Punto nascite a rischio chiusura, "salvato" da una cooperativa
Carenza di medici neonatologi all'Ospedale di Carate: la delibera urgente dell’Asst Brianza ha «scongiurato» fino a fine settembre lo sfratto della cicogna dall’ospedale.
La cicogna potrebbe essere sfrattata dall'Ospedale di Carate? Per il momento, ancora no. Ma resta alto il rischio della chiusura del Punto nascite dell’Ospedale di Carate, da sempre fondamentale presidio per le mamme dell'intero territorio.
Punto nascite a rischio chiusura, "salvato" da una cooperativa
Fino al 30 settembre 2024, la continuità del servizio sarà garantita dal provvedimento di urgenza che l’Azienda socio sanitaria territoriale della Brianza si è vista costretta ad adottare affidandosi ad una cooperativa esterna privata per potere garantire la copertura dei turni a causa della mancanza di personale.
La delibera, a firma del direttore generale dell’Asst Brianza, Carlo Alberto Tersalvi, ha scongiurato, per ora, la chiusura del Punto Nascite «per mancanza di specialisti neonatologi necessari all’assistenza al parto e per la gestione clinica delle eventuali complicanze legate alle condizioni dei neonati», come si legge nel documento.
Il provvedimento ha fatto seguito alla richiesta che era stata avanzata a fine giugno dai vertici dell’ospedale di via Mosé Bianchi alla Direzione generale Welfare di Regione Lombardia che aveva espresso poi parere favorevole autorizzando così, per il trimestre luglio-settembre 2024, «a ricorrere a tutti i canali previsti per reclutare personale, soprattutto per quanto riguarda l’area dei dirigenti medici afferenti all’ambito Materno-infantile».
Carenza di medici neonatologi
Una situazione che resta comunque alquanto preoccupante per il futuro e che nell’immediato ha fatto evidenziare «il rischio concreto di interruzione di pubblico servizio», come era stato segnalato anche al Prefetto di Monza a inizio del mese e per il quale si è fatto quindi ricorso d’urgenza all’affidamento a terzi per fronteggiare la pesante carenza di organico che conta ad oggi «un solo professionista neonatologo in servizio».
Nella nota di relazione inviata in Regione, Asst Brianza aveva fatto presente la possibilità che «in ordine allo stato di necessità ed urgenza, senza l’affidamento di detto servizio si prospetterebbe la chiusura del Punto Nascita del presidio di Carate Brianza, quale interruzione di un pubblico servizio, peraltro di non scarso rilievo, anzi di riferimento per una zona della Brianza densamente popolata».
Anche nel presidio cittadino, insomma, si fanno sentire gli effetti della cronica mancanza di medici che ha dato origine in quest’ultimo periodo alla chiusura di interi reparti o, in molti casi, alla loro cessione in appalto a cooperative private. Un fenomeno che si è verificato soprattutto nei Pronto Soccorso, ma non solo. Tutto parte dalla cosiddetta «spending review» che, quando non ha generato la chiusura di presidi sanitari periferici, per decenni ha impedito le assunzioni e la formazione di un numero adeguato di specialisti, mantenendo gli stipendi bassi.
Il servizio a Carate affidato d'urgenza a una società esterna
Come è successo anche per il Punto Nascite di Carate Brianza che, fino a fine settembre, è stato dato quindi in gestione alla «Pediacoop Società Cooperativa» - l’unica che ha risposto entro i tempi d’urgenza presentando un’offerta (l’invito era stato indirizzato anche a Medical Service Assistance srl e alla Medical Service Alto Adige) per un importo complessivo stimato di 244.698 euro, calcolato su 170 turni con un turno di guardia diurno e uno di guardia notturno entrambi di 12 ore ciascuno, per tutti i giorni della durata del contratto.
La soluzione «tampone», che ha consentito per ora di scongiurare la chiusura del Punto nascite in ospedale, ha però solo rimandato il problema della carenza di personale, uno dei nodi principali anche per la sanità brianzola, tanto da esser costretta a ricorrere a cooperative private per «tappare i buchi» che rimangono nei calendari dei turni mensili. Una scelta praticamente obbligata, per rispondere nell’immediato alle croniche problematiche di organico che hanno raggiunto ormai numeri insostenibili, anche a causa della difficoltà nel reperimento di nuovi medici attraverso concorso.