"L'esser donna" a cura di Elena Pisanelli
Alla serata, organizzata dalla Consulta Sociale, hanno partecipato anche il maestro Federico Porcelli, accompagnato dal collega Daniele Carboni
"Cambia il vento ma noi no: essere donna in un mondo di uomini", l'economista Elena Pisanelli ha raccontato, in occasione della festa della donna, le differenze di genere per cui si batte giorno dopo giorno.
"Cambia il vento ma noi no: essere donna in un mondo di uomini"
Occupazione e pari opportunità: nella società le differenze di genere prescrivono quello che dovremmo essere piuttosto che riconoscere quello che siamo.
Nella serata di mercoledì 8 marzo, in occasione della giornata internazionale della donna, nell’auditorium di via Roma a Lomagna si è riflettuto a lungo sugli stereotipi culturali, sui ruoli sociali e le disuguaglianze di genere con particolare attenzione all’empowerment femminile e sulle premesse del futuro.
Un’interessante conferenza dal titolo «Cambia il vento ma noi no: essere donna in un mondo di uomini» a cura dell’economista Elena Pisanelli, laureata all’università di Bergamo e attualmente ricercatrice all’università degli studi di Bologna.
«Nella società di oggi vediamo costantemente donne ben vestite e ben educate e pensiamo che il mondo stia cambiando rispetto al passato. Ma questi cambiamenti apparenti sono estremamente fuorvianti. Perché dal punto di vista interiore, non siamo cambiate». Parole forti dette con fermezza da Elena Pisanelli, che ha per anni studiato come il mercato del lavoro e le donne interagiscano tra loro e come la figura femmine venga percepita nella società. La ricerca scientifica esistente ha individuato diversi fattori culturali che portano le donne a rimanere in una posizione sociale ed economica più debole rispetto agli uomini. Ciò che l’esperta ha cercato di denunciare è il fatto che il sessismo odierno sia diverso da quello di una volta: è più subdolo, perché indipendentemente da ciò che si dice le donne sono raramente percepite allo stesso tempo competenti e piacevoli.
Studiare e comprendere la figura femminile
«Sto dedicando la mia vita a questi temi – ha spiegato la Pisanelli – Mi ha sempre appassionato la figura femminile: capire come le donne si sentono o come vengono percepite dagli uomini mi ha portato ad interrogarmi fin da quando ero piccola. Sono sensibile ai temi di genere ed è per questo che ogni giorno mi batto per i diritti delle donne: non accetto che viviamo in un mondo maschilista dove la femminilità deve mettersi da parte e fare un passo indietro perché gli usi e costumi della società vogliono così».
Argomenti molto interessanti che hanno spinto la ricercatrice a trasmettere un messaggio fondamentale: «Le differenze di genere esistono e noi dobbiamo abolirle: non ci devono più esserci discriminazioni e disparità. Una vittoria l’abbiamo ottenuta con il tanto sudato “congedo di paternità”, così che non siano solo le donne a dover rinunciare al lavoro per i figli. Finché la società continuerà ad associare tratti maschili alla leadership, le donne leader verranno valutate sempre in modo più duro, anche quando si dimostrano più abili della controparte maschile».
La speranza della lomagnese è quella di ampliare il concetto di genere e soprattutto che vi siano sempre più modelli femminili: le donne di oggi con la loro esperienza e consapevolezza, possono e devono aiutare le donne del futuro a ridefinire chi sono e chi possono essere.
Durante la serata, organizzata dalla Consulta Sociale, il maestro Federico Porcelli, accompagnato dal collega Daniele Carboni, oltre ad aver deliziato il pubblico con la propria musica, ha trattato la figura della donna nella storia della musica ripercorrendo l’esperienza di alcune note musiciste che hanno abbattuto le barriere di genere. All’evento hanno collaborato anche il Comune e l’Associazione Amici della Musica.