Esclusiva

Parco del Curone, ecco chi è il candidato presidente proposto dal centrosinistra

E' Giulio Facchi, ex assessore all'Ambiente della Provincia di Milano, residente a Merate, l'alternativa a Giovanni Zardoni sostenuta dalle Amministrazioni in orbita Pd

Parco del Curone, ecco chi è il candidato presidente proposto dal centrosinistra
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E' Giulio Facchi il "terzo soggetto" proposto dai sindaci di centrosinistra come papabile nuovo presidente del Parco del Curone in successione al dimissionario Marco Molgora.

Una candidatura avanzata in extremis nella serata di lunedì 2 dicembre, emersa proprio durante la Comunità del Parco a Cascina Butto a Montevecchia che avrebbe dovuto ufficializzare l'investitura di Giovanni Zardoni ma che ha invece visto il rinvio della votazione alla serata del 16 dicembre.

Parco del Curone, spunta il nome di Giulio Facchi

Un rinvio chiesto per valutare un nome nuovo - quello di Facchi, appunto - che, secondo l'opinione delle Amministrazioni di centrosinistra (Missaglia e Merate su tutte) che si erano schierate per la riconferma di Molgora, potrebbe aiutare l'intera Comunità a superare le divisioni sorte con la proposta di candidatura di Zardoni da parte dei Comuni di centrodestra (più La Valletta Brianza).

Facchi, 69 anni, originario di Cologno Monzese ma oggi residente a Merate, ha un passato legato al Partito Democratico, è stato assessore all'Ambiente della Provincia di Milano, recentemente impegnato nell'accoglienza dei migranti con l'associazione Cross (acronimo di Centro Ricerca Opportunità di Sviluppo Sostenibile) costituita il 5 luglio 2017.

Ha imbastito progetti legati ai profughi a Monticello Brianza e Missaglia e successivamente a Brugarolo di Merate, comparendo anche in pubblico per spiegare ai residenti la provenienza degli otto migranti ospitati in alcune abitazioni della frazione.

Giulio Facchi (a destra) durante un incontro pubblico a Brugarolo di Merate

Nel suo passato c'è una vicenda giudiziaria che lo ha visto essere assolto dopo ben 16 anni di "Odissea" nei tribunali. Facchi era stato  chiamato tra il 2001 e 2004 come subcommissario dall’allora commissario per l’emergenza rifiuti, Antonio Bassolino. Con tale carica autorizzò il conferimento di materiale nella discarica di Cipriano Chianese (ritenuto dagli inquirenti legato alla Camorra), la Resit, in piena Terra dei fuochi, a Giuliano.

Il Pm per lui aveva chiesto quattro anni, dopo che in primo grado era stato condannato a 5 (clamorosa era stata invece la richiesta dell'accusa, sempre in primo grado, che aveva chiesto trent'anni). Nel 2019 era giunta la sentenza che lo scagionò totalmente.

"Questo processo si è preso 16 anni della mia vita - aveva dichiarato Facchi commosso al momento della sentenza - E' finito un incubo, ma nel frattempo ho perso la casa, il lavoro, la moglie. Venivo additato con ogni sorta di epiteto. Ora mi dicono che sono innocente. Io lo sapevo già".

Riflessioni in corso

Sul nome di Giulio Facchi, che dalla sua ha sicuramente un'ampia conoscenza in materia ambientale, sono in corso le riflessioni, soprattutto tra le Amministrazioni di centrodestra ma anche tra quelle di centrosinistra, visto che la candidatura è spuntata un po' improvvisamente nel tardo pomeriggio di lunedì.

Una decisione verrà presa sicuramente nella serata di lunedì 16 dicembre 2024, quando è convocata la prossima Comunità del Parco. Salvo colpi di scena e nuovi nomi, la scelta oscillerà tra Zardoni e Facchi.

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