Plastic Free Lecco, petizione per fermare il lancio di palloncini
Diverse le associazioni lecchesi che hanno sottoscritto la petizione lanciata dalla onlus Plastic Free
Plastic Free Lecco, stop al lancio di palloncini. Diverse le associazioni lecchesi che hanno sottoscritto la petizione lanciata dalla onlus Plastic Free.
Plastic Free Lecco, stop al lancio di palloncini: le associazioni lecchesi sostengono la petizione
Oltre 85 Comuni in tutta Italia hanno emanato un’ordinanza per vietare il rilascio deliberato dei palloncini in volo. Una tematica su cui si batte da tempo Plastic Free Onlus, l’organizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, in particolare i danni causati dall’uso massiccio di plastica monouso, che ha lanciato una petizione online e ha presentato una proposta formale a riguardo a Montecitorio.
In Lombardia, i Comuni che hanno aderito sono ora otto: Monza e Brugherio (MB), Barzana (BG), Borgo Virgilio (MN), Angera (VA), Lodi Vecchio (LO), Alzate Brianza (CO) e Montevecchia che rappresenta la prima Amministrazione comunale del Lecchese ad aver emanato una apposita ordinanza, sostenuta anche dal Parco di Montevecchia e della Valle del Curone che già aveva vietato da tempo all’interno del regolamento di fruizione del Parco il rilascio deliberato lanterne cinese e oggetti similari. I referenti locali Plastic Free proseguono nell’opera di sensibilizzazione nella provincia di Lecco lanciando un appello sinora sottoscritto già da 18 realtà attive sul territorio tra associazioni, parrocchie e Pro Loco.
Le parole di Barbara Cavanna, referente Plastic Free Onlus per la provincia di Lecco
“Ci auguriamo che sempre più realtà del lecchese sottoscrivano la nostra petizione affinché diventi un obiettivo corale, condiviso e rappresentativo della nostra collettività – dichiara Barbara Cavanna, referente Plastic Free Onlus per la provincia di Lecco – Lavoreremo assieme per sensibilizzare altri Comuni ed Enti così da vietare, anche attraverso ordinanze, il rilascio deliberato dei palloncini in volo. Talvolta sarà sufficiente la semplice sensibilizzazione come avvenuto pochi mesi fa ad Olginate ma se si giungerà presto ad atti ufficiali e formali potremo raggiungere più persone, spiegandone l’importanza e i danni ambientali connessi. Ci sono tante alternative – prosegue – per celebrare un evento o per far felici i bambini, i quali hanno già dimostrato di capire bene la problematica legata alla pericolosità della plastica, rivelandosi già in tenera età coscienziosi, saggi e responsabili. Sarebbe bello, inoltre, se altri Parchi regionali seguissero l’esempio del Parco del Curone e adottassero nei loro regolamenti il divieto di rilascio dei palloncini in aria”.
I palloncini liberati in aria in modo sempre più massiccio durante ricorrenze varie – dai matrimoni ai funerali, alle feste di paese – contribuiscono con i loro frammenti all'inquinamento da microplastiche e possono anche essere ingeriti dalla fauna che li scambia per cibo. I lacci, inoltre, possono anch'essi essere pericolosi perché gli animali ne possono restare impigliati morendo o soffocati o perché impossibilitati a procacciarsi il cibo. Volando anche per centinaia o migliaia di chilometri, possono ricadere in qualunque luogo, anche il più remoto, contaminare zone protette, uccidere la fauna selvatica e, finendo in mare come accade a una gran parte di essi, contribuire al grande problema dell’inquinamento degli oceani. Entrano così anche nella catena alimentare, sin sulle nostre tavole.
La soluzione non è neppure in quelli dichiarati “biodegradabili”, in quanto impiegano comunque dai 6 mesi ai 4 anni per biodegradarsi risultando, pertanto, comunque pericolosi per l’ambiente e gli animali. Del resto, sono in primo luogo le stesse aziende produttrici ad indicare in etichetta di non liberarli in volo.
I palloncini sono al terzo posto tra i rifiuti più pericolosi per foche, tartarughe e uccelli marini. Si tratta di una minaccia molto più frequente di quanto non si immagini: durante una ricerca portata avanti dall'Università di Wales Swansea, nel Regno Unito, i pezzi di palloncino costituiscono l’80% dei rifiuti trovati all’interno dello stomaco delle tartarughe marine analizzate. L’elio, inoltre, è un gas prezioso, elemento raro da preservare per utilizzi più nobili come le macchine per la risonanza magnetica o per procedure mediche salvavita e di diagnostica, criogenia, ricerca di laboratorio piuttosto che per gonfiare palloncini.
“È necessario che sempre più persone prendano consapevolezza di quali danni ambientali al Pianeta e ai suoi abitanti faccia una attività apparentemente innocua come il rilascio in volo dei palloncini. Tutto ciò che vola in cielo, poi torna inevitabilmente giù – conclude Barbara Cavanna (Plastic Free) – Ringraziamo di cuore tutte le realtà che finora hanno aderito alla nostra iniziativa e invitiamo tutte quelle che non siamo riusciti a raggiungere direttamente e che abbiano piacere ad aderire a contattarci via mail a barbara.cavanna@plasticfreeonlus.it oppure a prov.lecco@plasticfreeonlus.it e a firmare la nostra petizione online”.
Le associazioni che hanno aderito alla proposta di Plastic Free Lecco
Alla campagna di Plastic Free Lecco hanno aderito sinora: Associazione Monte di Brianza; Coop. Soc. Liberi Sogni; Fondazione scuola per l’infanzia Luigi e Regina Sironi - Oggiono; Gruppo scout AGESCI Lecco 3; InterValli APS – Associazione Genitori ICS Premana; Legambiente Lecco Onlus; North N Line A.S.D.; Oggiono per l’Ambiente ODV; Associazione OGVN; Parrocchia di Brivio; Parrocchia Ss. Pietro e Paolo di Lomagna; Proloco Montevecchia; RiCircolo APS; Associazione Save the Lake; Stendhart - Danza Teatro; Terrealte - consorzio agricolo e agrituristico lecchese; Vibes A.S.D. e WWF Lecco. È, invece, possibile sottoscrivere la petizione nazionale online qui: https://www.plasticfreeonlus.it/petizioni/1/basta-palloncini-in-volo-fermiamo-il-disastro-ambientale.