola primaria, ovvero in quel periodo in cui i bambini devono formare la propria personalità attraverso le relazioni con gli altri imparando a interiorizzare e rispettare le regole. E’ sotto gli occhi di tutti che la pedagogia punitiva non porta a risultati. In ogni caso vorremmo che tutte queste cose venissero affrontate e discusse con chi la scuola la vive ogni giorno, non solo con teorici del mondo educativo. Perché solo i docenti e i consigli di classe conoscono da vicino la storia dei ragazzi».
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