Non piove da più di un mese, anche l'Adda soffre
Viaggio fotografico sul fiume, dove il traghetto non può navigare.
Non piove da più di un mese, anche l'Adda soffre. Agricoltori e allevatori sono molto preoccupati. Già, come tutti, devono fare i conti con i rincari del gas che aumentano i costi di una produzione che in caso di siccità rischia di essere decisamente inferiore alle attese.
Non piove da più di un mese, anche l'Adda soffre
Rispetto al periodo 2006-2020, il manto nevoso sui rilievi lombardi è di circa il 70% sotto la media, mentre il totale della riserva idrica nei grandi laghi risulta del 54% inferiore alla media.
Tutti i principali fiumi lombardi - abbiamo toccato con mano quanto succede nel nostro Adda - registrano livelli idrometrici vicini ai valori minimi storici per il periodo considerato e purtroppo neanche nei prossimi giorni sono in previsione precipitazioni degne di nota.
L'Adda un metro sotto il livello medio
Un metro, anzi un metro abbondante, sotto il livello medio dell’acqua. E’ questa la condizione dell’Adda dopo più di un mese che non piove. Una situazione che negli ultimi anni sta diventando sempre meno anomala e sempre più allarmante, le cui spaventose conseguenze sono già sotto gli occhi di tutti.
"Sulle sponde del fiume è cresciuta l’erba e questo è significativo di come l’abbassamento del livello dell’acqua stia diventando sempre più una condizione permanente", hanno spiegato i due guardiapesca del Comune di Brivio, che ci hanno accompagnato in un sopralluogo sulla loro barca, indicandoci la riva con il dito. Gianmario Rucco, 52 anni e residente in paese, svolge quest’attività di volontariato da 12-13 anni e per 9 anni, fino alla fine del 2019, è stato presidente dell’Aps Brivio. Francesco Cogliati, invece, ha 31 anni ed è di Olgiate, dove ricopre il ruolo di capogruppo di maggioranza consiliare; avvocato di professione, due anni fa è diventato guardiapesca della Fipsas e da circa un anno lo è anche per il Comune di Brivio.
All'origine di tutto il cambiamento climatico
"All’origine di tutto ciò c’è il cambiamento climatico - hanno continuato i due pescatori, che in realtà hanno messo da parte quest’attività da un po’ di tempo - ma le vere problematiche inizieranno in primavera, nel periodo della riproduzione dei pesci".
Con l’aumento delle temperature, infatti, i pesci migreranno nelle stoppate, zona paludosa del fiume sul territorio di Brivio dove l’acqua è più calda e il luogo è ideale per la loro riproduzione. Stando a quello che è successo negli ultimi anni, però, in quegli stessi mesi inizieranno le prime vere piogge che spingeranno il Consorzio dell’Adda a chiudere le dighe di Paderno e Olginate per conservare l’acqua nel bacino di raccolta. Verso l’estate, però, tornerà di nuovo la siccità e i pesci che intanto si erano spostati nelle stoppate non riusciranno a tornare indietro e moriranno di asfissia.
"E’ quanto successo l’anno scorso, quando abbiamo trovato una tonnellata di carpe senza vita - ha proseguito Cogliati - Il Parco Adda Nord ci aveva promesso che per ogni chilo di pesci morti avrebbe immesso nel fiume un chilo di pesci vivi, eppure ad oggi la promessa non è stata mantenuta». «E’ stata la Regione a non autorizzare l’immissione - ha però aggiunto Rucco - per motivi ancora da capire".
Ciò che il Parco ha fatto è stato effettuare degli interventi tampone, come la riapertura di un paio di canali per favorire il riciclo dell’acqua all’interno delle stoppate, ma ovviamente non è stato sufficiente a risolvere il problema.
"La situazione si è aggravata negli ultimi 3-4 anni e l’unica soluzione è un’inversione del riscaldamento climatico - hanno concluso le due guardie ittiche con condivisibile preoccupazione - Dovremmo tornare a prenderci cura del mondo in cui viviamo, perché le conseguenze della nostra noncuranza sono già evidenti".
Anche il traghetto di Leonardo è al palo
Non piove da più di un mese? Senza acqua nell’Adda il traghetto leonardesco di Imbersago non si muove. Un periodo di secca che si protrae ormai da alcune settimane e che sta caratterizzando negativamente l’attività turistica sul fiume.
"Gli effetti del cambiamento climatico in questi anni stanno creando non pochi imprevisti al nostro traghetto - ha commentato il sindaco Fabio Vergani - Ora il traghetto è fermo da qualche settimana, perché quando il livello dell’acqua è troppo basso rispetto al pontile, per ragioni di sicurezza, non è possibile consentire la navigazione. Ogni tanto riusciamo magari ad aprire per qualche giorno, poi siamo costretti nuovamente a bloccare il traghetto".
Un’operazione che, come il sindaco ha spiegato, dipende principalmente dalla quantità di acqua presente nel lago di Como.
"Se le precipitazioni sono carenti e il livello d’acqua nel lago è basso la diga di Olginate resta chiusa perché l’acqua viene conservata per l’attività delle centrali elettriche o di irrigazione, oltre che dei consorzi di bonifica. Di conseguenza l’acqua non arriva nemmeno a valle e quindi l’Adda resta scarico - ha ben chiarito Vergani - Ci sono politiche di carattere economico che fanno sì che l’interesse primario sia quello di tenere alto il livello del lago di Como".
Servizio fotografico di Alessandro Di Mise e Marica Flore - Il servizio completo sul Giornale di Merate in edicola