Mandic, punto nascite a rischio. Favini: "Dati negativi anche quando era un cesarificio..."
Le proiezioni parlano di circa 200 parti all'ospedale di Merate relativamente al 2023
Il futuro del punto nascite del Mandic di Merate, dopo le dimissioni della primaria facente funzioni Tiziana Dell'Anna, è sempre più a rischio. E le proiezioni del 2023, rivelate dal direttore generale dell'azienda ospedaliera di Lecco Paolo Favini nell'intervista rilasciata al Giornale di Merate di questa settimana, non sono certo confortanti.
«La dottoressa Dell’Anna, che comunque rimarrà a Merate fino al 31 dicembre, si è dimessa per ragioni personali sui quali non ho voluto indagare – ha commentato il direttore generale dell'Asst Paolo Favini - E se mai dovesse ripensarci la porta per lei rimanere aperta. Evidentemente anche a livello professionale non ha trovato più stimoli in quello che faceva, perché dobbiamo dircelo: nonostante gli sforzi compiuti per invertire una tendenza che già era in corso quando il reparto era un “cesarificio” (il riferimento è evidentemente alla gestione del Boca-Biffi, ndr), le mamme non sono tornate a partorire a Merate».
Parti a Merate, anche nel 2023 dati preoccupanti
Perché? «Il Mandic vive dinamiche molto simili ad altri ospedali delle stesse dimensioni in regione: le donne oggi si rivolgono principalmente a ospedali dotati di Terapia intensiva neonatale, sono i dati a parlare, non lo dico io - incalza Favini - Nel 2022 nel distretto di Merate sono nati 688 bambini, ma solo 276 di loro hanno visto la luce al Mandic... più delle metà delle partorienti hanno optato per Lecco, Vimercate o altri ospedali. E quest’anno non va certo meglio, abbiamo proiezioni di circa 200 nascite a fine 2023».
Il suo ingresso nel reparto del punto nascite meratese, dove da tempo i numeri di parti effettuati sono ben al di sotto della soglia minima fissata dalla normativa regionale, era stato accolto dalla direzione dell'Asst di Lecco come segno della rinascita della Ginecologia e Ostetricia meratese. Niente di tutto ciò: le dimissioni della primaria facente funzioni, sommate a dati impietosi, segneranno a breve la chiusura del reparto. «Non è una decisione che spetta a me, esiste una commissione regionale che questi dati li conosce benissimo e che sceglierà il da farsi - ha proseguito Favini - E’ evidente comunque che a Merate non si può continuare a vivere pensando a com’eravamo cinquant’anni fa, lo sguardo va rivolto al presente e al futuro, che ci danno indicazioni precise: le donne preferiscono partorire in ospedali grandi, il Mandic ha la sua vocazione nella specializzazione e addirittura nella sotto-specializzazione».
Punto nascite, il destino è ormai segnato
Un ritornello che ripetono in molti, dagli assessori regionali al Welfare ai sindaci, che tuttavia si sono recentemente detti preoccupati per la possibile - ormai più che probabile - chiusura del punto nascite.
«La specializzazione del Mandic è già in corso, guardiamo alla Pneumologia, alla Medicina geriatrica, alle cure palliative pediatriche che grazie alla collaborazione con l’Università di Milano Bicocca sono un’eccellenza che ci invidiano ovunque. Voglio provocare: Villa Beretta e La Nostra Famiglia quanti servizi offrono? Pochi, ma eccellenti, tanto che a loro si rivolgono pazienti da tutta Italia. Questa è la strada che deve seguire il Mandic, indipendentemente dal futuro dell’Ostetricia». L'ormai ex facente funzioni si era peraltro candidata al concorso indetto dall'Asst per ricoprire il ruolo di primario effettivo del reparto di Ginecologia e Ostetricia del Mandic, conclusosi in un nulla di fatto in quanto temporaneamente congelato dall'Asst lecchese.