IL CASO

Ponte di Paderno, confronto in Commissione Territorio di Regione Lombardia

Il presidente Lobati (FI): “Proseguiremo a monitorare lo sviluppo di un progetto che deve concretizzarsi nei tempi e nei modi adeguati”.

Ponte di Paderno, confronto in Commissione Territorio di Regione Lombardia
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Ponte di Paderno, confronto in Commissione Territorio di Regione Lombardia. Amministratori locali, Consiglieri regionali e Rete Ferroviaria Italiana si sono incontrati oggi, giovedì 27 giugno 2024, attorno allo stesso tavolo per una seduta di audizioni convocata dalla Commissione Territorio relativamente alla situazione del progetto di nuovo ponte sull’Adda che dovrà sorgere a Paderno in sostituzione del ponte San Michele. E’ stato inoltre confermato che la storica struttura ad arco in ferro, risalente al 1890, e attualmente utilizzata a senso unico alternato dal traffico veicolare e ferroviario, dovrà essere chiusa al traffico a partire dal 2030.

Ponte di Paderno, confronto in Commissione Territorio di Regione Lombardia

Da parte dei tecnici di Rfi è stato riferito che attualmente sono in corso interlocuzioni con la Regione e con la Sovrintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Bergamo e Brescia riguardo la soluzione progettuale del ponte unico (con raddoppio dei binari e previsione di un significativo aumento del traffico veicolare), che dovrà sorgere a fianco dell’attuale struttura.

Da parte della dirigenza RFI sono state poi ripercorse le vicende degli ultimi anni ricordando che al termine di sopralluoghi e studi geologici e sismici era stata esclusa dal progetto un’area con criticità legate a fenomeni franosi e che tale evidenza, insieme ai vincoli rappresentati dalla presenza di aree urbanizzate e adibite a cimitero, ha fatto escludere una soluzione basata su due ponti (ferroviario e stradale).

Pur in presenza di ipotesi alternative, studiate ai fini della scelta definitiva, è quindi prevalso l’orientamento a favore di un progetto di ponte unico, sia ferroviario che stradale, oggi appunto oggetto di confronto con la Sovrintendenza. Una volta conclusa la fase progettuale dovranno essere avviate le procedure di dibattito pubblico e l’iter autorizzativo. La stima è che prima dell’indizione della gara e della successiva apertura dei cantieri debbano trascorrere all’incirca altri due anni.

“La presenza allo stesso tavolo di Regione, amministratori locali e RFI -ha detto il Presidente della Commissione Territorio Jonathan Lobati (FI)- ha permesso di approfondire la situazione e di evidenziare criticità ed esigenze del territorio. Come Commissione continueremo a favorire l’incontro tra le parti e a monitorare lo sviluppo di un progetto che deve concretizzarsi nei tempi e nei modi adeguati”.

All’audizione hanno partecipato per la Provincia di Lecco la Presidente Alessandra Hofmann e il Vice Presidente Mattia Micheli, per la Provincia di Bergamo il Vice Presidente Matteo Macoli, rappresentanti della Provincia di Monza Brianza e numerosi sindaci dei Comuni interessati.

L'intervento dei sindaci

A chiedere chiarimenti su alcuni aspetti del progetto, e a manifestare preoccupazione in ordine alle prevedibili future ricadute sul traffico veicolare nei centri abitati, sono intervenuti i Sindaci Gianpaolo Torchio di Paderno d’Adda, Michele Pellegrini di Calusco d’Adda, Matteo Baraggia di Aicurzo, Danilo Villa di Verderio e Mattia Salvioni di Merate.

L’Assessore regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi ha affermato che l’obiettivo di tutti i soggetti coinvolti deve essere quello di garantire anche in futuro il doppio collegamento viario e ferroviario e nello stesso tempo il mantenimento delle stazioni di Paderno e Calusco. Per quanto riguarda le conseguenze sul territorio determinate dalla nuova infrastruttura, ha assicurato che l’interlocuzione tra le istituzioni è da tempo attiva e che al centro di tale confronto vi sarà anche la necessità di opere connesse finalizzate ad alleggerire il traffico.

La seduta di audizioni era stata chiesta dai Consiglieri del PD Gian Mario Fragomeli, Luigi Ponti e Alfredo Simone Negri, che hanno sottolineato complessità e strategicità dell’area di collegamenti che fa riferimento al ponte San Michele nonché all’importanza di verifiche periodiche in vista di un 2030 sempre più vicino.

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