Raccoglie un appello su Facebook e ospita mamma e figli in fuga dall'Ucraina
Una storia di solidarietà e speranza.
Raccoglie un appello su Facebook e ospita mamma e figli profughi in fuga dall'Ucraina: è una storia piena di speranza e solidarietà che arriva dalla Valle San Martino.
Famiglia in fuga dall'Ucraina: mamma e bimbi ospitati a Cisano Bergamasco
Anche in Val San Martino c’è chi ha aperto le porte di casa sua ai profughi in fuga dai bombardamenti in Ucraina: Anastasiya, giovane mamma di tre bambini, è fuggita dalla guerra e ha trovato casa la scorsa settimana a Cisano Bergamasco. Le protagoniste di questa bella storia d’accoglienza sono Luana Dal Farra e sua madre Maria, che con l’Ucraina hanno un legame molto speciale. Anni fa, infatti, quando Luana era ancora una bambina, la madre aveva deciso di ospitare a casa una di quei tanti bambini ucraini che arrivavano in Italia per cercare un po’ di benessere dopo il disastro di Chernobyl. Con quella bimba, sua coetanea, Luana era diventata inseparabile. Crescendo, però, non avevano più avuto possibilità di vedersi, ma erano rimaste in contatto scrivendosi qualche lettera, fino poi a perdersi di vista.
Grazie all’avvento di Facebook, a distanza di anni, le due amiche, diventate ormai donne, si sono ritrovate, seppur virtualmente. A Luana sarebbe molto piaciuto che la figlia di Anastasiya, che all’epoca aveva 3 anni, potesse avere la stessa possibilità che era stata data a lei quando era piccola, e si è messa in contatto con delle associazioni per provare a concretizzare questa speranza. Una speranza bloccata dalla pandemia e rimandata all’estate del 2022.
L'appello su Facebook
Ma a intrecciare il destino di Luana con un’altra famiglia ucraina ci si è messa la guerra. La donna cisanese, da sempre legata alle sorti di quel Paese, si è iscritta a molti gruppi Facebook alla ricerca di notizie finché qualche giorno fa si è imbattuta in un appello a cui ancora nessuno aveva risposto: una madre ucraina con i suoi tre figli, in fuga dalla guerra, sarebbe arrivata a Milano martedì 1° marzo. Avevano bisogno di una casa.
La cisanese ha risposto al messaggio, e dopo aver parlato con un’interprete, si è resa disponibile a ospitare i quattro profughi, giunti a Milano il giorno dopo e quindi arrivati a Cisano. «Questa vicenda mi ha scombussolata completamente, è successo tutto in fretta e sono emozioni che è difficile descrivere - ha raccontato Luana Dal Farra - ma la solidarietà che sta dimostrando la gente del nostro territorio nei confronti dell’Ucraina è davvero qualcosa di incredibile».
I bimbi hanno 8 anni, 5 anni e 5 mesi
Uno dei primi atti compiuti dalla donna è stato avvisare gli Uffici comunali e il sindaco Andrea Previtali, dell’arrivo della famiglia nella sua abitazione. Lo stesso primo cittadino si è mobilitato per garantire che i due figli più grandi, di 8 e 5 anni, potessero subito riprendere ad andare a scuola, mentre la madre con la piccola di cinque mesi trascorreranno le giornate a casa insieme a Maria, mamma di Luana. «I bambini devono andare a scuola, devono vivere la loro normalità ed è nostro preciso dovere dar loro questa possibilità» ha spiegato il sindaco. Così da ieri, lunedì, i due bimbi hanno iniziato a frequentare, rispettivamente, la seconda elementare e l’asilo. Anche il parroco don Roberto Gallizioli si è subito attivato per garantire alla piccola di poter stare con gli altri bambini della sua età, insieme anche alla figlia di Luana. «La cosa più bella - ha commentato la donna - è vedere i bambini che interagiscono tra loro: comunicano senza bisogno di parole, con semplicità. Per noi grandi, invece, un po’ a gesti e un po’ grazie al traduttore ci si riesce a capire».
Ad aver colpito la famiglia di Cisano è stata la grande solidarietà dimostrata nei confronti della mamma e dei tre bimbi ospitati. «Ho messo un piccolo annuncio sui social per trovare degli indumenti e subito ho ricevuto moltissime risposte - ha aggiunto Luana - Nessuno ci sta facendo mancare niente e tutti danno il loro contributo. A volte si parla troppo delle cose brutte, ma è in situazioni come queste che vale la pena di raccontare anche la solidarietà, che per fortuna non manca mai».