Ponte San Michele, la Sovrintendenza boccia l’ipotesi di un unico viadotto
L’unica certezza è che fra sei anni il viadotto sull’Adda andrà fuori servizio, per il resto buio fitto
Ponte San Michele, la Sovrintendenza boccia l’ipotesi di un unico ponte. L’unica certezza è che fra sei anni il viadotto sull’Adda andrà fuori servizio, per il resto buio fitto.
Ponte San Michele, la Sovrintendenza boccia l’ipotesi di un unico viadotto
Sembrava essere la proposta più papabile ormai, e invece le carte in tavola sono stata ribaltate ancora una volta: bocciato il progetto per il ponte unico ferroviario e viario in sostituzione del San Michele. Il «no» è arrivato dalla Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Bergamo Brescia, che ha ritenuto che il progetto della nuova struttura, così come proposto da Rfi (Rete ferroviaria italiana), deturpi il paesaggio della valle dell’Adda. Come si suol dire, «l’unica certezza è che non esistono certezze», e lo scenario in continua evoluzione sembra sposarsi bene con questo detto.
Dall’idea iniziale dei due ponti separati, uno viario e uno ferroviario, a sud del Ponte San Michele, Rfi era infatti passata all’idea dell’unico viadotto, a collegare la sponda lecchese a quella bergamasca. Una voce entrata a gamba tesa nel dibattito pubblico nelle scorse settimane, grazie alle indiscrezioni del consigliere regionale dem Gian Mario Fragomeli, che, seppur ancora senza conferme, aveva presentato l’idea dell’unico viadotto come quella più probabile. Ed effettivamente, Rfi aveva deciso di abbracciarla: lo confermano i documenti inviati dalla società alla Sovraintendenza, che li ha però prontamente cestinati.
«Non conosco i motivi specifici della bocciatura – ha spiegato il primo cittadino di Calusco d’Adda Michele Pellegrini – Siccome, comunque, è stato confermato il collegamento ferroviario tra la stazione di Paderno e quella di Calusco, non capisco cosa cambi, dal punto di vista dell’impatto ambientale, tra realizzare un ponte ferroviario a doppio binario con la strada sopra, o uno senza la strada sopra. Bisognerebbe verificare le ragioni della bocciatura: sono certo esistano al mondo fior fior di architetti in grado di progettare un’opera accettata universalmente, risolvendo qualsiasi problematica sia emersa».
Il focus della Giunta Pellegrini resta, comunque, sempre lo stesso: che si realizzi un unico viadotto o si torni all’ipotesi iniziale dei due ponti, ciò che importa è che i collegamenti rimangano sul territorio caluschese.
«Dal punto di vista ambientale, mi sembra possano deturpare più due ponti rispetto ad uno solo – ha proseguito Pellegrini – A meno che l’idea non sia quella di realizzare sul nostro territorio solo il ponte ferroviario, e costruire quello viario da un’altra parte. Questo sarebbe però inaccettabile per noi: è necessario avere entrambi i collegamenti sul nostro territorio, una volta dismesso il San Michele».
La paura, chiaramente, è sempre la stessa, ossia che il Ponte San Michele venga chiuso prima di essere giunti ad una decisione definitiva sul tema. Il countdown è infatti già partito: mancano solo sei anni alla chiusura del San Michele, che nel 2030 diventerà a tutti gli effetti un ponte esclusivamente ciclopedonale.
Non ha novità il primo cittadino di Paderno d’Adda Gianpaolo Torchio.
«Di fatto non abbiamo aggiornamenti su cosa stia realmente succedendo - ha sottolineato il sindaco - Sappiamo che a livello regionale è stato discusso il progetto con la proposta di ponte unico in presenza del soprintendente, ma - oltre alla questione ambientale che assolutamente ci interessa - non abbiamo ricevuto alcuna informazione riguardo i nuovi flussi di traffico che attraverseranno il territorio. Questa questione per noi rimane prioritaria perché riteniamo che le nostre strade non siano attrezzate e abbiamo quindi chiesto la riapertura di un tavolo con i sindaci di Imbersago, Robbiate, Paderno e Verderio. Troviamo infatti molto preoccupante che si discuta di tematiche riguardanti il territorio senza il coinvolgimento degli Enti che vivono su quello stesso territorio. Occorre dal nostro punto di vista valutare l'impatto che avranno due opere importanti come il nuovo San Michele e la Pedemontana tratta C. L'analisi dei flussi di traffico in questo senso rimane secondo noi prioritaria, poi sicuramente occorrerà un progetto che sia in armonia con il contesto e che non deturpi il paesaggio».