A Olgiate Molgora, per un progetto archeologico che potrebbe decollare e portare anche alla scoperta di importanti resti, un altro delude le aspettative. Si tratta rispettivamente degli scavi di Beolco, che nell’aprile del 2021 hanno portato alla scoperta della tomba in cui erano stati sepolti due corpi, e di quelli che nei mesi scorsi hanno interrotto i lavori all’Area Nava per permettere lo svolgimento di approfondimenti.
Resti archeologici: approfondimenti su Beolco
Per quanto riguarda i ritrovamenti di Beolco, l’Amministrazione comunale ha deciso di stanziare, nell’ultima variazione al Bilancio di previsione, 3mila euro. «Riteniamo che sia importante svolgere degli studi e degli approfondimenti archivistici e bibliografici su quel sito, per capire se possa aver senso scavare in maniera più importante» ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Cultura Matteo Fratangeli, laureato in Storia proprio con una tesi sulla chiesina dei Santi Pietro e Paolo di Beolco, davanti alla quale durante gli scavi per la posa della fibra ottica era stata rinvenuta la tomba di due persone, probabilmente una madre e un bambino di epoca tardo-Romana o alto-Medievale.
Fratangeli: “Non è da escludersi che si possa trovare una necropoli”
Scavi molto interessanti dal punto di vista culturale, come sottolinea ancora Fratangeli, «che potrebbero ampliare l’orizzonte di ricerca a Olgiate». Per questo, «sarà importante svolgere delle verifiche dapprima dal punto di vista teorico, per poi eventualmente proseguire con gli scavi, magari anche sotto la chiesina di Beolco. Non è da escludersi, visto la tipologia di tumulazione, che nella frazione si possa trovare una necropoli o comunque delle sepolture multiple».

Meno interessanti i ritrovamenti all’Area Nava
Una prospettiva a dir poco affascinante per gli appassionati di storia e archeologia, imparagonabile con quanto ritrovato all’Area Nava nel febbraio del 2024.
Come ricostruiva sul giornalino comunale «Dialoghi» qualche mese fa Alice Maria Sbriglio, responsabile per la tutela archeologica della Provincia di Lecco, insieme a Paolo Corti e Benedetta Castelli di Ar.Pa. Ricerche, erano stati ritrovati all’interno della Cascina Grande «una canaletta per raccogliere l’acqua di risalita della falda e disperderla nei campi», «blocchi e ciottoli a mo’ di vespaio e una vasca di raccolta dell’acqua», «un’ulteriore vasca di raccolta», «un basamento circolare», «un muro in pietre legate da malta di calce», «uno strato archeologico con resti di fauna che sono stati raccolti e verranno analizzati», ma anche altri tratti murari e una canaletta al di sotto del portico. «Tutto quanto emerso fa capire che quest’area è stata utilizzata in vari periodi e con varie funzioni e che con il mutare dei tempi e delle esigenze sono state aggiunte, tolte o modificate alcune parti fino ad arrivare alla conformazione attuale – proseguono gli esperti – Allo stato attuale l’indagine non è completa. Altri elementi utili a comprendere la successione di fasi sono visibili nei muri attuali e potranno essere interpretati associandoli a ricerche storico-archivistiche».
Per la minoranza “Le indagini all’Area Nava sono state un fallimento”
Le indagini all’Area Nava hanno generato non poche polemiche durante uno degli ultimi Consigli comunali, quando il capogruppo di minoranza Stefano Golfari ha fatto notare i costi ad esse legati e ha definito le ricerche archeologiche «un fallimento». «Golfari parla di 100mila euro – sottolinea Fratangeli – ma i costi per l’incarico di assistenza archeologica ammontano a 20mila euro, mentre si arriva a 100mila con gli aumenti dei costi legati al fermo del cantiere».

“Gli scavi andavano fatti, ma speravamo in qualcosa di diverso”
In Assise, lo stesso Fratangeli aveva ammesso: «Ci aspettavamo qualcosa di diverso, ma l’archeologia non è una scienza esatta – rivendicando comunque la scelta di aver approfondito gli scavi – Si era parlato di ritrovamenti che potessero ricordare strutture del 1200, ma non vi sono conferme né dal punto di vista archeologico né archivistico. Gli scavi andavano fatti e d’altronde se mai indaghi mai scopri».
L’Amministrazione ora ripone tutte le sue speranze nei ritrovamenti di Beolco, anche se al momento l’Ufficio Tecnico è oberato di lavoro e l’incarico per gli ulteriori approfondimenti non verrà affidato prima di qualche mese.
Gloria Fendoni