Parco del Curone, fumata nera per il nuovo presidente
Giovanni Zardoni è entrato a Cascina Butto di Montevecchia come probabile Papa e rischia ora di uscirne cardinale. I sindaci meratesi e casatesi di centrosinistra hanno in mano un nuovo nome che "potrebbe mettere tutti d'accordo"
Il Parco del Curone non ha ancora un presidente. Dopo le dimissioni di Marco Molgora, che ha compiuto un passo indietro mercoledì mattina alla luce delle pesantissime divisioni nate tra i sindaci di centrosinistra e centrodestra, dopo che questi ultimi avevano avanzato a sorpresa la candidatura di Giovanni Zardoni, sembrava che il capo delle Guardie ecologiche avesse ormai la strada spianata.
E invece non è andata così. I sindaci di centrosinistra si sono presentati alla Comunità del Parco di questa sera con la richiesta di rinviare la votazione, in virtù della presenza di un nuovo candidato potenzialmente in grado di mettere tutti d'accordo.
E ci sono riusciti, facendo scendere le quote di uno Zardoni entrato a Cascina Butto Papa e che rischia ora di uscirne cardinale.
Parco del Curone, serata convulsa
La Comunità del Parco si è riunita nella serata di oggi, lunedì 2 dicembre 2024, a Montevecchia. In virtù delle dimissioni di Molgora, a presiedere la seduta è stato Mario Ghezzi, membro anziano del Consiglio di gestione.
Presenti i rappresentanti di tutti i Comuni e la presidente della Provincia Alessandra Hofmann, praticamente mai vista dalle parti di Cascina Butto (anche perché la delega ai Parchi ce l'ha il consigliere e presidente di Fratelli d'Italia Alessandro Negri, anche questo elemento di discreta tensione negli equilibri tra Lega e Fdi) ma intenzionata per la prima volta - c'è sempre stata astensione - a far valere il voto di Villa Locatelli per spingere la candidatura dell'uomo del centrodestra. Ovvero Zardoni.
L'Assise è iniziata con alcuni punti di ordinaria amministrazione, filati via abbastanza velocemente fino a quelli più attesi dai sindaci e assessori del Meratese e Casatese, ovvero quelli legati alla votazione del nuovo presidente.
Per tutto il fine settimana l'ipotesi del rinvio della votazione è stata un'ipotesi più che concreta, anche perché, statuto alla mano, perché venga ritenuta valida serve l'alzata di mano di almeno 7 enti. E quelli orientati a destra (più La Valletta Brianza dell'imprevedibile Marco Panzeri) sono soltanto 6.
Proprio uno dei principali sostenitori di Zardoni, ovvero il sindaco di Montevecchia Ivan Pendeggia, nel corso della scorsa settimana aveva proposto ai colleghi un terzo nome (sul Giornale di Merate in edicola da domani, martedì 3 dicembre 2024, tutti i dettagli di questa vicenda) in grado di mettere d'accordo tutti, ma la diretta interessata - una professionista esperta del settore - ha declinato la proposta.
Si è così arrivati alla convulsa giornata di oggi, lunedì, con i sindaci di centrosinistra alle prese con il dilemma di alzarsi e invalidare la seduta; di rimanere seduti e di astenersi (facendo così eleggere Zardoni); di chiedere il rinvio della votazione per arrivare a un nuovo nome condiviso, per superare le tensioni e le divisioni di questi giorni, che hanno letteralmente spaccato il Parco del Curone in due frange.
Marco Panzeri innesca la miccia del dibattito
"Faccio un intervento politico. Ho letto che nel Parco si vuole fare Disneyland - ha affermato polemicamente Marco Panzeri, innescando la miccia delle schermaglie successive - Mi riferisco al sindaco di Osnago e al comunicato del suo gruppo: non mi è piaciuto che abbiate voluto trovare un nemico nel Comune di La Valletta Brianza. Noi abbiamo approvato un Pgt che riduce il consumo di suolo del 42 per cento, buttare tutto nel banale non è corretto".
E riferendosi al Distretto del cibo, che coinvolge La Valletta Brianza, Montevecchia e Olgiate Molgora (per nulla casualmente sostenitori di Zardoni) e spinto dal consigliere leghista Mauro Piazza, è stato netto: "Non voglio che questo diventi oggetto di speculazione", smarcandosi anche dall'etichetta di sindaco di destra (in tempo era stato anche segretario del Pd e successivamente di Italia Viva).
"Progetto Osnago non ha mai citato La Valletta, c'è un passaggio sul Distretto del cibo che parla di possibilità di realizzare un parco avventura nel Parco e questo avverrebbe nei Comuni che lo hanno firmato. Non negli altri. Io qui voglio ringraziare Molgora, visto che nessuno lo ha fatto, l'ampliamento del corridoio della Valletta lo si deve a lui" ha replicato seccamente il sindaco di Osnago Felice Rocca, punzecchiato anche dal collega di Cernusco Gennaro Toto.
Tra gli amministratori palesemente schierati a destra, il primo a intervenire è stato il vicesindaco di Olgiate Matteo Fratangeli, che si è preso il merito (tra le facce perplesse dei colleghi dall'altra parte del tavolo) di aver trainato Airuno e Valgreghentino nel Parco e di avere "a cuore solo la tutela del territorio".
Redaelli di Missaglia: "Rinviamo, c'è un terzo nome"
Al momento di votare per il nuovo presidente, è stato Paolo Redaelli, sindaco di Missaglia, a calare l'asso per il centrosinistra. "Abbiamo individuato un terzo candidato, pertanto chiediamo il rinvio della votazione per darci modo di confrontarci. Ci siamo già trovati in diverse occasioni, uno dei due candidati ha dato le dimissioni, ne abbiamo trovato un terzo che può far convergere maggiore consenso". Di qui la proposta di una nuova seduta il 16 dicembre.
Il vicesindaco di Olgiate, che in queste settimane certo non ha brillato per trasparenza nel fornire prima sostegno a Molgora e spingendo poi sotto traccia la candidatura di Zardoni, ha chiesto il nome. "Preferisco parlarne tra di noi" ha tagliato corto Redaelli, tutt'altro che intenzionato a scoprire le carte in una complicatissima partita a poker tra le parti.
A quel punto Panzeri di La Valletta Brianza è tornato alla carica. "Mi sento in obbligo di riportare il motivo per cui non sosteniamo Molgora. Per me è fondamentale, anche se mi rimetto alla volontà della maggioranza, che il prossimo presidente non sia un gendarme che preserva ecologia e ambiente e basta, ma nella sua funzione debba costruire una vera comunità del Parco". Panzeri si è detto perplesso per la proposta di Redaelli. "Ho detto che avremmo votato con la maggioranza dei sindaci, abbiamo cercato la convergenza in due settimane e non ci siamo riusciti, adesso ne servono altre due per un terzo nome?".
"Su Zardoni non c'è la maggioranza degli enti e senza la Provincia nemmeno una percentuale valida... C'è stato un candidato che ha risposto con dati e chiarezza, l'altro con un libro di sogni e 100mila euro di spese per nuovi dipendenti" ha precisato con forza Rocca di Osnago, portando Panzeri a rincarare la dose, sottolineando l'importanza di agricoltori e produttori locali con la richiesta di "non banalizzare il Distretto del cibo".
Reazioni contrastanti
Preso atto dell'assenza di scadenza temporali in caso di rinvio, Fratangeli di Olgiate è stato il primo a dirsi disponibile a "spostare il dibattito per rasserenare il clima sono disponibile", precisando però di non accettare "di farmi dire che il candidato Zardoni non è adatto e non troverebbe convergenza. Al momento avrebbe la maggioranza e meriterebbe una chance", facendo anche riferimento al fotomontaggio del Giornale di Merate nel quale viene raffigurato nell'Antinferno dantesco con gli ignavi, insieme al collega Panzeri di La Valletta Brianza per non aver avuto il coraggio fino di fatto a stasera di esprimere la propria posizione con convinzione.
"Rinviare per 15 giorni non cambia a nessuno, visto che ancora manca il membro del Consiglio designato dalla Regione - ha affermato il sindaco di Sirtori Matteo Rosa - Non mi nascondo dietro a un dito, io continuo a caldeggiare Zardoni. In totale democrazia lascio spazio alla nuova proposta che mi sento di valutare se è valida o meno, altrimenti rimango sul mio voto virtuale Zardoni, che stimo".
A vestire i panni del pompiere è stato il sindaco di Merate Mattia Salvioni, che ha invitato tutti a riflettere e a "ripartire dai punti fermi che condividiamo, dalle idee da cui siamo partiti, capire quali sono prioritarie e quali no. Siamo a un sostanziale pareggio, non abbiamo una deadline così prossima e dunque valutiamo anche questo candidato e rivalutiamo la candidatura attuale".
"Oggi si sarebbe dovuto votare, anche per chi è seduto e si aspettava di sentire quello che avremmo dovuto scegliere nelle nostre responsabilità - ha dichiarato un seccato Ivan Pendeggia - Arrivare con una nuova proposta alle 19.52 con una riunione convocata per le 21 non è bello. C'è un'ipotetica persona, non sappiamo chi è, ci fidiamo che esista. Se serve tempo per valutare chi si è presentato nei tempi mi sta bene, se devo valutare una persona che è arrivata fuori tempo massimo, di cui non so nulla, allora vale tutto". "Valutiamo parimenti i candidati, torniamo al punto delle nostre richieste sul tavolo e da lì li valutiamo" ha proposto il meratese Salvioni.
"Da sindaco che ha proposto Zardoni sarei stato zitto, ma credo sia scorretto fare le regole e poi cambiarle in corsa. Ci siamo detti: non basiamoci su criteri politici ma sulle competenze. E adesso mettiamo in discussione un candidato che da trent'anni opera nel Parco" ha rintuzzato Gennaro Toto di Cernusco, che più d'uno ipotizza abbia spinto Zardoni verso la presidenza dell'ente per toglierselo di torno come possibile avversario alle prossime elezioni comunali, intavolando un botta e risposta con l'osnaghese Rocca, con il quale non corre buon sangue da tempo.
"Anche la Provincia ha responsabilità - è poi intervenuta la Hofmann - A questa presidenza non piacciono le astensioni, alle prime riunioni non sono nemmeno stata invitata. Ho trovato Zardoni più proattivo rispetto a Molgora, come cambiano i sindaci può cambiare anche il presidente di un Parco... Come si può dire che Zardoni non abbia a cuore il Parco? Ne ha solo una visione diversa".
"Se adesso decidiamo per il rinvio facciamolo per arrivare in maniera compatta a presidente e Consiglio di gestione - ha suggerito il sindaco di Valgreghentino Matteo Colombo - Ho notato nel confronto che c'erano posizioni cristallizzate, in ogni caso non facciamo le vergini nel dire che la politica non c'entra niente. Siamo sindaci, siamo politici e dietro c'è anche la politica, non nascondiamoci".
Tutti a favore del rinvio, tranne Toto
Il nome del nuovo candidato, durante l'Assise pubblica, non è emerso, nonostante solleciti da più parti. Infine si è votato per il rinvio: tutti a favore (Pendeggia dichiaratamente "a malincuore"), unico contrario Toto di Cernusco.
Fumata nera, insomma. Il nome del nuovo presidente del Parco del Curone si saprà lunedì 16 dicembre. Salvo nuovi colpi di scena...