Parco del Curone: Zardoni sempre più vicino alla presidenza, ma le associazioni scrivono ai sindaci
Il Monte di Brianza, il Cai di Calco e quello di Missaglia e l'Antincendio Boschivo di Olgiate hanno chiesto "scelte condivise e partecipate, volte alla tutela ambientale nel rispetto delle norme vigenti"
Un paio di giorni ancora e il Parco del Curone avrà il suo nuovo presidente. Sembra ormai certo che l'ambita carica verrà ricoperta dal coordinatore delle Gev Giovanni Zardoni, a cui si contrappone la new entry Giulio Facchi, nominato dal centrosinistra che, fino alle sue dimissioni, aveva appoggiato l'uscente Marco Molgora. L'iter che ha coinvolto i sindaci, ancora divisi in due schieramenti netti, sta per volgere al termine, ma non mancano le prese di posizione delle associazioni, che guardano con preoccupazione al futuro del Parco.
Parco del Curone: Zardoni è il favorito
Le percentuali, il 53 per cento circa, erano dalla sua sin dall'inizio, ma Zardoni non è sostenuto dalla maggioranza degli Enti, né tantomeno dei Comuni. Dalla sua parte il Comune di Cernusco, con il sindaco Gennaro Toto che ne ha proposto la candidatura, Montevecchia, Olgiate Molgora, Sirtori e La Valletta, a cui si aggiunge il 15 per cento della Provincia, percentuale determinante per la vittoria. Solo cinque Comuni e sei Enti in totale, mentre dall'altra parte della barricata i Comuni sono sette (Merate, Missaglia, Osnago, Lomagna, Viganò, Airuno e Valgreghentino), che sostenevano prima Molgora e ora Facchi, sebbene pare che la ricerca di un nome ulteriore non si sia mai fermata.
Le associazioni insorgono
Questo continuo tira e molla, in cui la politica ha assunto uno spazio preponderante e le sorti del Parco sono state di fatto messe nelle mani della Provincia e allontanate dal perimetro decisionale dei Comuni, ha fatto preoccupare e non poco le associazioni. Dapprima l'Associazione Monte di Brianza ha lanciato una raccolta firme dall'emblematico titolo "Parco e nomine : dalla parte dell'Ambiente", che in meno di una settimana ha già superato le 2mila firme, a riprova di quanto la preoccupazione di un'apertura indiscriminata e di un'antropizzazione del Parco sia forte anche nei cittadini, in chi abita e frequenta i territori della Valle del Curone.
Nei giorni scorsi, inoltre, il Monte di Brianza, il Cai di Calco e quello di Missaglia e l'Antincendio Boschivo di Olgiate, hanno scritto ai sindaci chiedendo una presa di coscienza alla ricerca di massima condivisione, soprattutto per quanto riguarda il nome del presidente. I sodalizi, guidati dal presidente dell'Associazione Monte di Brianza Luigi Panzeri, hanno chiesto "scelte condivise e partecipate, volte alla tutela ambientale nel rispetto delle norme vigenti".
Lunedì la resa dei conti
La resa dei conti, con la votazione della Comunità del Parco, si terrà lunedì sera alle 21 a Cascina Butto a Montevecchia. Appare improbabile, come successo due settimane fa, che il centrosinistra chieda un ulteriore rinvio, ma è ben più plausibile che lo schieramento pro Molgora e poi pro Facchi si astenga in maniera compatta, delegando così ogni responsabilità dell'elezione di Zardoni al centrodestra.
Il vero problema, poi, si presenterà nel quinquennio a venire: come potranno i Comuni di Cernusco, Montevecchia, Olgiate, Sirtori e La Valletta (diamo per certa l'assenza della Provincia, che nel quinquennio di Molgora non si è mai scomodata fino a Cascina Butto, a riprova di quanto le vicende del Parco risultino interessanti solo quando mischiate alla politica) far passare delibere e progetti con la strenua opposizione degli altri setti Comuni?
Si mercanteggia sul Consiglio di Gestione
A quello ci si penserà a tempo debito, adesso c'è ancora da definire il Consiglio di Gestione. I nomi sul tavolo sarebbero quelli del consigliere di maggioranza di Sirtori Paolo Belletti per il centrodestra, mentre l'assessore di Merate Silvia Sesana e Giulio Facchi, anche lui meratese e già dato per sconfitto contro Zardoni, sarebbero le nomine per il centrosinistra. Tutto resta in forse, anche perché la cordata zardoniana sarebbe disponibile a cedere un posto in Consiglio di Gestione a patto che qualcuno sostenga il loro candidato (le pressioni sarebbero soprattutto sulle new entry Airuno e Valgreghentino).
Insomma, divisi sul presidente e divisi sul Consiglio di Gestione.