Lecco, presidio contro il Ddl Sicurezza: "La resistenza è un dovere"
Riva: "Noi pensiamo ad un Paese diverso, noi siamo per il dialogo e non per la repressione, noi siamo per la democrazia e non per la prepotenza, noi siamo per unire il Paese e non per dividerlo".
"La resistenza è un dovere" si leggeva ieri, lunedì 30 settembre 2024, su uno dei cartelli che i tanti manifestanti, oltre un centinaio, hanno mostrato in piazza Diaz a Lecco durante il presidio contro il Ddl Sicurezza promosso da Anpi Lecco, Arci Lecco Sondrio, Cgil Lecco, Coordinamento Lecchese 'Stop Al Genocidio' Renzo e Lucio Udi Lecco.
Lecco, presidio contro il Ddl Sicurezza: "La resistenza è un dovere"
Superato l'esame alla Camera, il provvedimento è approdato in Senato tra le proteste delle opposizioni e di ampie fette della società civile. Tantissime le manifestazioni in tutto il Paese e oggi anche Lecco è scesa in piazza. Il testo composto da 38 articoli introduce diversi nuovi reati come la partecipazione a rivolte o resistenze passive nei penitenziari e nei centri di accoglienza per migranti. Chiunque prenda parte a tali azioni potrà essere punito con pene che vanno da uno a cinque anni di reclusione. Punita anche l'occupazione di immobili. Una delle misure più discusse è l'eliminazione del rinvio obbligatorio della pena per le madri detenute con figli fino a un anno. E ancora il Ddl introduce aggravanti per chiunque commetta violenze o minacce contro un pubblico ufficiale al fine di impedire la realizzazione di opere pubbliche o infrastrutture strategiche come il Ponte sullo Stretto o la Tav. Le pene per il danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche vengono inasprite, con la reclusione che può arrivare fino a cinque anni. Viene inoltre esteso l'ambito di applicazione del Daspo urbano, permettendo al questore di vietare l'accesso a determinate aree a chi è stato denunciato o condannato per reati legati a infrastrutture di trasporto. Tra le altre misure approvate, vi è l'autorizzazione per gli agenti di sicurezza a portare alcune tipologie di armi anche fuori servizio.
Misure queste fortemente contestate dai manifestanti che sono entrati nel merito del dissenso. "E' necessario mettere in campo queste iniziative in un periodo come questo - ha spiegato il segretario della Camera del Lavoro Lecchese Diego Riva - Le persone sono già in difficoltà e oggi ancor di più è giusto tenere alta l'attenzione. Il Governo sta cercando di far Passare il Ddl Sicurezza e con questa iniziativa prende in giro i cittadini. L'esecutivo non può andare avanti con provvedimenti autoritari, deve usare il suo potere per governare, non per comandare. Deve rappresentare tutti i cittadini, non solo una parte, con particolare attenzione a quelli più deboli ed emarginati. Il Ddl Sicurezza è solo propaganda. Il tema della sicurezza non si può affrontare così, non si risolve inasprendo le pene. E' un tema sociale che va affrontato partendo dal superamento delle disuguaglianze. La politica deve in primo luogo occuparsi dell'accoglienza e dell'emergenza degli alloggi. Noi siamo d'accordo quando si dice che le Forze dell'ordine vanno tutelate, ma nel Ddl Sicurezza non c'è nulla che vada in questa direzione, non viene messo un euro in questo settore, ci sono i contratti nazionali scaduti, non c'è un piano di assunzioni straordinarie e soprattutto non ci sono adeguati percorsi formativi. Lo stesso sindacato di Polizia sta denunciando tutto questo".
Per riva sono tante le criticità del Ddl Sicurezza, dalla cancellazione del reato di abuso di ufficio, alla limitazione dell'uso delle intercettazioni e del potere dei Pubblici ministeri. "A cosa serve tutto questo? Noi non ci stiamo. Vengono introdotto nuovi reati penali e si mette in discussione il diritto di mobilitarsi, organizzarsi e manifestare. Se fai un picchetto o uno sciopero e blocchi le strade rischi di andare in carcere. In queste condizioni come potremmo noi contrastare ad esempio le crisi aziendali e tutelare i posti di lavoro? I diritto di manifestare è un diritto individuale previsto dalla Costituzione a cui non rinunceremo mai. E' il sale della democrazia. Ovviamente vanno tutelate sia le persone che il bene pubblico, ma non lo si fa aumentando le pene. Attivisti, lavoratori, studenti, sono tutti sorvegliati da questo Governo solo perchè chiedono condizioni di vita migliori. Basta pensare al Decreto Rave, al Decreto Caivano o alla legge 50 e ora questo Ddl Sicurezza. Sono tutti provvedimenti illiberali. Noi pensiamo ad un Paese diverso, noi siamo per il dialogo e non per la repressione, noi siamo per la democrazia e non per la prepotenza, noi siamo per unire il Paese e non per dividerlo".
"Spaventoso". Così Raffaella Cerrato di Udi Lecco ha definito il Ddl Sicurezza. "Stiamo vivendo un periodo in cui ci vengono tolti i diritti, diritti che non sono ereditari ma vanno tutelati e se non lo faremo sarà difficile tornare indietro. Diciamo no a questo Ddl che vuole colpire il dissenso, noi vogliamo difendere la libertà di manifestare pacificamente e respingiamo la criminalizzazione della protesta di chi lotta per difendere i diritti umani. Diciamo no alla criminalizzazione dei migranti. Diciamo no alle donne in carcere in gravidanza e con figli piccoli".
Presenti oggi in piazza anche alcune studentesse del Liceo Artistico Medardo Rosso che già lunedì scorso avevano organizzato un sit in fuori dalla scuola contro il Ddl sicurezza. "Come studenti siamo stanchi di questa oppressione nei confronti della libertà di pensiero e di opposizione .Questo Ddl va a colpire persone specifiche sempre più marginalizzate limitando qualsiasi tipo di risposta da parte loro senza provare a nasconderlo - hanno detto - La rotta che sta prendendo questo governo fa paura a noi che dobbiamo formarci in un paese dove il dissenso sta venendo criminalizzato sempre di più. Ci siamo seduti davanti alla nostra scuola lunedì scorso in protesta contro questo assurdo Ddl e anche oggi siamo in piazza a esprimere il nostro dissenso prima che anche questa possibilità ci venga negata".
"Come Coordinamento lecchese STOP AL GENOCIDIO condividiamo l’appello della RETE LIBERI/E DI LOTTARE e pensiamo che Il Dd Sicurezza sia il più duro e spietato provvedimento penalistico emanato dal Governo Meloni. - ha aggiunto Corrado Conti - Si corona un biennio di intensa attività legislativa (il decreto anti rave; il famigerato decreto Cutro, un vero e proprio codice di guerra contro i migranti, il decreto Caivano per punire i minori; la L.6/2024 che aggrava le misure per l’imbrattamento …) ispirata dalla logica del modello autoritario di repressione dei conflitti sociali e politici tramite i poteri violenti e criminogeni concessi alle forze di polizia, che porta a sua volta a un nuovo modello autoritario di detenzione di una massa crescente di giovani, lavoratori, italiani e migranti. La sempre più forte spinta alla guerra sul fronte esterno richiede un contesto sociale interno pacificato, senza conflitti a cui lavorano tutti gli apparati dello Stato (governo-parlamento-magistratura).I l Ddl Sicurezza costituisce una tappa verso una più vasta offensiva statale contro i movimenti di lotta, gli organismi sociali, sindacali e politici, che lottano dal basso nei territori. Esso serve: a punire in modo esemplare e mandare in carcere i lavoratori in sciopero, i senza casa che occupano alloggi sfitti, i giovani studenti e gli attivisti climatici; a garantire i poliziotti che picchiano i manifestanti o i semplici cittadini; a coprire gli agenti provocatori infiltrati dai servizi in organizzazioni sindacali e politiche che il governo intende smantellare; a mettere i detenuti alla completa mercè dei carcerieri, stroncando qualsiasi loro protesta, anche pacifica".